“Da quando sono risultata positiva al Covid-19, ho dovuto saltare una seduta di chemioterapia e un’importantissima visita per la grave patologia oncologica di cui soffro. Se lunedì non mi faranno il secondo tampone, uscirò di casa e andrò in ospedale a curarmi. Non posso più aspettare”.
Questo è il drammatico urlo di disperazione di Tiziana Littera, 45enne, paziente oncologica della frazione di Bacu Abis nel Comune di Carbonia, che dal 24 settembre scorso si trova in quarantena nella propria abitazione in compagnia della madre e del fratello, dopo che
una familiare con la quale erano precedentemente entrati in contatto era risultata positiva al virus.
La donna, da 4 anni malata di tumore e da tempo obbligata a effettuare lunghi cicli di chemioterapia a cadenza regolare di 21 giorni, per scongiurare l’avanzamento della malattia, ha saputo di essere positiva al covid il 29 settembre scorso, data della notifica dell’esito del tampone effettuato però 4 giorni prima.
Da quel momento, senza manifestare sintomi apprezzabili della patologia da Covid-19 (eccetto alcuni riscontrati però nei giorni precedenti all’esecuzione del test diagnostico), ha atteso con speranza di poter effettuare un secondo tampone per verificare l’andamento dell’infezione e l’eventuale avvenuta negativizzazione.
Nel frattempo però ha dovuto, giocoforza viste le restrizioni introdotte dal governo e dalle autorità sanitarie, rinunciare a una seduta di chemioterapia che si sarebbe dovuta tenere il 5 di ottobre e, prima ancora, a un’importante visita che si sarebbe invece dovuta suddividere tra la città di Nuoro e quella di Trento, per valutare l’aggravamento della sua malattia, evidenziato purtroppo da delle sopraggiunte metastasi cerebrali, e che avrebbe già potuto aprire la strada a un nuovo quanto innovativo trattamento radioterapico per affrontare efficacemente la sua aggravata condizione di salute.
Condizioni di salute che, vista la gravità della malattia che l’affligge, potrebbero ulteriormente peggiorare: “la patologia oncologica di cui soffro, ha denunciato la donna, è molto grave e necessita, com’è noto grazie a innumerevoli studi scientifici e alle esperienze registrate nei percorsi terapeutici su centinaia di milioni di altri pazienti in tutto il mondo, di cure costanti e soprattutto repentine. Se le mie cure non riprenderanno presto, le conseguenze per la mia salute potrebbero essere molto pesanti”.
Una situazione difficile e purtroppo comune a tanti altri pazienti oncologici in tutto il Paese, sia per quelli direttamente colpiti dal Covid-19 – e peraltro maggiormente a rischio per un decorso grave della patologia, che per gli altri che pur risultando negativi al virus spesso hanno dovuto rinunciare alle proprie cure o visite diagnostiche.
L’auspicio della donna, la quale non nasconde il suo grande apprezzamento per gli operatori sanitari dell’USCA che garantiscono continua assistenza condita da grande umanità alle persone contagiate dal virus, è che a 16 giorni dall’esecuzione del primo tampone si accelerino i tempi e già a partire dalle prossime ore possa effettuare il secondo test diagnostico.
Ma soprattutto che il suo esito sia negativo e le cure per la sua patologia oncologica possano immediatamente riprendere…
Tantissimi auguri ?