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Attacchi alla giustizia marocchina da parte del Parlamento europeo: l’indignazione del Consiglio superiore della magistratura

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Il Consiglio Superiore del Potere Giudiziario del Marocco (CSPG) ha espresso la sua indignazione per le gravi accuse del Parlamento europeo (PE) di minare l’indipendenza della magistratura marocchina. Ecco la sua reazione:

Il Consiglio superiore della magistratura (CSPJ) del Marocco, riunitosi sabato 21 gennaio, ha saputo della risoluzione del Parlamento europeo di giovedì 19 gennaio 2023, che contiene delle accuse e delle allegazioni gravi che portano attacco all’indipendenza della magistratura marocchina. “Queste allegazioni infondate, che travisano i fatti e mettono in dubbio la legalità e la legittimità dei procedimenti giudiziari prese su casi dei quali alcuni sono stati processati e altri sono in corso, richiedono chiarimenti”, afferma il CSPJ.

Esprimendo ferma condanna per le accuse infondate contenute nella citata risoluzione, il CSPJ deplora questo stravolgimento dei fatti nell’ambito di processi che si sono svolti a norma di legge, nel rispetto totale delle garanzie costituzionali e delle condizioni di processo equo riconosciute a livello internazionale.

“Il Consiglio denuncia con forza l’approccio del Parlamento europeo che si è arrogato il diritto di giudicare la giustizia marocchina in modo flagrante e parziale, pregiudicando le istituzioni giudiziarie del Regno e trascurando la loro indipendenza”, si legge nel comunicato.

Il CSPJ esprime il suo rifiuto categorico di qualsiasi ingerenza nella giustizia o tentativo di influenzare le sue decisioni, nel momento in cui alcuni dei casi citati sono ancora davanti ai tribunali. Ciò contraddice tutte le norme e regole internazionali, in particolare i principi e le dichiarazioni delle Nazioni Unite relative all’indipendenza della giustizia.

“Il Consiglio denuncia con forza il contenuto di questa risoluzione che incita ad esercitare pressioni sulla magistratura per l’immediata liberazione delle persone di cui si riferisce. Questo compromette gravemente l’indipendenza della giustizia e costituisce un tentativo di influenzarla mentre alcuni casi sono ancora all’esame dei tribunali”.

Allo stesso modo, il CSPJ respinge le accuse citate nella risoluzione, ispirate da certe fonti note per le loro posizioni dogmatiche senza avere prove e dati verificati, e che sono peraltro smentite dai fatti.

Il CSPJ sottolinea che le persone citate nella risoluzione del PE hanno beneficiato di tutte le garanzie di giusto ed equo processo previste dalla legge, tra cui la presunzione d’innocenza, il diritto alla difesa e l’accesso a tutti i documenti, la presenza al processo pubblico, la convocazione di testimoni e il loro ascolto, il ricorso a perizie giudiziarie, il ricorso giudiziario, tra le altre garanzie stabilite dalla legge marocchina come stipulato nelle convenzioni internazionali sui diritti umani ratificate dal Regno marocchino.

“Il Consiglio ricorda che i fatti oggetto del processo agli individui citati nella risoluzione del PE non sono in alcun modo legati all’attività giornalistica o all’esercizio della libertà di opinione e di espressione, che è garantita dalla legge e la costituzione marocchina. Infatti, le accuse a loro carico riguardano crimini di diritto comune, come la tratta di esseri umani, stupro, sfruttamento della vulnerabilità delle persone, atti severamente puniti dalle leggi di tutto il mondo”, precisa il CSPJ nel suo comunicato stampa.

Rifiuta quindi la logica dei “due pesi due misure” che caratterizza questa risoluzione che, invece di condannare le violenze sessuali subite dalle vittime, ha difeso un insieme di falsità e allegazioni infondate.

Il Consiglio ricorda, a tale riguardo, i progressi sostanziali realizzati negli ultimi anni dalla magistratura marocchina, come l’indipendenza della procura rispetto al potere esecutivo a partire dal 2017 e il fatto di istituire la magistratura come potere indipendente, sancito dalla Costituzione del 2011 e formalizzato dalla creazione del CSPJ nel 2017, allineando così il sistema giudiziario marocchino alle più avanzate e rigorose norme di indipendenza che, fino ad oggi, alcuni paesi europei hanno ancora grandi difficoltà a raggiungerne.

Il CSPJ sottolinea inoltre l’attaccamento dei magistrati alla loro indipendenza, nonché il loro impegno a preservare i diritti e le libertà e garantire le condizioni per processi equi, come dovere costituzionale, legale e morale. Sottolinea infine la sua determinazione ad agire costantemente per la salvaguardia dell’indipendenza della giustizia e della sua immunità contro ogni forma di ingerenza e pressione straniera, qualunque essa sia, e ciò, in conformità con la Costituzione e la legge organica del CSPJ.

Di Belkassem Yassine

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