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Aspal: rallenta la decrescita del mercato del lavoro in Sardegna

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Un terzo trimestre ancora negativo anche se in netto miglioramento rispetto al secondo trimestre. È questo in estrema sintesi ciò che si desume dal report sull’andamento del mercato del lavoro in Sardegna elaborato dall’Osservatorio dell’Aspal. Gli effetti della pandemia sono ancora presenti e pesanti nonostante i segnali di ripresa registrati negli ultimi tre mesi.

Vediamo un rallentamento della decrescita – afferma il commissario straordinario dell’Aspal Aldo Cadau. – Il mercato del lavoro ha avuto un arretramento drammatico nel secondo trimestre mentre nel terzo trimestre assistiamo a una inversione di tendenza che ci fa ben sperare per il futuro. Certo – continua – le incognite sono tante, dobbiamo stare vigili e non farci cogliere impreparati. L’Aspal – sottolinea ancora il commissario – farà la sua parte accanto alla Regione e all’assessorato del Lavoro per contrastare e superare l’emergenza e per attuare tutte le politiche che aiutino lavoratori e imprese non solo a tornare ai livelli pre-pandemia ma ad andare oltre, a fare quel salto di qualità che il virus ha solo rallentato.  Stiamo investendo molto per conoscere e capire un mercato del lavoro che la crisi sta cambiando profondamente, per trasformare l’Aspal e i suoi centri per l’impiego in amministrazioni davvero digitali, per migliorare la capacità di fare incontrare realmente cittadini e imprese attraverso il re-design della nostra borsa lavoro, con la creazione di canali migliori di comunicazione e di scambio.”

I dati del report indicano che nel terzo trimestre c’è stato un rallentamento significativo della decrescita ma si rimane ancora lontani dai dati dello stesso trimestre dell’anno scorso: gli inattivi sono cresciuti del 6% (era il 15% nel secondo trimestre); la forza lavoro perde il 6% (contro il 10% del trimestre precedente); calano gli occupati, -7% (era il 6% nel secondo trimestre) e crescono del+2%, i disoccupati, mentre nel trimestre precedente vi era stata una riduzione che aveva toccato addirittura il valore del -35%.

Alcune categorie sono più colpite di altre e alcuni settori soffrono maggiormente. I gap sia di genere che generazionali già presenti, si allargano ancora: le donne sono più colpite degli uomini dalla crisi così come lo sono i giovani rispetto ai più anziani. Per questi ultimi il dato è eclatante: le mancate assunzioni dei giovani 15-24 anni nei primi 11 mesi del 2020 rispetto agli stessi mesi del 2019 sono in percentuale tripla rispetto alle mancate assunzioni della classe d’età over 64 (-28% contro -9%).Il report indica poi i settori che sono stati colpiti in modo particolarmente duro: sono quelli legati a servizi che necessitano della presenza fisica del cliente/utente (ad esempio il turismo, i servizi alla persona e gli spettacoli). L’alto peso di questa tipologia di servizi nel mercato del lavoro regionale spiega perché il mercato del lavoro della Sardegna sia stato colpito in modo più pesante rispetto ad altre regioni d’Italia. I territori a forte vocazione turistica, quali quelli l’area Nord-Orientale della Sardegna, risentono in modo più duro a causa del grande peso che il turismo riveste in queste economie. Molto colpiti anche i cosiddetti hub di servizi, ovverosia i grandi agglomerati urbani che ospitano le attività culturali, il commercio e le scuole (tutti settori che hanno subiti pesanti contraccolpi a causa della crisi).

Fonte: Aspal

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