Sarebbe morta ugualmente, ennesima vittima del Covid per inciso, come si sono affrettati a dichiarare i medici, o si sarebbe salvata se l’autolettiga che la stava trasportando in ospedale non fosse rimasta coinvolta in quell’incidente stradale tutt’altro che lieve? E, con tutto il trambusto che ne è inevitabilmente seguito per i sanitari a bordo, ha davvero ricevuto tutte le cure necessarie e adeguate? Sono queste le accorate domande contenute nell’esposto all’autorità giudiziaria presentato dai familiari di Maria Mannai, la novantaduenne deceduta il 20 luglio in circostanze tutte da chiarire all’interno di un’ambulanza che si era appena scontrata con due auto in un incrocio di Quartu Sant’Elena. La denuncia querela presentata l’indomani della tragedia, il 21 luglio, ai carabinieri della compagnia di Quartu dai tre figli della vittima, assistiti da Studio3A, è stata peraltro immediatamente riscontrata dalla Procura di Cagliari. Il Pubblico Ministero dott. Danilo Tronci ha infatti aperto un procedimento penale con l’ipotesi di reato di omicidio colposo, nei confronti di ignoti, e ha disposto l’autopsia sulla salma dell’ultranovantenne per stabilire con certezza le cause della morte: l’incarico è stato conferito nella mattinata di oggi, sabato 23 luglio, presso il Palazzo di Giustizia cagliaritano.
La signora era ospite da cinque anni della casa di riposo Villa Maria a Quartu: nonostante i suoi quasi 93 anni, li avrebbe compiuti il 18 settembre, e alcune inevitabili patologie legate all’età, godeva ancora di discreta salute. I figli andavano a trovarla con frequenza, anche più volte a settimana, e la sentivano quasi quotidianamente al telefono. Anche in occasione dell’ultima visita consentita, la settimana precedente i fatti, l’anziana era apparsa in buone condizioni, lucida e vigile. Dall’inizio di questa settimana le porte della struttura sono state chiuse ai parenti essendo stato accertato il “solito” focolaio di Covid, che continua a serpeggiare. I figli sono rimasti comunque in contatto con la madre per telefono e non più tardi di lunedì 18 luglio l’avevano sentita bene, né erano state fatte loro presenti problematiche particolari dal personale della Rsa: anzi, era stato riferito loro che la degente era stata sottoposta in via precauzionale al test rapido anti Sars-Cov2 che aveva dato esito negativo.
Poco prima delle 21 di mercoledì 20 luglio, però, dalla Rsa hanno contattato uno dei figli per informarlo che la mamma aveva accusato un repentino e inatteso peggioramento, riconducibile alla saturazione bassa a sua volta determinata dal virus: un secondo tampone rapido effettuato in quella stessa giornata questa volta aveva dato esito positivo. Perciò erano stati costretti a richiedere l’intervento del 118 per le cure del caso. Il figlio nei minuti successivi è rimasto in stretto contatto con la struttura: la responsabile lo ha aggiornato sull’arrivo dell’ambulanza, alle 21.15, e sulla decisone dei sanitari di trasportare l’anziana all’ospedale Ss Trinità di Cagliari. Aggiungendo e assicurando, però, che i soccorritori avevano stabilizzato i parametri vitali della novantaduenne, la cui attività respiratoria era nettamente migliorata grazie alla somministratone dell’ossigeno. A quel punto il figlio di Maria Mannai si è diretto al nosocomio in attesa dell’arrivo dell’ambulanza con la madre, che però non arrivava né sarebbe mai giunta al Ss Trinità. Dopo un’ora di attesa, preoccupato, ha chiesto lumi al personale del Pronto Soccorso ed è allora che è venuto a conoscenza che l’ambulanza era stata coinvolta in un incidente a Quartu, all’incrocio tra viale Europea e via Marconi. L’uomo a quel punto si è precipitato sul posto ma quando vi è giunto la madre era già deceduta all’interno dell’autolettiga. Sconvolto, ha chiesto lumi al personale medico e paramedico dell’ambulanza, il quale gli avrebbe garantito che erano stati posti in essere tutti i tentativi per salvare la paziente, comprese le manovre rianimatorie necessarie, aggiungendo comunque che il quadro clinico ormai sarebbe stato compromesso: secondo la dottoressa a bordo, anche se il viaggio fosse filato liscio, l’anziana non sarebbe arrivata viva al pronto soccorso.
Risposte che però non hanno molto convinto i figli della vittima, anche in considerazione del fatto che l’incidente non era stato proprio una quisquilia, l’ambulanza è andata pesantemente danneggiata, è da rottamare, e sarebbe stata pure interessata da un principio d’incendio. I familiari della novantaduenne hanno deciso di andare a fondo della vicenda, tramite l’Area Manager Sardegna e responsabile della sede di Cagliari, dott. Michele Baldinu, si sono rivolti a Studio3A-Valore S.p.A., società socializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, e hanno presentato un esposto chiedendo all’autorità giudiziaria di accertare se il decesso della signora Mannai sia stato concausato dall’incidente e se l’operato dei sanitari sia stato adeguato alla circostanza. Richieste che la Procura ha ritenuto di accogliere con l’apertura di un fascicolo e l’incarico di effettuare una perizia autoptica che sarà fondamentale per fornire delle risposte.
Fonte: comunicato stampa Studio3A-Valore S.p.A
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