In questi ultimi anni, complice l’ondata positiva dell’opinione pubblica, la presa di coscenza verso un futuro più ecosostenibile, con meno inquinamento e più attento alla natura è diventato un must inarrestabile. Grazie anche alle proteste di attivisti come Greta Thumberg, soprattutto i giovanissimi hanno iniziato la loro marcia per migliorare il presente attraverso azioni più consapevoli per combattere il Global Worming divenuto il grande problema da risolvere.
Ciò detto, la notizia trasmessa oggi da alcuni organi d’informazione riguarda appunto l’ambiente, riportando a galla una battaglia di vecchia data: quella del buco dell’ozonono.
Ebbene, dopo 40 anni gli scienziati della World Meteorological Organization hanno dichiarato che si è “finalmente chiuso” il buco dell’ozono in Antartide. Mentre l’Omm ricorda che “è stato il buco più duraturo e uno dei più grandi e profondi dall’inizio del monitoraggio”, non possiamo dire di aver risolto del tutto i problemi che afliggono la terra.
Il buco aveva raggiunto una dimensione record fra agosto e settembre del 2020, con un picco di circa 24,8 milioni di chilometri quadrati registrato il 20 settembre, e un’estensione che dunque copriva gran parte del continente antartico.
Come spiegato dagli scienziati, lo strato di ozono terrestre è fondamentale per gli esseri umani, in quanto ci protegge dai danni dei raggi ultravioletti del sole. Per salvaguardarlo, nel 1987 è stato firmato il Protocollo di Montreal, lo storico accordo ambientale internazionale che regola la produzione e il consumo di quasi 100 sostanze chimiche che riducono lo strato di ozono.
La spiegazione di tutto questo? Lo racconta sempre l’organismo WMO : durante la stagione primaverile dell’emisfero australe (fra agosto e ottobre), il buco dell’ozono sull’Antartide, di solito, aumenta di dimensioni, raggiungendo il picco massimo tra metà settembre e metà ottobre. Quando le temperature elevate nella stratosfera iniziano a salire nella tarda primavera, l’esaurimento dell’ozono rallenta e il vortice polare si indebolisce e, infine, si esaurisce. In questo modo, alla fine di dicembre i livelli di ozono tornano alla normalità.
Per come si era conluso questo 2020 per la nostra terra, possiamo forse guardare avanti con meno ansia e un po’ più di speranza.
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