Un nuovo scandalo scuote il gruppo “Polisario”. Il figlio di Mohamed Salem Ould Salek, autoproclamato capo della politica estera del “Polisario” avrebbe inaugurato la sua nuova clinica di ultima generazione proprio nel giorno della festa musulmana del Sacrificio. Peccato che non é stata aperta in nord Algeria o nei campi di Tindouf a sud. É stata aperta in Ecuador come ha scelto suo padre di aprire un’altra clinica simile a Panama. Ecco una parte di risposta per quelli che chiedono che fine fanno i soldi dell’Algeria, delle sue giganti rendite del gas e il petrolio e degli aiuti umanitari internazionali.
Un’inaugurazione che arriva in un momento in cui l’Algeria trova enorme difficoltà a garantire le cure necessarie ai suoi cittadini e in cui viene messa in accusa la corruzione nel sistema sanitario del paese. Mentre nei campi di Tindouf la situazione è catastrofica, come denunciano le regioni toscana e emiliaromagnola.
L’importanza di queste rilevazioni avviene in concomitanza alle sollevazioni in corso in Algeria, un paese in cui il regime si trova in difficoltà per sviluppare reti di istituzioni sanitarie o per fornire alla popolazione una copertura medica adeguata.
Diversi dirigenti del gruppo “Polisario” sono sospettati di deviazione di fondi pubblici, violazione della fiducia e corruzione, tutti reati incentrati su gravi reati finanziari.
L’Associazione Saharawi per la Difesa dei Diritti Umani, basata in Spagna, accusa Ould Salek di aver finanziato la realizzazione della clinica con operazioni di deviazione degli aiuti umanitari destinati alla popolazione dei campi di Tindouf.
Da parte sua, il Forum di Supporto agli Autonomisti di Tindouf (Forsatin) punta sulla vera destinazione del “denaro del popolo algerino” che viene utilizzato principalmente “per l’arricchimento dei membri della dirigenza del Polisario e delle loro famiglie e non per migliorare la vita quotidiana degli abitanti dei campi di Tindouf“.
Il sito “Futuro Sahraui” con la sede del suo direttore in Norvegia, aveva pubblicato un “report” sulla corruzione, malaffare, clientelismo, la deviazione dei fondi degli aiuti umanitari internazionali e la complicità di associazioni europee, illustrando una larga mappa della corruzione, sostenendo che “il viaggio della diplomazia sahrawi con la corruzione è lunghissimo e vergognoso e il suo pessimo che rimarrà tale“.
La Rete delle Associazioni della Comunità Marocchina in Italia (RACMI) continua ad attirare l’attenzione del governo e le regioni italiane sulle deviazioni degli aiuti umanitari internazionali concessi ad una popolazione nei campi di Tindouf mai identificata e mai registrata dall’Alto commissariato dell’Onu per Rifugiati (HCR).
Mentre Anfasspress, il giornale marocchino il più letto, denuncia “il riciclaggio di denaro da parte del gruppo Polisario“.
di Belkassem Yassine
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