PESCARA – Muove i primi passi il progetto “Teenace”, iniziativa del Comune di Pescara rivolta ai neet, cioè ai giovani che non studiano, non lavorano e non sono in fase di formazione. In città, in base ai dati del Comune, sono 19.945 i giovani residenti di età compresa tra 18 e 35 anni, con un tasso di disoccupazione del 38,9%.
Il progetto Teenace (importo 213.254 euro) nasce dal bando “Link”: il Comune di Pescara, affiancato dai partner, ha partecipato e si è aggiudicato un finanziamento di Anci in collaborazione con la Presidenza del Consiglio dei ministri – Politiche giovanili pari a 168mila euro. Insieme al Comune i protagonisti di Teenace sono Arci, Movimentazioni, Istituto Mecenate, Confesercenti, Ecipa Abruzzo- impresa e formazione Cna, TES Transizione ecologica solidale, Webshop – web Agency.
Il progetto, presentato oggi alla stampa dal sindaco Carlo Masci, dall’assessore alle Politiche giovanili Patrizia Martelli, dal dirigente Marco Molisani e dalla responsabile del Servizio Programmazione Sociale e Misure Straordinarie per il Welfare, Roberta Pellegrino, con tutti i partner, è finalizzato a far emergere e riattivare i giovani che si trovano nella condizione di Neet, attraverso il rafforzamento dei percorsi di transizione scuola-lavoro e la costruzione di una rete stabile sul territorio dei soggetti che se ne occupano, a vario titolo.
“Dobbiamo fare in modo che i nostri giovani, e non solo loro, possano essere formati continuamente per essere pronti ad entrare in un mondo del lavoro che cambia. Questo progetto, ha spiegato il sindaco Masci, è rivolto a 40 giovani neet, di cui 10 laureati (che avranno il ruolo di tutor) e 30 non laureati, per dare a questi ultimi la possibilità di formarsi e usufruire di un tutoraggio. Ci mettiamo a disposizione di chi ha voglia di fare e ha bisogno, e puntiamo a sviluppare talenti, a farli uscire fuori, con iniziative con questa”, ha concluso il sindaco.
“Nutro grandi aspettative”, ha detto Martelli parlando di Teenace e delle ricadute del progetto. “Vogliamo tutelare i Neet, una categoria che ha delle fragilità, e rivolgiamo la nostra attenzione ai ragazzi inoccupati, cioè quei ragazzi che non hanno esperienza e che noi vogliamo stimolare. Vogliamo riattivarli e ci avvaliamo di partner competenti”.
Le fasi saranno diverse, ha spiegato Pellegrino: “Si comincerà con una raccolta dati, una indagine sociale, per migliorare la conoscenza del fenomeno neet e capire i bisogni dei giovani, le loro criticità e i loro desideri, dando la parola ai diretti interessati. Sarà realizzata cioè una mappatura che passerà attraverso un questionario ai giovani e saranno coinvolti gli stakeholders e i soggetti territoriali attivi, per rilevare i bisogni formativi dei ragazzi”.
Il secondo passaggio sarà l’individuazione di 10 giovani neet, “youth worker”, attraverso una procedura ad evidenza pubblica. Questi 10 giovani, tra 25 e 35 anni, laureati e inoccupati, saranno formati appositamente per ideare e realizzare progetti di “ingaggio” dei giovani neet e per occuparsi del peer tutoring (insegnamento tra pari) nei confronti di 30 neet beneficiari del progetto (16-24 anni). Ognuno di questi youth worker riceverà una premialità di 2.300 euro alla fine del percorso, che dura un anno.
La terza fase prevede l’individuazione di 30 neet (16-24 anni) che poi saranno formati ad hoc, con la finalità di offrire loro opportunità concrete di transizione scuola-lavoro, personalizzate in base ai loro interessi ed esigenze, in grado quindi di valorizzare attitudini e capacità dei beneficiari del progetto. Al termine del percorso ogni beneficiario riceverà una premialità di 700 euro. L’ultima fase, consiste nella costruzione e nel rafforzamento della rete dei servizi pubblici e del privato sociale sul tema neet, in grado di mettere a sistema l’offerta territoriale di transizione scuola-lavoro.
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