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ABBONAMENTI PIRATA: MULTE E RECLUSIONE FINO AGLI 8 ANNI!

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Giro di vite sugli abbonamenti pirata alla pay tv. Nell’ambito delle indagini svolte dal Nucleo speciale beni e servizi della Guardia di Finanza sono state denunciate 223 persone per aver sottoscritto degli abbonamenti illegali per visionare serie tv, partite e altri programmi trasmessi dalle principali piattaforme a pagamento. È la prima volta che accade in Italia, e ora le persone denunciate rischiano il sequestro degli strumenti utilizzati ed una condanna fino a 8 anni di reclusione e una multa da 25mila euro, in base a quanto stabilito dalla legge sul diritto d’autore.

In particolare, le indagini del nucleo investigativo puntano ora a smantellare la rete illegale di trasmissioni.

La modalità di distribuzione dei contenuti su cui indagano le forze dell’ordine è quella dell’Iptv (Internet protocol television), con cui i “pirati” acquisiscono e ricodificano i programmi delle emittenti di pay tv, tra cui Dazn, Sky e Mediaset Premium, per poi distribuirli online come flusso di dati ricevibile con la sottoscrizione di un abbonamento illegale da qualsiasi pc, smart-tv, smartphone o decoder collegati a internet.

La Guardia di finanza punta ora a smantellare la centrale di trasmissione dei segnali piratati, che delinea “una complessa organizzazione composta da decine di ‘reseller’ e centinaia di clienti che, acquistando gli abbonamenti, non solo fruiscono illegalmente della visione di eventi sportivi e altri contenuti audiovisivi, oltre ai palinsesti televisivi ‘pay per view’, ma alimentano il circuito criminale”.

E il fenomeno della fruizione dei contenuti pirata è in crescita. Come afferma in un comunicato Federico Bagnoli Rossi, segretario generale della Fapav, la Federazione per la tutela dei contenuti audiovisivi e multimediali che ha aiutato la Guardia di Finanza nelle indagini, “in un solo anno abbiamo assistito a un incremento di oltre un milione di fruitori. Un servizio illegale che, nella maggior parte dei casi, prevede la sottoscrizione di un abbonamento che va ad alimentare un mercato parallelo, illegale, che depaupera investimenti e risorse nel settore audiovisivo, cinematografico e sportivo”.

Inoltre, le forze dell’ordine ricordano che coloro i quali acquistano questi abbonamenti illegali condividono con le reti criminali che li gestiscono una serie di dati personali sensibili, come dati bancari e anagrafici, che li espongono ad alti rischi informatici.

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