Progetti innovativi per distanziatori sociali nelle scuole
Un articolo pubblicato dall’Ansa, la mattina del 6 maggio, ha provocato molta indignazione tra il popolo del web. Come riporta la testata giornalistica, in una scuola dell’infanzia paritaria nel Varesotto, a Castellanza, partirà un progetto che riguarda sia i bambini tra i 4 e i 6 anni che i docenti. Si tratta di indossare un braccialetto hi-tech ai polsi per tornare in sicurezza all’asilo rispettando le giuste distanze.
Come funzionano
Il braccialetto, una volta indossato e impostata la misura di un metro minimo di distanza tra loro, vibrerà e si illuminerà se si supererà il limite consentito di vicinanza fisica.
Il presidente della scuola pilota del progetto, Fabio Morandi, ha dichiarato all’Ansa che l’iniziativa sarà sviluppata e spiegata ai bambini, grazie al supporto delle psicologhe e pedagogiste, come se fosse un gioco. Per evitare qualsiasi rischio di ansie per le misure anti-contagio, lo scopo del gioco per i bimbi sarà appunto quello di non far illuminare i propri braccialetti. La stessa iniziativa potrebbe essere replicata in altri istituti scolastici italiani. Dalla società barese che ha ideato e distribuisce i braccialetti, chiamati ‘Labbi Light’, fanno sapere che in Francia l’asilo nido aziendale di un grosso marchio automobilistico ne ha già ordinati centinaia.
Le polemiche
L’articolo ha iniziato a girare sul web riempiendo le pagine facebook dei gruppi dei docenti e dei genitori. Tutti molto perplessi e con domande che difficilmente in questo periodo ottengono risposta.
Si possono tenere a distanza i bambini?
E se un bambino dovesse cadere e farsi male?
Si può allontanare un bambino che piange e vuole essere consolato dalla sua maestra?
E se i bambini piccoli, perché di tali stiamo parlando, quindi creature curiose, imprevedibili che vivono di emozioni, dovessero infrangere la regola della distanza sociale solo per vedere cosa succede se il braccialetto vibra e si illumina?
Hanno pensato ai bambini disabili? I bambini con la spettro autistico?
Tutti parlano di distanziatori sociali, ma come si può fare con i bambini?
Nessuno riesce a dare risposte, nessun esperto può.
Anche la Ministra non riesce a rasserenare gli animi, proponendo soluzioni per settembre al dir poco sconcertanti. Come si può pretendere che gli alunni tornino in classe a gruppi solo per tre giorni alla settimana e continuino ad utilizzare la didattica a distanza per il resto dei giorni?
In attesa di risposte più certe, i dubbi permangono.
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