Musica

“A Love Supreme: Live in Seattle”, un piccolo grande gioiello di John Coltrane

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ROMA – Dopo quasi sei decenni una registrazione privata di una rara performance dal vivo in un club del massimo capolavoro di John Coltrane, ‘A Love Supreme’, è stata pubblicata e resa quindi accessibile al pubblico. Registrata a inizio ottobre del 1965 nella serata conclusiva di un’intera, storica settimana di ingaggio presso il club The Penthouse a Seattle, ‘A Love Supreme: Live In Seattle’ è un’autentica rivelazione di straordinaria importanza storica, dove si fotografa il momento in cui Coltrane stava espandendo il suo storico quartetto (il cosiddetto Classic Quartet) con l’aggiunta di un secondo sassofonista (Pharoah Sanders) e di un secondo contrabbassista (Donald Raphael Garrett) per catapultarsi nell’ultima fase del suo percorso musicale, tanto intenso quanto improntato alla spiritualità.

Dal 2021, per la prima volta, si può ascoltare l’ultimo movimento della suite, ‘A Love Supreme, Part IV – Psalm’, tratto dall’album in uscita l’8 ottobre su etichetta Impulse! Records/UMe. L’importanza di ‘A Love Supreme: Live In Seattle’ è tanto più evidente se si pensa che Coltrane interpretò molto di rado la suite in quattro movimenti dopo aver registrato la versione in studio alla fine del 1964. Composta e concepita come pubblica dichiarazione della sua profonda fede che prendeva forma in un spiritualità universale, l’album divenne un best seller e ricevete una nomination ai Grammy® l’anno successivo. Per una sessantina d’anni, parve che l‘unica registrazione dal vivo di A Love Supreme fosse quella catturata nel luglio del 1965 al festival di Juan-les-Pins, in Francia, poi pubblicata una ventina d’anni fa.

I nastri che contenevano questa performance dell’ottobre 1965 rimasero a Seattle nella collezione privata del sassofonista e didatta Joe Brazil, ascoltati negli anni da pochi, fortunati musicisti ed amici, e quindi sostanzialmente ignoti fino ad oggi. A Love Supreme: Live In Seattle, oltre ad essere una rarità, è una versione particolarmente affascinate della suite, improntata ad un approccio più libero all’improvvisazione ed alla partecipazione corale del collettivo – per certi versi più assimilabile ad una funzione domenicale: la formazione vedeva John Coltrane e Pharoah Sanders al sax tenore, McCoy Tyner al piano, Elvin Jones alla batteria, e Jimmy Garrison con Donald (Rafael) Garrett al contrabbasso.

Carlos Ward, all’epoca sassofonista contralto agli esordi, fu a sua volta della partita. Come asserisce lo storico della musica Ashley Kahn nelle note di copertina, A Love Supreme: Live In Seattle “offre la prima prova del maestro dell’espressione musicale alle prese con la sua opera capitale all’interno dei ristretti confini di un jazz club… il 2 ottobre 1965, un sabato, a Seattle, tutti gli elementi fondamentali erano a disposizione: musica, musicisti, pubblico, un forte spirito di comunanza, un certo afflato politico. Coltrane decise quindi di procedere, e – fatto di grande rilievo – il tutto fu registrato”.

Le lunghe ed esaustive note di copertina di Kahn raccontano la storia di A Love Supreme: Live In Seattle non solo attraverso le dichiarazioni dei musicisti coinvolti, ma anche grazie al contributo di testimoni la cui vita ebbe una svolta grazie alla puntata di Coltrane (l’unica, in veste di leader) a Seattle del 1965: come Brazil, Ward, ed il contrabbassista David Friesen, che afferma: “Ho sempre cercato un approccio spirituale alla musica, ieri come oggi. Mi ricordo di una volta in particolare: ero seduto con Coltrane durante uno degli intervalli in quella settimana e… quello che mi colpì era il modo in cui lui si rivolgeva alle persone. Con grazia, con gentilezza. Ho potuto riscontrarlo durante tutti quei giorni, io c’ero”.

La musica di A Love Supreme: Live In Seattle venne registrata con un set di due microfoni piazzati sul palco, collegati ad un registratore a bobine Ampex. I nastri (copia unica) furono ben conservati, il che ha garantito una buona qualità del suono, che risulta chiaro e privo di distorsione. “È degno di nota che i nastri di quell’epoca spesso hanno avuto a soffrire a causa dell’umidità, degli sbalzi di temperatura, o anche solo per il fatto di essere stati archiviati con le bobine appoggiate in orizzontale” scrive il tecnico del suono Kevin Reeves, produttore della pubbicazione. “Ma questi nastri sono in condizioni eccellenti… ed il risultato è fra le migliori registrazioni amatoriali di John Coltrane sulle quali abbiamo avuto il piacere di lavorare“. La storia della suite A Love Supreme è la storia di John Coltrane, il suo viaggio musicale, il suo sentiero spirituale. È diventata una delle incisioni più celebrate e influenti emerse dal mondo del jazz, oggetto di culto e di studio da parte di musicisti anche molto lontani dal genere specifico.

La rivista Rolling Stone, tanto per fare un esempio eloquente, mette A Love Supreme nella lista degli album più importanti di tutti i tempi. “Fra tutte le sue numerose creature, Coltrane teneva A Love Supreme in una considerazione del tutto particolare” afferma Kahn nelle note di copertina di A Love Supreme: Live In Seattle. “La definiva un’‘umile offerta alla Divinità’; nessuna altra incisione o composizione fu da lui offerta nello stesso modo, né ricevette mai un simile suggello. A Love Supreme era tanto un testamento personale quanto una pubblica dichiarazione, un sermone di fede universale”. A Love Supreme: Live In Seattle ora allarga gli orizzonti della storia di un grande musicista e di una creazione musicale senza tempo.

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