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Carbonia: interpellanza di Daniela Garau “Vigiliamo sulla discarica di Is Scirieddus”

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Aveva già chiesto a marzo del 2021 le condizioni della discarica di “Is Scirieddus”, al confine con il comune di Gonnesa, e a maggior ragione dopo le notizie apparse su un quotidiano sardo, ripresenta un’interpellanza la consigliera di opposizione del comune di Carbonia, Daniela Garau. Nella discarica potrebbero essere smaltite scorie di amianto residuate da cantieri infrastrutturali della Penisola relativi alla costruzione del “terzo valico dei Giovi”, la ferrovia più veloce del nord Italia che collegherà la Liguria con la Pianura Padana. Si tratta di uno dei segmenti principali del Corridoio Reno-Alpi, una delle connessioni fondamentali della rete strategica transeuropea di trasporto, quella che collega le regioni europee più industrializzate, tra cui il porto di Rotterdam, nel Mare del Nord ed il Nord Italia.

Nella discarica di Serra Scirieddus, – scrive la Garau –  si intenderebbero abbancare materiali di scavo definiti «rifiuto speciale pericoloso», con tenori di amianto che sarebbero superiori ad un grammo per ogni chilogrammo.” e “le imprese titolari dei cantieri del lotto di “Cravasco” si sarebbero rivolte alla Riverso S.p.A., la società che gestisce la discarica di Serra Scirieddus per essere autorizzate al trasferimento di questi residui.”

L’intero carteggio – prosegue la consigliera – sarebbe divenuto oggetto di una “procedura autorizzativa”, avviata dalla società napoletana per ottenere dalla Regione Sardegna l’autorizzazione all’utilizzo delle volumetrie in progetto autorizzato e la fornitura di elementi valutativi sull’abbancamento extraregionale.

Le due società richiedenti, ossia “Il Recupero per l’ecologia”, una srl di Bareggio in provincia di Milano e la “Htr Bonifiche” di Roma,  titolari degli appalti della realizzazione delle tratte ferroviarie del nord Italia dichiarano espressamente che “in detti cantieri si producono rilevanti quantitativi di ballast ferroviario e rocce di scavo contenenti amianto di origine naturale. Tali quantitativi già prodotti nel passato, erano stati gestiti fino al 2019 smaltendo una significativa quota parte presso la discarica italiana di Barricalla (TO) ed il rimanente verso le grandi discariche in Germania. Oggi i conferimenti presso detta discarica di Barricalla si sono azzerati perché la discarica è sostanzialmente dedicata ai conferimenti dei soli soci conferitori e delle bonifiche da questi eseguite, chiudendosi rispetto ai conferimenti dei terzi. Pertanto oggi in assenza di alternative italiane con spazi significativi, la scrivente smaltisce il 100% dei suddetti rifiuti amiantiferi in Germania”.

Alla Garau “risulterebbeche la discarica del nord, quella di Torino, riserverebbe i propri spazi agli operatori del nord Italia e, quindi, spedire questi rifiuti in Germania costerebbe troppo e non verrebbe rispettato il principio di “prossimità”. Da qui la richiesta alla Regione Sardegna.

Si leggerebbe testualmente che «la Htr Bonifiche intende qui rappresentare che per i rifiuti in argomento (rocce amiantifere 170503* e ballast amiantifero 170507*) provenienti dall’opera pubblica in oggetto, a fronte della sostanziale chiusura a terzi della discarica di rifiuti pericolosi di Barricalla (To), né nelle due regioni su cui ricade l’opera (Liguria e Piemonte), né in quelle frontaliere e neanche sull’intero territorio nazionale continentale, vi è la presenza di alcuna discarica che possa ritirare i rifiuti in oggetto con capacità sufficiente con le esigenze produttive dell’opera pubblica in oggetto, ed ancora ” il ricorso unicamente agli smaltimenti in Germania al posto della discarica Riverso, costituirebbe una violazione proprio del principio di prossimità invocato e per questo si ipotizza che, laddove la Provincia venisse informata di quanto qui riportato, proprio in forza dello stesso principio di prossimità, la Provincia potrebbe acconsentire allo smaltimento in Riverso limitatamente ai soli cantieri della specifica opera pubblica in oggetto ed ai soli rifiuti in oggetto».

Da tutto quanto riportato nella documentazione allegata al fascicolo si apprenderebbe che Norvegia, Portogallo, Germania e Spagna hanno ultimamente rallentato o pressoché azzerato il rilascio di notifiche transfrontaliere verso le proprie discariche, dando priorità ai conferimenti nazionali.”

La richiesta – insiste la Garau – prevederebbe “una deroga specifica al limite imposto sui rifiuti extraregionali tramite gli atti della Regione Autonoma Sardegna e della Provincia del Sud Sardegna, mediante evidenziazione alle autorità che una deroga ai limiti imposti in autorizzazione sui rifiuti extraregionali rientrerebbe a pieno titolo nel principio di prossimità in forza del quale tali limiti sono stati imposti, nonché anche del rilevante interesse pubblico.”

Il sindaco Pietro Morittu e la sua giunta è chiamata a riferire in aula “in merito ai passaggi istituzionali formali intrapresi da Codesta amministrazione, volti a svolgere qualunque tipo di indagine conoscitiva, ispettiva, di controllo e tutela, anche attraverso gli Organi Competenti, Regione Autonoma Sardegna, Assessorato della difesa dell’ambiente, Provincia del Sud Sardegna, Arpas tesi a verificare la natura e provenienza dei rifiuti che le società richiamate in premessa intenderebbero smaltire nella discarica sopra indicata, la loro corretta gestione e/allocazione nel territorio comunale in funzione del rispetto della normativa vigente in materia di tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini del Sulcis Iglesiente; oltreché verificare il rispetto del D.lgs n. 121/20 che consente di smaltire rifiuti pericolosi solo se stabili e non reattivi oppure se detti rifiuti pericolosi saranno sottoposti a trattamento preliminare, nonché conoscere se detti rifiuti pericolosi, smaltiti in discariche per rifiuti non pericolosi saranno collocati in celle e trincee e quali materiali saranno utilizzati per la loro copertura.

Si chiede, altresi, – conclude la Garau – di conoscere quante tonnellate di rifiuti pericolosi si intenderebbe smaltire e se l’attuale  livello di percolato all’interno del corpo di discarica sia minimo come previsto dalla normativa di settore.”

Fonte: interpellanza

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