MILANO – Nell’appuntamento elettorale meno partecipato nella storia delle regionali lombarde, con quasi sei elettori su dieci che non si sono recati alle urne, il presidente uscente, candidato per il centrodestra, Attilio Fontana si riconferma alla guida di Palazzo Lombardia con oltre il 50 per cento dei voti (fra il 53,5% e il 54,6% secondo le proiezioni Rai), distaccando di quasi venti punti il suo principale rivale di centrosinistra Pierfrancesco Majorino, fermo al 34/35%, sostenuto dal Pd, dal M5s e dall’Alleanza Verdi-sinistra. Il forte astensionismo non ha, come temuto dal presidente uscente, favorito il centrosinistra. Né l’appello di Majorino agli elettori del Terzo Polo a dargli fiducia per mandare a casa la Giunta Fontana ha avuto successo.
Contrariamente alle speranze del centrosinistra, che puntava dopo 28 anni a strappare il Pirellone al centrodestra proponendo un netto “cambiamento” rispetto a una gestione della sanità e dei trasporti presentata come fallimentare, e a una controversa gestione del Covid, il centrodestra è tornato a macinare consensi questa volta perfino superiori a quelli delle ultime elezioni regionali del 2018, quando Fontana vinse con il 49,7 per cento e l’allora suo sfidante Giorgio Gori indietro di 20 punti al 29,7, con il Movimento 5 Stelle che correva da solo al 17.3%. Non ha pagato come sperato, per il partito di Majorino, il Pd, l’alleanza con il Movimento 5 Stelle. Ma nemmeno Letizia Moratti, l’ex vice dello stesso Fontana ed ex assessore alla Sanità, sostenuta dal Terzo Polo di Matteo Renzi e Carlo Calenda, è entrata nella partita per la presidenza, con consensi che sembrano non superare il 10 per cento e un risultato per Azione-Iv, dopo il buon esito in Lombardia alle politiche di settembre, attorno al 4 per cento.
Con questo risultato il centrodestra torna in Lombardia a livelli di consenso non lontani a quelli del quattro volte presidente Roberto Formigoni, che nel 2010 ottenne il 56%, contro il 33 per cento dello sfidante Filippo Penati. Un esito, quello odierno, che viene letto a caldo non solo come una conferma di gradimento per il centrodestra di governo al primo test nazionale, ma anche come un successo personale di Attilio Fontana, che con la propria lista ottiene, secondo le proiezioni, il 5,5 per cento dei voti (il miglior risultato delle liste dei candidati presidenti e poco meno di Forza Italia, che si attesta al 6,5%) che si aggiungono ai risultati dei partito della coalizione: Fratelli d’Italia al 26,2 per cento, che stacca non di molto la Lega, che ottiene, sempre secondo le proiezioni il 23,2 per cento.
Un successo personale, quello di Fontana, che si fonda anche sulle liste civiche che ha promosso in questi cinque anni, quelle di “Lombardia ideale” nelle sue declinazioni locali, con oltre trecento eletti che gli hanno consentito quel “radicamento” sul territorio e di “dialogo con tutti” di cui oggi ha parlato nella conferenza stampa al Pirellone. Stesso “radicamento” in un sistema con le preferenze in luogo dei listini bloccati, che avrebbe favorito anche il buon risultato della Lega, al 17 per cento, ma che insieme alla lista civica Fontana presidente guadagna 10 punti rispetto alle politiche di soli cinque mesi fa.
Mentre continua lo spoglio dei voti, già iniziano al Pirellone i primi informali conteggi sulla composizione del nuovo consiglio almeno per quanto riguarda la maggioranza, per cui è più facile il conteggio. Fratelli d’Italia esprimerà la maggioranza dei consiglieri della propria coalizione ma senza surclassare, come da alcuni previsto, quelli della Lega: dovrebbero andare a Fdi 22 seggi, 15/16 alla Lega, 6 a Forza Italia, 5 alla lista Fontana presidente, 0-1 ai centristi di Noi Moderati. Moratti non entrerà comunque in consiglio regionale, in quanto non candidata a un seggio in assemblea, ma assicura che il suo impegno “per una proposta che va oltre la Lombardia”, continua.
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