Arriva dall’editoria, in un momento particolarmente intenso per l’archeologia, un altro contributo alla valorizzazione e alla conoscenza del grande patrimonio preistorico dell’isola. Va letto in questo senso l’ultimo libro del giornalista Tonino Oppes e del fotografo Nicola Castangia “Le case delle fate, l’incanto delle Domus de Janas”, dove gli autori propongono un singolare viaggio nel passato più remoto in compagnia di una guida davvero speciale: Shardu, uomo di cinquemila anni fa.
“La formula scelta dall’autore è quella dello scritto dialogante e i contenuti archeologici, arricchiti da foto veramente straordinarie, sono filtrati attraverso una narrazione affascinante e coinvolgente” scrive nella prefazione la professoressa Giuseppa Tanda – a lungo docente di Preistoria e Protostoria all’Università di Cagliari e presidente del Centro studi Identità e Memoria che si batte per il riconoscimento delle Domus de Janas come patrimonio dell’Unesco.
Anche per la giornalista Manuela Arca, che ha curato la Postfazione, “il lavoro è fondato sul rigore della ricerca e degli studi degli archeologi. La fantasia del giornalista crea la figura di Shardu, che poi sarà la guida nel tempo, mentre il sapiente obiettivo del fotografo ne esalta le parole quando illustra le Domus de Janas scavate e dipinte dagli uomini del suo tempo.”
“Le case delle fate, l’incanto delle Domus de Janas” (edizioni Abbà, 160 pagine, stampato da Arti Grafiche Pisano, costo 24 euro) è una proposta di itinerario che si muove lungo tutta la Sardegna sulle tracce di alcuni dei luoghi frequentati degli umani nel periodo che precede i secoli luminosi dell’età nuragica. Ma è anche un viaggio nella storia dell’arte più remota utile per capire tecniche di decorazione in cui sculture ben modellate si alternano a graffiti e altri simboli che intimamente legati alla vita e al culto della morte svelano il senso profondo della sacralità delle sepolture.
Dal canto suo, Oppes, precisa: “Nessuna pretesa di sostituire chi dedica vita e studio all’archeologia. Il nostro lavoro è un incontro tra realtà e miti che vuole celebrare insieme ricchezza e bellezza della Preistoria (come documentano i settanta magici scatti di Nicola Castangia, cui si aggiungono tre splendidi disegni di Francesco Corni) e offrire un contributo semplice e fruibile per la sua conoscenza. Perché soltanto attraverso la conoscenza si possono fare battaglie, tutti insieme, per il recupero e la valorizzazione del nostro grande patrimonio culturale e storico che speriamo possa diventare presto patrimonio dell’umanità.”
Gli ultimi due capitoli del libro riprendono temi lungamente trattati dal giornalista in altri suoi lavori: Le Janas nella leggenda e La Jana e la bambina scritto, quest’ultimo, per i lettori più giovani ai quali Oppes ha dedicato numerose pubblicazioni adottate in molte scuole dell’Isola. Nell’edizione 2022 del Premio Grazia Deledda, gli è stato assegnato il premio speciale Letteratura per l’Infanzia. Nicola Castangia, presidente di Archeofoto, ha accompagnato con i suoi scatti libri e riviste che documentano i percorsi archeologici più importanti dell’Isola.
Le case delle fate propone immagini di Domus de Janas situate nei territori di ben 42 comuni: Alghero, Allai, Anela, Ardauli, Bonorva, Bortigiadas, Buddusò, Cabras, Cardedu, Castelsardo, Cheremule, Galtellì, Gavoi, Guasila, Ittiri, Laconi, Lotzorai, Macomer, Mamoiada, Nughedu Santa Vittoria, Oniferi, Orgosolo, Orroli, Setzu, Ossi, Padria, Pimentel, Porto Torres, Putifigari, Santadi, Sarule, Sassari, Sedilo, Sedini, Sennori, Settimo San Pietro, Setzu, Sorradile, Thiesi, Usini, Villaperuccio e Villanova Monteleone; e si tratta solamente di una parte delle tremilacinquecento Domus de Janas dell’Isola, di cui oltre trecento sono decorate o dipinte: un patrimonio storico/culturale/identitario di inestimabile valore che presto l’Unesco potrebbe riconoscere di importanza internazionale.
di Massimiliano Perlato
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