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CI LASCIA A 70 ANNI LUIS SEPULVEDA, SCRITTORE CILENO ACUTO E SENSIBILE

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Muore dopo aver contratto il Codiv-19 Luis Sepùlveda, scrittore cileno amato dal pubblico internazionale, con le sue opere ha conquistato adulti e bambini.

Era ricoverato da Febbraio all’ospedale Central di Asturias in Spagna dopo essere stato contagiato da Coronavirus.

L’autore di Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, celebre romanzo diventato Film nel 1998 grazie al regista Enzo D’Alò, ad ottobre aveva festeggiato a Milano i suoi 70 anni con un evento mondano organizzato dalla sua casa editrice Guanda.

Alcuni passaggi della biografia dello scrittore.

Sepùlveda divenne famoso in tutto il mondo grazie alle sue opere tra cui una ventina di romanzi, appunti di viaggio, saggi e sceneggiature.

Personaggio acuto e ribelle non fosse diventato famoso per le sue opere lo avremmo di certo ricordato per la sua vita errabonda così frastagliata e accattivante, così piena di colpi di scena, da restare col fiato sospeso.

Nel 1989 vinse il Premio Tigre Juan con il suo romanzo ‘Il vecchio che leggeva romanzi d’amore’ ed il Premio Primavera de Novela nel 2009 con ‘L’ombra di quel che eravamo’.

Nelle sue parole c’è l’amore per la Natura (Il vecchio che leggeva romanzi d’amore), la rabbia per l’Ingiustizia (Il potere dei sogni.. ), la passione per l’Avventura nel sorprendente Patagonia Express un’infinita Dolcezza con Storie di una Gabbianella e del Gatto che le insegnò a Volare.

Sul web si moltiplicano i messaggi di cordoglio di amici e personaggi famosi tra cui l’affezzionato Gianni Minà che posta sul suo profilo Facebook l’ultimo saluto:

ADDIO LUCHO
Nello spazio breve che identifica il respiro di un amico, se n’è andato da questo mondo Luis, Lucho Sepulveda.
Falciato via da quella ormai che è la peste del nostro secolo.
Ho voluto bene all’uomo, ma non posso fare a meno di piangere l’intellettuale che aveva partecipato alle lotte per il riscatto dell’America Latina con il coraggio e la forza che hanno solo i visionari, i romantici, i pazzi.
Perché Lucho le battaglie non le aveva scansate, ma le aveva affrontate per davvero. Era un prototipo di scrittore e guerrigliero. Sempre coerente.
Ero stato con lui a casa sua e della sua adorata moglie, la poetessa Carmen Yanez, per due compleanni nei quali aveva riunito i suoi numerosi figli e i suoi amici sparsi in tutto il mondo. Sono state giornate indimenticabili.
Mi sento più solo, ma ho l’ingenua certezza che adesso lui è ritornato a fare la guardia del corpo al suo amato Presidente Allende.
Ciao Lucho, mi mancherai, sapendo con certezza che mi è impossibile ogni lenimento.”

Noi vogliamo ricordarlo con un passo tratto dal suo libro “Il mondo alla fine del mondo”:

“Sono nato in mare e so che ci sono cose che non si possono spiegare. Accadono e basta. La mia gente, i pochi che restano, dicono che le balene non sanno difendersi e che sono gli unici animali capaci di compassione. Quando calai in acqua la scialuppa e remai verso la baleniera, sapevo che l’equipaggio mi avrebbe attaccato e che le balene vedendomi indifeso, aggredito da un animale più grosso, non avrebbero esitato a venirmi in aiuto. E così è stato. Hanno avuto compassione di me”. 

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