Un ponte di note tra Calasetta e Carloforte. Ieri si è assistito, anche se senza la luce di riflettori mediatici, a qualcosa di insolito, una comunità che ne sollecita un’altra a riprendere le proprie tradizioni. Stiamo parlando di Calasetta e Carloforte. Sulla scia anche del “Progetto Raixe” che ha risvegliato la tabarchinità delle due comunità, vicine e dalle medesime radici storiche, stiamo assistendo a una serie di azioni che si stanno svolgendo senza intermediari istituzionali. Ieri sera, per la seconda volta in poco tempo, il gruppo “Serenate Calasettane” si è recato a Carloforte con il chiaro intento di risvegliare negli animi dei “fratelli di storia” il desiderio di proseguire una tradizione, quella delle serenate, che sembra andarsi perdendo. Possiamo senz’altro affermare : missione compiuta. Per la piazza e lungo il tipici “caruggi” Carloforte ha ritrovato la voglia, e il piacere, di cantare. Calasettani e Carlofortini hanno intonato assieme canzoni appartenenti ai rispettivi repertori folcloristici e non solo. Una lunga coda di persone si è unita ai musicisti e cantanti che hanno formato un’unica orchestrina itinerante. Voci e strumenti, di Carloforte e Calasetta, si sono mischiati sancendo di fatto un gemellaggio canoro che va ben al di là di quello che potrebbe apparire a prima vista. Spesso, nei tempi andati, un senso di acceso campanilismo ha pervaso le due comunità sorelle, tanto, a tratti, da apparire come ostilità. Grazie a numerose iniziative messe in atto per la tutela della cultura tabarchina, forse siamo arrivati ad un punto di svolta. La nuova percezione di una storia comune come, di una stessa lingua (il tabarchino), potrebbe essere il viatico per la realizzazioni di progetti comune di territorialità e sviluppo. Quello che è certo che ieri sono stati abbattuti i campanili e si è costruito un ponte tra Calasetta e Carloforte, un ponte fatto di note.
di Antonello Rivano
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