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Portovesme srl: Fabio Usai “l’azienda receda dalla volontà di fermare le linee produttive e collocare in cassa integrazione i lavoratori

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Ieri nella sede di Villa Devoto a Cagliari si è tenuto il vertice convocato dal Presidente della Regione Christian Solinas con le organizzazioni sindacali di Cgil, Cisl e Uil, l’Assessora regionale all’Industria Anita Pili e il consulente Rag. Carlo Lolliri, sulla vertenza della Portovesme SRL.

Al vertice ha partecipato anche il Consigliere regionale Fabio Usai: “Personalmente ho condiviso le preoccupazioni espresse dal tavolo odierno, afferma Usai. Sono convinto che la decisione dell’azienda di fermare anticipatamente la linea piombo e aggiungere nuovi cassaintegrati a quelli già collocati in tale condizione nei mesi scorsi (con la motivazione dei rincari energetici), sia stata pretestuosa, ai limiti della provocazione. Nondimeno, totalmente irrispettosa delle normali relazioni istituzionali-industriali. Dietro essa, potrebbe esserci un malaugurato disegno di smantellamento degli asset produttivi”.

Non è un mistero, infatti, che la multinazionale in questi anni abbia conseguito utili miliardari, prosegue l’esponente politico, e nonostante ciò, alle prime difficoltà dettate dal caro-energia – che peraltro, indistintamente, colpisce ogni famiglia e impresa del Paese – abbia assunto decisioni drastiche senza nemmeno attendere l’insediamento del nuovo esecutivo nazionale, ossia l’unico interlocutore in grado di garantire realmente risposte sul fronte vertenziale. E va anche ricordato, sottolinea Usai, che se oggi l’azienda subisce questa situazione, ciò è dovuto in parte anche alle poco lungimiranti scelte del suo management nel passato, quando vennero stipulati gli accordi sulle tariffe energetiche”.

L’altro paradossale aspetto è che la Glencore parla di possibili (allo stato attuale fantomatiche) conversioni produttive basate su metalli rari, chiosa il Consigliere regionale, ma non presenta il minimo piano industriale corredato da serie analisi sugli impatti economici, occupazionali e ambientali, nonché sulle tempistiche di realizzazione delle stesse (E in ogni caso, ogni ipotesi di conversione produttiva dovrà essere avviata con lo stabilimento in marcia e la salvaguardia dei posti di lavoro)”.

Tutto ciò è davvero inaccettabile, denuncia l’esponente politico. Anche in virtù del fatto che questa crisi industriale ricade su territori già gravemente colpiti dalla deindustrializzazione e dalla crisi occupazionale, che tanto hanno concesso, anche in termini di ricadute ambientali, allo sviluppo industriale”.

Mi associo perciò alle richieste pervenute a vario titolo dal tavolo istituzionale-sindacale per una convocazione della Glencore ai massimi livelli, per sollecitarla a recedere dalle proprie intenzioni, congelando le procedure di fermata impianti e cassa integrazione. È il momento di fare un fronte unico in ambito regionale per avviare, appena si insedierà il nuovo governo nazionale, interlocuzioni forti sul futuro degli stabilimenti di Portovesme e San Gavino, e di conseguenza del tessuto industriale della nostra isola”, conclude Fabio Usai.

Fonte: comunicato stampa

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