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La Corsa degli Scalzi di Cabras: una lunga tradizione secolare che si ripete (video)

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Una tradizione lunga secoli, quella che vede coinvolti gli abitanti della cittadina di Cabras, nell’oristanese. Secondo la narrazione storica, quella degli “Scalzi” è una corsa che si ripete ormai dal 1619 quando, a causa delle incursioni dei Mori che colpirono a più riprese anche la penisola del Sinis, un nutrito gruppo di cittadini devoti a San Salvatore, per mettere al sicuro la statua del santo durante uno degli assalti ,o diedero vita a una lunga e veloce corsa.

Circa 7 chilometri separano Cabras dal villaggio di San Salvatore di Sinis, dove si trova  la chiesetta edificata nel XVII secolo, custode della statua del santo fin dal lontano 1619, in occasione del rito riproposto dai fedeli ogni anno, nel primo week end di Settembre.

Secondo la leggenda, gli “Scalzi” usarono al posto delle calzature dei rami legati ai piedi nudi, in modo da sollevare più polvere possibile durante la corsa e sembrare così molto più numerosi. Lo stratagemma funzionò in pieno, in quanto i Saraceni, spaventati all’idea di essere di fronte a un grande esercito, si diedero alla fuga. Il villaggio e il simulacro di San Salvatore erano in salvo. Da allora, ogni anno, in ricordo di quell’episodio miracoloso, il rito viene ripetuto per rinnovare il voto fatto al Santo.

Così, ogni anno, centinaia di giovani, vestiti con una clamide bianca legata in vita da un cordone, tipico abbigliamento da penitente, percorrono la strada a piedi nudi sfidando l’asfalto rovente, sentieri polverosi e pieni di pietre ed altri ostacoli, portando in spalla il simulacro in ricordo di una fede mai sopita, tramandata di generazione come eredità spirituale, che coinvolge un’intera comunità stretta intorno alle proprie tradizioni e ad un voto fatto verso se stessi.

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