“Incredibile, anche se non troppo, ma prosegue la distruzione dell’economia territoriale, soltanto per focalizzare l‘aspetto di assoluta rilevanza che sta colpendo l’ultimo stabilimento produttivo del Sulcis. La Portovesme S.r.l. si appresta a fermare tutti gli impianti, alcuni già fermi da tempo, con il conseguente ricorso alla cassa integrazione, per i più fortunati .” A denunciarlo Fabio Enne, segretario regionale della Confsafi. Secondo il sindacalista la motivazione che porterebbe alla fermata sarebbe da imputare agli “alti costi dell’energia in un Impianto fortemente energivoro. Qual è la novità? nessuna novità perché questa problematica esiste dal lontano 1999 .Si poteva evitare questo dramma? Certamente si, attraverso politiche di supporto alle Imprese, programmazioni utili per consolidare le produzioni che non sono per niente in crisi.”
Per il comparto industriale sarebbe forse il colpo finale e a farne le spese le migliaia di lavoratori diretti e delle Imprese d’appalto “Se non viene dichiarata e concretizzata la situazione di emergenza, questo è un altro problema che porterà con sé l‘incapacità politica di difendere il proprio comparto produttivo, – prosegue Enne – se invece si insediasse un tavolo per affrontare l’emergenza, potrebbero attuarsi dei provvedimenti che riuscirebbero a riequilibrare gli oneri derivanti dal costo energetico, stipulando accordi con Paesi Europei che utilizzano e producono energia meno costosa, oppure, attivare una collaborazione tutta Italiana con Enel che, in fase di emergenza, attivi accordi utili di riduzione sensibile dei prezzi dell’energia elettrica.”
Critico anche verso il governo il sindacalista che “invece di proseguire sugli impegni che non concorrono a risolvere i problemi, oltre che disattendere gli stessi, potrebbe, sempre in fase di assoluta emergenza, abbattere i costi del lavoro con totale o parziale annullamento/riduzione delle tasse, per tutte le Imprese Italiane, motivo per cui la stragrande maggioranza di esse, piccole o grandi, sono costrette a chiudere. La Portovesme deve inoltre attivare percorsi di prepensionamento, tali da garantire la prosecuzione lavorativa alle persone più giovani, che saranno certamente e nel tempo, i più colpiti.”
La parola chiave secondo il segretario della Confsafi è “emergenza, e l‘emergenza in quanto tale va affrontata con rimedi straordinari, per i quali i nostri rappresentanti politici, con questa insolvenza di ruolo, sono diventati la causa principale dell’emergenza. Insomma oggi si parla della Portovesme ma il discorso sulle attenzioni della nostra economia va allargato a tutte le attività produttive di tutti i settori, perché anche queste, senza lo stesso clamore di Industrie più grandi, contribuiscono a mantenere viva la già flagellata occupazi . per il loro pezzo, essere importanti alsostegno economico e sociale .”
Fonte: comunicato
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