In data 14 giugno è stata raggiunta l’intesa tra Stato e Regioni sulla ripartizione delle risorse europee destinate, insieme al cofinanziamento nazionale e quello regionale, allo sviluppo rurale per il periodo 2023-2027 che vanno ad aggiungersi alle risorse già assegnate per la fase transitoria 2021-2022 completando finanziariamente il settennio di programmazione 2021-2027..
“Per la Sardegna l’Intesa non è soddisfacente – ha dichiarato Ignazio Cirronis, presidente regionale Copagri Sardegna – La Regione ottiene, per il settennio 2021-2027, 1.257.275.575 euro, ma in questa cifra c’è anche il contributo straordinario del Next Generation Eu per € 62.231.538; escludendo questa somma la differenza col precedente settennio, quando alla Sardegna furono assegnati 1.308.406.250 euro, è rilevante: 112 milioni, cioè 16 milioni in meno per anno di programmazione. Le compensazioni operate a favore delle Regioni che registravano perdite per l’applicazione dei nuovi criteri, quelle destinate ad alcune Regioni ove è diffusa la tabacchicoltura, l’attenzione riservata a quelle Regioni che assorbono una quota inferiore al 2%, hanno di fatto penalizzato la nostra Isola che si aspettava di ricevere molto di più dopo che erano state assunte le precedenti decisioni che hanno penalizzato la Sardegna. In sostanza paghiamo l’avvio di una nuova fase di convergenza tra Regioni ed Aree che avevano e continuano ad avere quote differenti dei premi basati sui titoli storici. Nè è possibile giustificare la diminuzione per la Sardegna (112 milioni in meno nel settennio 2021-2027) con la diminuzione del budget europeo all’Italia, nello stesso periodo, che pure c’è stato ma per 180 milioni tra tutte le Regioni.”
“L’operato della Regione – precisa Pietro Tandeddu, direttore Regionale Copagri Sardegna, – non può considerarsi positivo anche in considerazione del fatto che, con riferimento ai premi PAC, la Sardegna è stata e continua ad essere fortemente penalizzata relativamente al valore dei titoli per ettaro in quanto si evita di applicare da subito il riequilibrio della convergenza interna e perché il comparto ovicaprino è stato escluso dall’ecoschema 1, livello 2. Al presidente Solinas, che spesso si appella alle istituzioni nazionali per il riconoscimento del principio di insularità, chiediamo perché non lo ha fatto valere nei confronti del ministero in questa Intesa, cosa che avvenne invece nell’Intesa Stato-Regioni della programmazione 2017-2014 che ci assegnò un maggiore cofinanziamento nazionale rispetto alle altre Regioni come azione di riequilibrio. Nella ripartizione 2023-2027 si tiene conto che la Sardegna torna tra le regioni meno sviluppate; questo riduce la quota di cofinanziamento regionale di una trentina di milioni. La giunta eviti il disimpegno della somma per mantenerla nel settore agricolo, magari andando ad incrementare i fondi del nuovo PSR.”
Fonte: comunicato stampa Copagri Sardegna
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