Le norme stringenti indicate nel DPCM dovrebbero servire a frenare l’ascesa dei contagi da Covid-19 in attesa che si riesca a trovare un vaccino o una cura adeguata. Ma non tutti possono stare a casa perché devono continuare a funzionare i servizi essenziali come la produzione dei generi di prima necessità, le farmacie, la sanità, i trasporti. In Sardegna prosegue la sua attività la Saras, a Sarroch, per assicurare la disponibilità di carburante ed energia elettrica alla popolazione chiaramente, come scrivono nel sito ufficiale “nel totale rispetto delle disposizioni governative e delle indicazioni sanitarie”. Ma, probabilmente, qualcosa sfugge alla dirigenza dell’azienda almeno da quanto scrive un operaio alla nostra redazione:
“Il personale, il quale è arrivato dalle zone rosse, e solo dopo una settimana fatto rientrare nelle proprie residenze, mettendo a tacere il tutto. I nostri bagni sono in condizioni pietose, 3000 persone di ditte d’appalto che sono costretti ad usare una ventina di bagni. Da poco hanno portato altri 30 bagni chimici, ma visto il momento non è il massimo dell’igiene e sono sprovvisti di igienizzante. Non ho mai vissuto una situazione del genere, ma andare a lavoro con l’ansia di rientrare magari contagiando i nostri familiari è una cosa grave, soprattutto perché Saras non prende l’iniziativa di chiudere le manutenzioni che ormai hanno già avviato, e non rinviato, nonostante in Italia ci fossero già tanti contagi. Oltretutto per peggiorare la cosa ci sono tanti lavoratori trasfertisti che non hanno eseguito controlli e continuano ad entrare sul posto di lavoro. Un punto a favore è il servizio di sorveglianza che ovviamente cerca di far mantenere le regole che molto spesso i trasfertisti ignorano.”
Una situazione di evidente pericolo che si evince anche dal servizio fotografico a nostra disposizione dove non si intravvedono opere di sanificazione e disinfezione specialmente nei locali dove la maggior parte dei lavoratori ha accesso. Appare chiaro che tutto questo non aiuta a debellare l’epidemia perché il virus vive proprio laddove mancano i requisiti igienici e la sua propagazione potrebbe diventare esponenziale. Ma soprattutto i sindacati sono al corrente di questa grave situazione?
La redazione di Ajonoas resta a disposizione della Saras perché possa fornire la propria posizione e magari spiegare le condizioni in cui versano i servizi igienici dell’azienda e soprattutto se corrisponde a verità che alcuni lavoratori delle zone rosse siano stati presenti in Sardegna.
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