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Portoscuso: i presepi allestiti dall’Associazione Culturale Sardinian Events “parlano” di simbolismo tra fede e religiosità popolare

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 Il Presepe dell’Antica Tonnara Spagnola “Su Pranu”

L’idea di San Francesco d’Assisi si trasformò nel tempo in tradizione, religiosa e popolare. Il luogo ideale per il suo allestimento, inizialmente, furono le chiese e ancora oggi, dopo tanto tempo è possibile ammirare eccellenti presepi attestati da documentazione tra  il XIII al XVI secolo.

Dall’800 in poi questa tradizione si spostò all’interno delle case, acquisendo un carattere ancor più popolare con proprie particolarità, ambientazioni e allegorie, regione per regione, città per città, paese per paese: dal presepe romano, con la capanna adagiata fra le rovine dell’antica Roma, a quello abruzzese con le sue sculture lignee, senza dimenticare quello genovese, siciliano, pugliese, trentino e quello sardo ambientato tra i nuraghi o negli ovili e così via; ognuno di essi è un pezzo delle nostre radici.

Proprio per mantenere viva la tradizione popolare, il primo presepe allestito nella Vetrina della Cultura in via don Minzoni 19, Sardinian Events ha voluto conservare il passato creando un’unione con la religiosità e i pescatori dell’antica tonnara. Difatti i personaggi del presepe sono abbigliati con gli abiti dei pescatori: la foggia è tipicamente iberica risalente al periodo della dominazione spagnola in Sardegna. Nel presepe portoscusese, ambientato nella tonnara risalente ala seconda metà del XVI secolo, la Natività si presenta tra le reti dei pescatori.

E’ uno spaccato di vita del borgo marinaro: uomini, donne e bambini, lasciate le fatiche di tutti i giorni, si apprestano a rievocare la nascita del Redentore; ai piedi deI Bambinello l’offerta dei pani e dei pesci; doni carichi di significato che in seguito diventeranno simboli iconografici del cristianesimo. L’offerta del pane è il gesto che ci accomuna nel lavoro quotidiano per il sostentamento della famiglia e della comunità, segno di condivisione filiale con Dio nell’Eucarestia.

Adagiata in un canestro la presentazione dell’ uva  quale immagine simbolo della laboriosità dell’uomo nel riconoscere il Figlio come il Buon Vignaiolo che sa potare i tralci secchi per prendersi cura di quelli che porteranno frutto;  un’allegoria dei credenti che, se si staccano dalla vite, ovvero abbandonano Cristo,  si seccano e vengono bruciati ( Gv 15,1-8).

La particolarità di questo presepe mostra Gesù adagiato tra le reti dei pescatori; gli autori hanno voluto esaltare questo particolare perché, attraverso  le reti, la scena  ci riporta alle parole del Vangelo quando Gesù passando tra il mare di Galilea chiamò i suoi primi discepoli: “Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini”. (Mc 1,14-20). E’ un’esortazione rivolta a tutti perché davanti al presepe siamo chiamati a seguire Gesù e diventare pescatori insieme a Lui per portare l’annuncio d’Amore del Padre.

 

Il Presepe storico palestinese

Il secondo presepe, con statue in stile palestinese è quello più fedele all’ambientazione storica dell’evento della nascita del Messia. La fonte d’ispirazione maggiore sono le Sacre Scritture.

Quando pensiamo al Presepe la prima immagine che ci viene in mente è la povera capanna riscaldata dal fiato caldo del bue e dell’asinello, accanto ai quali San Giuseppe e la Madonna accudiscono Gesù Bambino. La scena si presenta su un’antica rovina romana: il simbolismo della cristianità sovrasta sopra l’impero di Roma. Questo è sicuramente il cuore del Presepe, il fulcro intorno al quale tutto il resto si sviluppa con i soli personaggi citati nei vangeli. I pastori, i magi e gli angeli sopra la Natività.

Particolare di nota sono gli animali di questo presepe il bue e l’asino che con la loro gestualità sembrano cercare il Bambino per riscaldarlo. Gli autori di questa rappresentazione presepiale hanno voluto mettere in evidenza il bue e l’asino perché la tradizione vuole che si riferiscano all’Antico Testamento dal versetto del profeta Isaia: “Il bue riconobbe il suo padrone, e l’asino la mangiatoia del suo signore”.

Come detto poc’anzi la Natività è collocata sulle rovine romane; la cura scenografica è elevatissima perché rappresenta un riparo sicuro poiché come dicono i Vangeli, Maria e Giuseppe non trovarono ospitalità e quindi l’unico posto sicuro per far nascere il Redentore fu un riparo vicino a Betlemme.

Il primo elemento fondamentale è la sua struttura che accoglie la Sacra Famiglia, in gergo lo “scoglio”, ovvero l’insieme costituito da materiali tradizionali come il sughero, il legno, la cartapesta che costituiscono il masso presepiale su cui vengono sistemati i personaggi. Il sughero che dà vita a grotte, anfratti, caverne e monti, simboleggia il viaggio intrapreso  da Giuseppe e Maria. Questa scenografia, dono del Presidente Claudio Mancino della Pro Loco di Giffoni Valle Piana esprime il vincolo di amicizia tra le due associazioni che dal 2018 lavoro ad un progetto unitario di scambi culturali. Un presepio arricchito con personaggi abbigliati in stile palestinese e confezionati da Ignazio Alberto Cherchi e da Basilio Pusceddu di Sardinian Events.

L’opportunità di visitare questo è presso la Vetrina del Natale “Il Regalo” di Eugenia Marongiu in via Giulio Cesare al civico 21.

I presepi allestiti da Sardinian Events, – commenta il presidente Basilio Pusceddu, – diventino nella sua essenzialità il messaggio di pace universale che, dal primo presepe ideato dal Poverello d’Assisi nel lontano 1223, continuiamo a  diffondere ad ogni Natale.

 

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