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Napoli, De Laurentiis: “Insigne rimane? Dipende da lui”

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Nel corso di un forum sul riscatto sociale attraverso lo sport, a margine della presentazione di una mostra fotografica su Maradona, il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis è intervenuto in collegamento telefonico. Queste le parole raccolte da Calciomercato.com:  “Riscatto? Quando sono arrivato, venivo da Los Angeles dopo un film, passavo da Capri per una decina di giorni di recupero vacanziero come da anni. Lì mi dissero che il Napoli era fallito, e non masticando nulla di calcio, anche se mio padre mi fece vedere quelle poche partite proprio del Napoli, contro il parere della mia famiglia ho provato a prendere questo pezzo di carta, credo per 37 milioni senza avere un calciatore e nulla, prendendomi in carico anche degli impiegati. Cominciai in C a campionato già iniziato. Andavamo sui campi di patate, ci chiudevamo negli spogliatoi, le squadre avversarie volevano quasi ammazzarci perché eri blasonato e c’era quella voglia di distruggerci. Di tempo ne è passato, 18 anni. Pentimento nessuno, i tifosi napoletani sono unici e aver vissuto il ricordo di Maradona, conoscendolo già da prima per un film con lui che interpretava se stesso, è stata una grossa esperienza fino al giorno in cui purtroppo è mancato. Dovevamo incontrarci, stiamo proprio mettendo a punto una serie sulla storia del Napoli“.

Questione meridionale – “Si canta l’inno, ma poi c’è questo dissapore e quando lo dico molti mi danno del borbonico, ma c’è questa contraddizione del nord e sud, dispiace dirlo ma l’Italia è stata unificata solo dal Covid che ha riunito. Ora l’Italia si sta comportando bene e uno degli interpreti più interessanti è proprio un napoletano, Lorenzo Insigne, e devo dire che nei giudizi stavolta il paese s’è comportato in maniera nazionale. Sto andando a Milano per una riunione molto importante perché il 25% di pubblico negli stadi è una fregnaccia. Io dico di aprire al 100% a chi ha il passaporto vaccinale, uno stimolo anche per gli ignorantoni che non si vaccinano“.

Semifinale – “Bisogna andare a fronte alta, senza paura, ho visto la Spagna traballante, non ha mica vinto ad occhi chiusi. L’importante è essere sfrontati, se fai sentire la tua paura allora gli altri se ne accorgono“.

Insigne – “È un prodotto del vivaio, Santoro che ora è tornato con noi, un napoletano che conosce il territorio, lo scovò tanti anni fa. Dipende da lui, se poi Insigne mi dice che si è stancato e non vuole relegarsi e girare l’Europa, sarà una sua decisione, non certo nostra“.

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