Andrea Pirlo è raggiante dopo aver centrato la qualificazione in Champions League (complice l’harakiri del Napoli). L’allenatore della Juventus ha parlato ai microfoni di ‘Sky’ dopo la vittoria contro il Bologna.
“Non mi hanno comunicato nulla sul futuro. La cosa più importante era vincere la nostra partita. Non ho alcuna sensazione, penso di aver fatto il mio lavoro al 100%, ho dato il massimo. Abbiamo portato due Coppe in bacheca e questa qualificazione ci dà una spinta enorme per continuare“.
Quali erano gli obiettivi a inizio stagione?
“Cercare di vincere, come sempre alla Juventus. Abbiamo vinto due coppe e siamo in Champions, quindi l’obiettivo comune credo sia stato raggiunto. Poi chiaramente volevamo vincere anche il campionato, complimenti all’Inter che ha fatto meglio di noi, ma gli obiettivi sono stati raggiunti. Io sono qui, meglio di qui dove vuoi andare? Ho ancora un contratto e spero di portare avanti il percorso“.
Qual è la differenza tra la teoria e la pratica?
“Ci sono state tante difficoltà, il Covid e i tanti infortuni. Abbiamo giocato spesso con 14-15 giocatori. Poi fare teoria a Coverciano e metterla in pratica non è la stessa cosa, ma se hai i tuoi principi devi essere forte nel metterli in pratica. Devo ringraziare i ragazzi, mi hanno dato grande disponibilità. Credo di essere cresciuto quest’anno e da qui spero di ripartire“.
Esiste una Juve senza Ronaldo?
“Sì, è già capitato quando è stato fuori per il Covid o per altra scelta. Sulle scelte non ho mai avuto problemi, ha sempre giocato chi stava meglio. Su questo piano mai avuto dubbi“.
Un giochino: tu sei amico di Andrea Agnelli. Fai conto di non essere tu l’allenatore della Juve, lui ti chiama e fa: “Lo tengo l’attuale allenatore della Juventus?” Tu che gli rispondi?
“Certo che lo tieni! Io ho sempre voglia di migliorare, il mio obiettivo è sempre quello di arrivare davanti a tutti. Lo era da calciatore e lo sarà da allenatore“.
Tuttavia, alcune clamorose sconfitte in campionato pesano troppo sul giudizio del tecnico. Gli ingombranti nomi di Zidane e Allegri prendono sempre più quota per un cambio in panchina, nonostante tutto.
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