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Era il 10 Maggio 1994: 27 anni fa iniziava la fase politica di Silvio Berlusconi

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Era 10 Maggio del 1994 quando, con stupore di tutti, un outsider (in campo politico) formava il suo primo governo, non l’ultimo. Era Silvio Berlusconi, sceso in campo tempo prima quando ormai da alcuni anni imperversava in Italia l’ondata dirompente della maxi inchiesta denominata “Mani Pulite”, in grado di falcidiare alcuni degli apparati politici e imprenditoriali divenuti parte di quella che ancora oggi individuiamo con il nome di Prima Repubblica.

Quell’esperienza di governo, quel primo affondo verso una politica che allora sembrava stordita e costretta tra l’incudine delle inchieste giudiziarie ed il martello, un nuovo modo di approcciarsi alla politica portata avanti da un imprenditore, avulso dal contesto e per questo apparso come minaccia all’ordine costituito, durò poco.

Il primo governo Berlusconi restò in carica fino al 17 gennaio 1995; si dimetterà, infatti, il 22 dicembre del ’94, dopo essere rimasto senza maggioranza e aver incassato due mozioni di sfiducia da parte della Lega Nord e del Partito Popolare Italiano. Di quella prima esperienza di governo ricordiamo una parte dell’esecutivo, Ministro dell’Interno viene nominato Roberto Maroni, della Lega Nord, Alfredo Biondi dell’Udc ministro di Grazia e Giustizia, Giulio Tremonti ministro delle Finanze, Lamberto Dini del Tesoro (Dini sarà anche incaricato di formare un governo, dopo le dimissioni di Berlusconi, che durerà fino al maggio 1996), Cesare Previti viene nominato ministro della Difesa, e Antonio Martino degli Esteri.

Quello del 10 Maggio del ’94 fu solo il primo dei quattro che videro Berlusconi Presidente del Consiglio, uno dei quali, il secondo, sarà il più lungo della storia repubblicana italiana. In mezzo processi a carico, attacchi alla magistratura, attentato alle Torri Gemelle, la crisi finanziaria più importante dal ’29 che iniziò con il crac della Lehman Brothers. 

Lasciando per un attimo i giudizi sull’uomo e la sua condotta politica ad altri, dal 1994 iniziò per tutti il corso della cosiddetta Seconda Repubblica, portandosi dietro però gli scheletri della prima e lunghi periodi di instabilità politica, insieme all’alternarsi di forze politiche ad ogni elezione. Già nel Gennaio dello stesso anno si era sciolto il partito della “Balena bianca”, nato nel 1919, aveva guidato la vita politica italiana sin dalla fine della Seconda guerra mondiale, risultando sempre il partito più votato di tutti, esprimendo sempre la maggioranza relativa e portando al Quirinale cinque Presidenti della Repubblica, a Palazzo Chigi sedici Presidenti del Consiglio diversi. Quel periodo, però, inflisse pure una ferita tutt’ora aperta nel nostro paese.

Nel 1994 venne ucciso don Giuseppe Diana, parroco anti-camorra di Casal di Principe; Bettino Craxi fuggì dall’Italia per andare a vivere ad Hammanet, in Tunisia, per scampare all’inchiesta “Mani pulite” che lo vedeva coinvolto; Erich Priebke, uno degli artefici d della realizzazione dell’eccidio delle Fosse Ardeatine, venne arrestato in Argentina e portato in Italia; a Mogadiscio vennero uccisi, in un agguato, la giornalista Rai Ilaria Alpi e l’operatore tv Miran Hrovatin.

Oggi, a distanza di 27 anni da quel 10 Maggio, il panorama politico sembra cambiato, di sicuro più incerto e instabile, con la consapevolezza di non possedere oggi la qualità politica della tanto vituperata Prima Repubblica.

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