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Capello su Mourinho: “Lui alla Roma… un pò come me”

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Fabio Capello benedice l’arrivo di José Mourinho alla Roma.

L’ex tecnico (anche) giallorosso ha dichiarato alla Gazzetta dello SportNon è una scelta: è una bordata. È un colpo di grandissimo effetto che a Roma ha scatenato subito l’entusiasmo. Non ci sono più scusanti. La Roma ha un signor allenatore, un numero uno, un professionista che ha vinto e ha esperienza. Mi piaceva anche il tecnico attuale Fonseca, persona perbene, un signore, ma troppi infortuni. Significa che la società vuole un tecnico di primissimo livello, molto determinato e che bada alla sostanza. Come me nel 1999? I tempi sono cambiati. La comunicazione, che a Roma ha un certo peso, è ancora più avvolgente. Quando arrivai io, c’erano le radio a orientare gli umori. Oggi ci sono anche i social. Proteggere la squadra è più complicato. Sul piano tecnico, la mia mission e quella di Mourinho possono avere alcuni punti in comune: esperienza, determinazione, idee chiare“. 

Mourinho mette a disposizione della Roma il suo eccellente background. Avrà il rispetto da parte dei giocatori. E loro lo seguiranno: come fai a non metterti dalla parte di Mourinho? Secondo me la squadra è buona, con due o tre pedine può essere competitiva. Se non avrà le coppe internazionali, paradossalmente questo sarà un aspetto positivo. Mourinho potrà allenare meglio e incidere di più. Può ripetersi quello che è avvenuto all’Inter in questa stagione: fuori dall’Europa, si è dedicata al campionato. Un problema importante che Mourinho dovrà risolvere è quello degli infortuni. Alla Roma hanno pensato che la soluzione fosse quella di cambiare medici e fisioterapisti, ma io ritengo che dipenda dalla preparazione, dall’alimentazione e dallo stile di vita dei calciatori“.

Roma brucia tutto. È la città più bella del mondo, ma anche quella in cui nel calcio è estremamente difficile lavorare. Non c’è molta pazienza, contrariamente a quanto si creda in giro. Non si valuta molte volte la ragione di una sconfitta. La chiave di tutto è avere uno staff solido e crearsi un gruppo di giocatori schierato compatto dalla parte dell’allenatore. Un gruppo unito contro tutto e tutti. Io feci così. Poi, ovvio, è fondamentale la società: l’allenatore va sempre sostenuto e bisogna impedire che dietro le quinte qualcuno approfitti delle difficoltà per alimentare il dissenso“. 

Batistuta? Servono giocatori così per vincere. Penso a Zaniolo, è un giocatore fortissimo e io sono un suo grande estimatore. Può essere l’uomo in grado di far fare il salto di qualità alla Roma, ma deve ricordarsi che dipende sempre prima di tutto da lui“.

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