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Fare impresa in Sardegna: cooperazione UE, progetto per la creazione di nuove start-up

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Fare impresa in Sardegna, potenziando un sistema di finanza etica che offra la possibilità a giovani e donne, disoccupati o inoccupati e residenti nell’Isola, di realizzare la loro idea di impresa.

All’interno del programma ENI CBC MED, di cui la Regione Sardegna è Autorità di Gestione, è nato il progetto MEDSt@rts, “Med microfinance support system for start-ups, con l’obiettivo di fare impresa in Sardegna, potenziando un sistema di finanza etica che offra la possibilità a giovani e donne, disoccupati o inoccupati e residenti nell’Isola, di realizzare la loro idea di impresa.

Il progetto, finanziato con 2 milioni 800 mila euro (2,5 mln di contributo Europeo, e 300 mila euro dai governi nazionali) coinvolge le regioni mediterranee di Italia, Grecia, Tunisia, Palestina e Libano e mira alla creazione di 75 giovani realtà imprenditoriali nei cinque paesi, supportati da 60 promotori di micro finanza (selezionati dalla Camera di Commercio Italo-Araba, partner del progetto).

In Sardegna, unica regione italiana coinvolta, il protocollo d’intesa è stato firmato anche da Aspal e Sardegna Ricerche; ente capofila è la Fondazione di Sardegna.

Con un bando lanciato ad agosto del 2019, sono state selezionate 25 realtà in ogni paese, successivamente ridotte a 15. A queste è stata dedicata una fase di formazione, tutta virtuale a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia di Coronavirus e conclusa la scorsa settimana, cui seguirà una fase di mentoring individuale di 50 ore. Alla fine del percorso, prevista per aprile 2022, ogni azienda beneficerà di 10mila euro utili per il sostegno al proprio progetto. L’aumento del numero di start-up nel mercato di riferimento, creando nuove opportunità professionali, avrà come ulteriore risvolto l’aumento del volume di nuovi beni e servizi venduti, volano per l’economia del territorio.

Tra i criteri di selezione dei partecipanti sono stati tenuti in considerazione, oltre al requisito fondamentale della residenza nell’isola e quello dell’età (compresa tra 18 e 40 anni): il carattere motivazionale dell’idea, la qualità del business plan (per la coerenza di azioni e misure previste, il grado di innovazione e sostenibilità finanziaria, l’impatto socio-economico e le possibili ricadute occupazionali sul territorio), gli obiettivi rispetto al progetto e all’area geografica di riferimento, nonché la frequenza di partecipazione alle attività da parte degli aspiranti startuppers.

Variegati i campi d’azione dei progetti. Dalla moda eco sostenibile agli accessori e costumi teatrali, al bracciale in tessuto intelligente in grado di trasmettere i parametri vitali di bambini, persone fragili o animali. Il turismo si declina in diverse finalità. Si punta a favorire l’incontro tra i visitatori e le comunità locali, e alla creazione del primo social hostel della Sardegna. Senza trascurare l’agroalimentare di qualità con un’app con annessa piattaforma per trovare facilmente i prodotti tipici dei territori.

Non può mancare l’attenzione all’ambiente, con il noleggio di biciclette e altri mezzi elettrici, e i packaging con la plastica riciclata.

Fonte: comunicato regione Sardegna

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