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SuperLega, Perez: “Il progetto non è finito e JP Morgan non si è ritirata”

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Non è finita qui, per nulla.

Anzi: dopo la sospensione dell’idea di questa nuova competizione, le parti in causa, cioè Uefa e club, si stanno muovendo per vie legali al fine di difendere le rispettivi posizioni. Da un lato c’è il presidente Uefa, Ceferin, che minaccia provvedimenti per le società coinvolte. Dall’altra gli stessi club che stanno cercando di tutelarsi, sia nel rapporto fra loro che con la federcalcio europea.

Secondo quanto ricostruito dal Corriere della Sera, tutti i club sanno che al momento non c’è possibilità di riproporre questo format, anche se formalmente almeno 4 fanno ancora parte della società consortile European Superleague Company SL, che esiste, ha sede in Spagna e ha un consiglio di amministrazione dove siedono ancora le proprietà dei 12 club. Per il Milan c’è Gordon Singer, per l’Inter Zhang. Esiste anche un capitale minimo già versato.

Chi non è disposto ad arrendersi è il presidente del Real Madrid, Florentino Perez.  Ha avviato e vuole portare avanti un’altra causa legale di fronte all’Antitrust. Punterà il dito contro l’Uefa nella sua doppia veste di regolatore (fa le norme e punisce chi non le rispetta) e di organizzatore degli eventi (con annessi incassi e proventi). Sono due ruoli che in altri sport, come ad esempio la Formula 1, sono ben distinti, mentre la Uefa, secondo Perez, agisce in un regime di autentico monopolio impedendo alle squadre di creare tornei alternativi.

Il patron del Real è forte di una sentenza del Tribunale di Madrid che, martedì scorso, aveva emesso una misura cautelare per tutelare la SuperLega. I club non possono essere espulsi perché l’Uefa, appunto, non può essere l’unico che organizza le competizioni. Su questo Florentino andrà all-in.

Queste le parole del presidente ai colleghi di AS: “Già a gennaio Ceferin ci avvertì severamente. Volevamo discutere i dettagli con la UEFA, ma non ci hanno nemmeno dato il tempo. È stata una grande opera di manipolazione, non ho mai visto niente di simile. Siamo stati costretti ad andare in tribunale, che ha emesso un provvedimento precauzionale che dice tutto. Ordina alla UEFA e alla FIFA, nonché alle leghe e alle Federazioni nazionali, di astenersi dall’adottare qualsiasi tipo di azione che impedisca la nascita della Superlega. A mio parere, questa sentenza pone fine al monopolio dell’UEFA. Ma anche se è stata emessa martedì, mercoledì Ceferin ha continuato a minacciare. Le sue azioni vanno contro la libera concorrenza nell’Unione europea, e questo è qualcosa di molto grave. Non è vero che va contro i campionati nazionali, né che è un sistema non meritocratico o esclusivo. È stato tutto manipolato. È il progetto migliore possibile ed è stato studiato per aiutare il calcio ad uscire dalla crisi. Il calcio è gravemente malato perché l’economia sta affondando e dobbiamo adattarci ai tempi che corrono. Noi puntiamo a far arrivare più soldi per tutto il sistema. E penso che la nuova riforma UEFA non risolva il problema perché non migliorerà la situazione esistente. Inoltre, non possiamo aspettare fino al 2024. Ma noi abbiamo fatto qualcosa di sbagliato… Qualcosa va fatto perché i giovani, tra i 14 e i 24 anni, abbandonano il calcio perché annoia di più rispetto ad altre forme di divertimento. Ci sono 4 miliardi di tifosi di calcio in tutto il mondo e la metà di loro sostiene i club della Superlega. Il calcio è l’unico sport mondiale. JP Morgan? Non ha lasciato. È un momento di riflessione“.

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