L’addio di Paulo Fonseca sembra quasi certo e dovrebbe concretizzarsi anche vincendo l’Europa League. Per la panchina giallorossa si delinea, allora, la figura di Maurizio Sarri. I primi contatti risalgono a un paio di mesi fa, quando la panchina del portoghese scricchiolava dopo l’eliminazione in Coppa Italia ad opera di un modesto Spezia.
Dai contatti agli incontri.
Non più con Ramadani e Tiago Pinto, ma con i Friedkin. Gli incontri sarebbero stati positivi a tal punto da mettere l’ex juventino in assoluta pole position per la panchina della prossima stagione.
A Sarri il progetto Roma piace, eccome.
A Trigoria potrebbe mettere in piedi quel laboratorio a medio-lungo termine già costruito con successo in azzurro. La rosa si presta e si sposerebbe bene al suo 4-3-3. Servirà qualche rinforzo ma l’assenza di troppi “campioni” da convincere, come accaduto a Londra e Torino, si adatta meglio alle qualità del tecnico, che ama i giovani da plasmare.
Il fine-rapporto con la Juve rappresenta però un problema: senza il pagamento della penale da 2,5 milioni (entro maggio), scatterebbe in automatico il rinnovo annuale (da 7 milioni).
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