“Centinaia di miliziani del gruppo Polisario nei campi di Tindouf in Algeria si attivano in seno a diverse organizzazioni o gruppi terroristici, di cui le due principali sono Al-Qaeda nel Maghreb islamico (AQMI) e lo Stato islamico nel Grande Sahara (EIGS). Quest’ultimo è diretto da Adnane Abou Walid Sahrawi che trova rifugio a Tindouf“, lo ribadisce il sito “Sahel-intelligence“, che rivela una gravissima espansione dell’Iran in Africa: “Gli elementi terroristici del Polisario sono reclutati dai mercenari di Hezbollah, che sono al soldo del regime iraniano. Questi mercenari libanesi, siriani e iraniani erano sotto il comando del generale iraniano Qassem Soleimani” ucciso dalle forze americane.
Sahel-intelligence aggiunge: “attualmente, su istruzioni dirette dal capo di Stato maggiore dell’Esercito, il generale Said Chengriha, i mercenari sono assunti dalla sicurezza militare algerina”. Chengriha “l’uomo forte dell’Algeria non si preoccupa affatto delle ingenti somme spese ogni anno dalla tesoreria generale algerina e senza documenti giustificativi“.
In questo pericoloso scacchiere emerge sempre il ruolo importante di membri del gruppo Polisario che sarebbe sostenuto ed armato dall’Algeria e dall’Iran grazie al sodalizio con lo “Stato islamico nel Grande Sahara” e “Al Qaeda nel Maghreb Islamico“.
Il quotidiano italiano “Il Manifesto” ha pubblicato nella sua edizione del 24 marzo a firma di Stefano Mauro: “137 morti ufficiali. Nell’ultima settimana, infatti, l’area delle “tre frontiere” (Niger, Burkina Faso e Mali) è diventata nuovamente oggetto di violenze da parte dei miliziani jihadisti. Gli aggressori avrebbero preso di mira numerosi villaggi al confine con il Mali, in una zona dove normalmente operano i terroristi dello Stato Islamico nel Grande Sahara (Eigs)“.
“In questi ultimi mesi, nella zona il Gruppo di sostegno all’Islam e ai musulmani (Jnim), affiliato ad Al-Qaeda, e lo Stato Islamico del Gran Sahara (Eigs) hanno rafforzato la loro presenza, lanciando frequenti attacchi e rendendo ingovernabili ampie zone“, denuncia il quotidiano di opinione comunista.
Con le rivelazioni di Sahel-intelligence a bocca di Samuel Benshimon si lancia l’allarme: “Tutti questi collegamenti pongono la regione del Sahel sotto una minaccia terroristica permanente, più che mai“, spiegando che “la porosità delle frontiere, la povertà, la mancanza di istruzione e, soprattutto, l’ingerenza di alcuni Stati senza scrupoli, favoriscono la proliferazione e la recrudescenza delle attività terroristiche. In questo contesto, anche i paesi europei temono di essere colpiti da questa minaccia terroristica“.
di Yassine Belkassem
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