Dalle Province

Il Censimento permanente della popolazione in Sardegna, prima diffusione dei dati definitivi 2018 e 2019

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CAGLIARI – Nel corso del 2018 e del 2019 l’Istat ha svolto le prime due rilevazioni del Censimento permanente della popolazione previsto dall’art. 3 della legge 221/2012. La realizzazione del censimento ha comportato un radicale cambiamento di strategia rispetto alla rilevazione diretta, esaustiva e a cadenza decennale su tutti gli individui e tutte le famiglie che ha caratterizzato i censimenti fino al 2011. Il nuovo censimento si basa, infatti, sulla combinazione di rilevazioni campionarie e dati di fonte amministrativa trattati statisticamente, è realizzato ogni anno ed è inserito all’interno del Sistema Integrato dei Registri statistici gestito dall’Istat.

I dati resi disponibili riguardano gli anni 2018-2019 e sono stati ottenuti attraverso due indagini annuali sul territorio (una basata sulle liste anagrafiche e l’altra su un campione areale d’indirizzi), condotte su un campione di circa 2.800 comuni (di cui circa 1.100 coinvolti ogni anno e circa 1.700 che effettuano le rilevazioni con rotazione annuale). A queste indagini si affianca l’utilizzo di numerose fonti amministrative integrate, finalizzato al consolidamento dei risultati annuali riferiti alla totalità dei comuni italiani.

Tutti i dati dettagliati a livello di singolo comune sono consultabili, dal 15 dicembre 2020, su tre piattaforme caratterizzate da diverse funzionalità e contenuti:

  • Data Warehouse tematico dei Censimenti permanenti (raggiungibile al link: http://dati-censimentipermanenti.istat.it/). Sono disponibili i dati per gli anni 2018 e 2019
  • Data Browser (link: http://esploradati.censimentopopolazione.istat.it/). Sono disponibili i dati in formato tabellare, sotto forma di grafici e mappe. I dati, riferiti agli anni 2018, 2019 e alla serie storica 1951-2011 (riportata ai confini territoriali del 2019) sono navigabili e visualizzabili per territorio e per tema ed esportabili in formato .csv.
  • Mappe GIS (http://gis.censimentopopolazione.istat.it/). Sono disponibili elaborazioni cartografiche interattive per la popolazione residente in serie storica 1951-2019.

Di seguito viene riportata una breve presentazione dei risultati delle rilevazioni svolte in Sardegna nel 2018 e nel 2019.

Sintesi dei principali risultati

  • La popolazione censita in Sardegna al 31 dicembre 2019 ammonta a 1.611.621 unità, con una riduzione di 10.636 abitanti (-6,6 per mille) rispetto all’anno precedente e di 27.741 abitanti (-2,1 per mille in media ogni anno) rispetto al Censimento 2011.
  • In merito al 2011 i residenti diminuiscono in tre province, con leggeri aumenti per Cagliari e Sassari. Il calo è maggiore a Oristano e Sud Sardegna (-6,3 per mille in media annua). Il 26% dei residenti è nella provincia di Cagliari, dove la densità abitativa dal 1951 sale da 164 a 339 abitanti per km2.
  • Il comune più popoloso è Cagliari con 151mila abitanti, quello più piccolo è Baradili, in provincia di Oristano, con 77 abitanti.
  • La struttura per genere della popolazione residente si caratterizza per una maggiore presenza di donne: sono 819.925, il 50,9% del totale.
  • L’età media è 46,8 anni contro i 45,2 dell’Italia. Il confronto con i dati del Censimento 2011 evidenzia un progressivo invecchiamento della popolazione, con ritmi superiori alla media nazionale. Tutte le classi di età sotto i 45 anni vedono diminuire il proprio peso relativo rispetto al 2011.
  • Il comune più giovane è Girasole, in provincia di Nuoro, con un’età media di 41,4 anni; quello più vecchio è Semestene, in provincia di Sassari, dove l’età media è pari a 58,5 anni.
  • Nel periodo 2011-2019 la popolazione di cittadinanza straniera è aumentata del 6,9% in media ogni anno. I cittadini stranieri risultano in crescita in tutte le province, con punte più elevate a Cagliari (+8,2% in media annua) e Sassari (+6,8%).
  • L’età media degli stranieri è più bassa di 9,7 anni rispetto a quella degli italiani (37,4 anni contro 47,1 anni nel 2019). Tra gli stranieri, l’indice di dipendenza strutturale, ovvero la quota di popolazione in età non lavorativa (con meno di 15 anni o con 65 anni e più) rispetto alle persone in età da lavoro (15-64 anni) è pari a 21,6 mentre tra gli italiani è 56,3.
  • Come la popolazione italiana, anche quella straniera è sottoposta a un processo di invecchiamento, con un aumento della sua componente con più di 50 anni concentrato nella classe d’età 60-69 anni tra il 2011 e il 2019.
  • Nel 2019 circa la metà (48,1%) degli stranieri residenti in Sardegna proviene dall’Europa, il 29,2% è originario di un paese africano mentre i cittadini di Asia e America rappresentano, rispettivamente, il 17,6% e il 4,9% del totale. I cittadini rumeni sono il 25,4% del totale degli stranieri residenti e costituiscono la comunità più numerosa, seguiti da senegalesi, (8,6%) e marocchini (8,2%).
  • Il rapporto di genere nella popolazione straniera è eterogeneo rispetto alle varie provenienze. L’incidenza della popolazione femminile prevale tra coloro che provengono dall’Europa centro-orientale (74,1%), dai paesi dell’Unione Europea (67,3%) e tra i latinoamericani (65,7%).
  • Il 30,3% della popolazione con 9 anni e più ha un diploma di scuola secondaria di secondo grado o di qualifica professionale, il 16,4% la licenza elementare e il 35,7% la licenza di scuola media. Le persone con un titolo terziario e superiore sono il 12,2%.
  • Rispetto al 2011, è quasi dimezzata la presenza degli analfabeti (dall’1,3% allo 0,7%) e sono diminuiti gli alfabeti privi di titolo di studio (dal 5,9% al 4,7%). Le persone con un titolo universitario e superiore sono aumentate dal 10,0% al 12,2%.
  • Tra la popolazione residente di 15 anni e più le forze di lavoro sono 731 mila, 12 mila in più rispetto al 2011 (+1,7%). L’incremento è dovuto principalmente alla crescita delle persone in cerca di occupazione (+7,9%), soprattutto fra gli uomini (+14,0%). Aumentano lievemente anche gli occupati nel complesso (+0,3%), grazie al contributo della componente femminile (+5,7%).
  • Il tasso di attività è pari al 51,0%, 1,5 punti percentuali sotto Il corrispondente valore dell’Italia; gli occupati rappresentano il 40,9% della popolazione di 15 anni e più, contro il 45,6% della media nazionale. Sensibilmente più elevato, invece, il tasso di disoccupazione (19,8% Sardegna e 13,1% Italia).
  • Il mercato del lavoro presenta un forte squilibro di genere. Il tasso di attività degli uomini (59,3%) supera di oltre sedici punti quello delle donne; il tasso di occupazione maschile è al 47,7%, oltre tredici punti più elevato di quello femminile; il tasso di disoccupazione è pari al 19,4% e al 20,3%, rispettivamente per uomini e donne.

La struttura della popolazione per genere ed età

La struttura per genere della popolazione residente si caratterizza per una maggiore presenza della componente femminile. Nel 2019 le donne sono 819.925 – il 50,9% del totale – e superano gli uomini di 28.229 unità. Il maggior peso, dovuto al progressivo invecchiamento della popolazione e alla maggiore sopravvivenza delle donne sino alle età senili, fa sì che in Sardegna ci siano 97 uomini ogni 100 donne. Tuttavia, la struttura di genere è in maggiore equilibrio rispetto al 2011 quando il rapporto di mascolinità era al 95,6%.

Le differenze territoriali più significative scaturiscono dalla recente suddivisione della vecchia provincia di Cagliari. Il rapporto di mascolinità più basso è nella provincia di Cagliari (93,9%), il più alto nella provincia del Sud Sardegna (98,5%).

Ci sono però 162 comuni (il 43% dei comuni sardi) dove il rapporto di mascolinità risulta sbilanciato a favore della componente maschile, con il primato che spetta a Villanovaforru (125,4%) del Sud Sardegna e Siris (122%) della provincia di Oristano. All’estremo opposto, si collocano tre comuni dell’oristanese: Sennariolo (78,0%), Soddì (80,3%) e Flussio (83,1%).

PROSPETTO 2. POPOLAZIONE RESIDENTE PER GENERE. Censimenti 2019, 2018 e 2011. Valori assoluti e composizione percentuale

SESSO  2019 2018 2011
Valori assoluti Composizione % Valori assoluti Composizione % Valori assoluti Composizione %
Femmine 819.925 50,9 824.905 50,8 838.121 51,1
Maschi 791.696 49,1 797.352 49,2 801.241 48,9
Totale 1.611.621 100,0 1.622.257 100,0 1.639.362 100,0

La popolazione sarda presenta una struttura per età sensibilmente più vecchia di quella italiana, evidenziata anche dalla diversa forma delle piramidi delle età. Con una età media di 46,8 anni contro i 45,2 dell’Italia, la Sardegna si colloca tra le regioni più longeve: il 43,5% dei sardi ha meno di 45 anni (il 46,5% a livello nazionale), il 24,4% ne ha più di 64 (il 23,2% in media Italia).

Il confronto con i dati del Censimento 2011 conferma anche in Sardegna un progressivo invecchiamento della popolazione, con ritmi superiori alla media nazionale. Tutte le classi di età sotto i 50 anni registrano variazioni negative. I bambini con meno di 10 anni diminuiscono di 21 mila unità (-16% a fronte del -11,5% dell’Italia); il numero di giovani da 10 a 19 anni cala di 9 mila unità (-6,3% contro +0,7% a livello nazionale), quello dei 20-29enni di 31 mila (-16,7%, Italia -3,8%). Crescono, più che nel resto d’Italia, consistenza e peso delle classi più anziane. Sono 394 mila i residenti con più di 64 anni (+19,8% in Sardegna e +11,9% in Italia); i grandi anziani (con 85 anni e più) passano da 41 mila a 58 mila (+42,4%, +29,4% Italia).

FIGURA 4. PIRAMIDE DELLE ETÀ DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE, SARDEGNA E ITALIA. Censimenti 2019 e 2011, valori percentuali:

Le variazioni nella composizione per età della popolazione sarda si riflettono sui principali indicatori di struttura demografica. L’età media sale da 43,7 anni del 2011 a 46,8 del 2019 (in media Italia da 43,3 a 45,2); l’indice di vecchiaia (% popolazione in età 65 e più / popolazione in età 0-14) passa da 164,1 a 222,2, l’indice di dipendenza strutturale degli anziani (% popolazione in età 65 e più / popolazione in età 15-64) passa da 47,7 a 54,9. Si modifica sensibilmente anche il rapporto tra la componente più anziana e quella più giovane della popolazione in età lavorativa (indice di struttura della popolazione attiva): mentre nel 2011 ci sono 122 residenti nella classe di età 40-64 ogni 100 residenti con età compresa fra 15 e 39 anni, nel 2019 se ne contano 156.

PROSPETTO 3. INDICATORI DI STRUTTURA DELLA POPOLAZIONE, SARDEGNA E ITALIA. Censimenti 2019, 2018 e 2011

 INDICATORI 2019 2018 2011
Sardegna Italia Sardegna Italia Sardegna Italia
Rapporto di mascolinità 96,6 95,0 96,7 94,9 95,6 93,7
Età media 46,8 45,2 46,4 45,0 43,7 43,3
Indice di vecchiaia 222,2 179,4 212,4 174,0 164,1 148,8
Indice di dipendenza strutturale 54,9 56,7 53,8 56,4 47,7 53,5
Indice di dipendenza strutturale anziani 37,9 36,4 36,6 35,8 29,6 32,0
Indice di struttura della popolazione attiva 155,9 140,7 152,6 139,3 122,4 120,7

Le province di Cagliari e di Sassari presentano una struttura demografica più giovane, con indicatori molto vicini tra loro (età media 46 anni, indice di vecchiaia 205,6 e 203,3, indice di dipendenza strutturale degli anziani 34,9 e 35,9); si discostano leggermente l’indice di dipendenza strutturale (% in età 0-14 e 65 e più / in età 15-64), che a Cagliari vale 51,9 e a Sassari 53,6 e l’indice di struttura della popolazione attiva (rispettivamente 159,9 e 154,3). Per le restanti tre province i valori degli indicatori sono più elevati.

PROSPETTO 4. INDICATORI DI STRUTTURA DELLA POPOLAZIONE PER PROVINCIA. Censimento 2019

PROVINCE Rapporto di mascolinità Età media Indice di vecchiaia Indice di dipendenza strutturale Indice di dipendenza strutturale anziani Indice di struttura della popolazione attiva
Cagliari 93,9 46,2 205,6 51,9 34,9 159,9
Nuoro 97,1 46,6 216,9 57,4 39,3 146,5
Oristano 97,1 48,3 273,2 58,9 43,1 156,8
Sassari 97,1 46,1 203,3 53,6 35,9 154,3
Sud Sardegna 98,5 47,8 255,5 57,3 41,2 158,8
SARDEGNA 96,56 46,8 222,2 54,9 37,8 155,9

PROSPETTO 5. COMUNI CON PARTICOLARI CARATTERISTICHE AL CENSIMENTO 2019

Caratteristica del comune Sardegna Caratteristica del comune Sardegna
Comune Valori Comune Valori
Comune più piccolo (residenti) Baradili (OR)         77 Comune più grande (residenti) Cagliari (CA) 151.005
Comune più giovane (età media) Girasole (NU)      41,4 Comune più vecchio (età media) Semestene (SS)       58,5
Comune con il rapporto di mascolinità più basso Sennariolo (OR)     78,0 Comune con il rapporto di mascolinità più alto Villanovaforru (SU)     125,4
Comune con maggior incremento della popolazione rispetto al 2011 (per 100 residenti) Arzachena (SS)      17,5 Comune con maggior decremento della popolazione rispetto al 2011 (per 100 residenti) Tadasuni (OR) -20,1
Comune con maggior incremento di residenti italiani rispetto al 2011 (per 100 residenti) Uta (CA)      10,8 Comune con maggior decremento di residenti italiani rispetto al 2011 (per 100 residenti) Semestene (SS) -21,2
Comune con maggior incremento di residenti stranieri rispetto al 2011 (per 100 residenti) Norbello (OR)    545,5 Comune con maggior decremento di residenti stranieri rispetto al 2011 (per 100 residenti)  Belvì (NU) -100,0

Per determinare il Comune con il maggior incremento o decremento di popolazione straniera è stato considerato l’insieme dei comuni con almeno 10 stranieri residenti al 2011

Come nel 2011, il comune più giovane è Girasole, in provincia di Nuoro, con un’età media di 41,4 anni mentre il più vecchio è Semestene, in provincia di Sassari, dove l’età media sale a 58,5 anni e con il maggior decremento di residenti italiani (-21,2% rispetto al 2011). Il comune con il maggior incremento di residenti italiani è Uta (+10,8 rispetto al 2011) mentre Arzachena fa registrare il maggior incremento della popolazione (+17,5 rispetto al 2011).

Il grado di istruzione

Al 31 dicembre 2019, tra gli 1.514.382 sardi di 9 anni e più, il 30,3% ha un diploma di scuola secondaria di secondo grado o di qualifica professionale, il 16,4% la licenza elementare e il 35,7% la licenza di scuola media. Le persone con un titolo terziario e superiore[6] sono il 12,2%: il 3,1% ha conseguito un titolo di primo livello, l’8,8% uno di secondo. I dottori di ricerca residenti in Sardegna sono 5.280, pari allo 0,3%. Le persone analfabete rappresentano lo 0,7% della popolazione di 9 anni e più mentre gli alfabeti privi di titolo di studio sono il 4,7%.

Tra il 2011 e il 2019 il livello dell’istruzione nella regione Sardegna è complessivamente migliorato, definendo una popolazione in possesso di titoli di istruzione sempre più alti e specialistici. Tuttavia, le variazioni rimangono al di sotto della media nazionale in tutti i gradi di istruzione.

La presenza degli analfabeti (0,7%) è quasi dimezzata mentre gli alfabeti privi di titolo di studio passano dal 5,9% al 4,7%. Rimane sostanzialmente stabile la quota di persone con la licenza media (35,7%) mentre diminuisce quella di persone con la sola licenza elementare (dal 20,3% al 16,4%) a favore dei titoli di studio più alti.

Infatti, i residenti sardi con un titolo universitario e superiore sono passati dal 10,0% al 12,2%. I possessori di un titolo terziario di primo livello salgono dal 2,0% al 3,1%, quelli con un titolo di secondo livello dal 7,7% all’8,8% mentre i dottori di ricerca rimangono stabili allo 0,3%. Si tratta di variazioni rilevanti anche in termini assoluti sia per i laureati di primo livello (da 30.646 a 47.328 unità, +54,4%) che per quelli di secondo livello (da 117.793 a 132.852 unità, +12,8%).

PROSPETTO 9. POPOLAZIONE DI 9 ANNI E PIÙ PER GRADO DI ISTRUZIONE. Anni 2019, 2018 e 2011. Valori assoluti e composizione percentuale

GRADO DI ISTRUZIONE Anno 2019 Anno 2018 Anno 2011
v.a. % v.a. % v.a. %
Fino a secondario I grado 869.585 57,4 881.455 58,0 962.020 63,2
Analfabeti 10.254 0,7 11.819 0,8 19.805 1,3
Alfabeti privi di titolo di studio 70.542 4,7 71.619 4,7 89.211 5,9
Licenza di scuola elementare 248.640 16,4 257.234 16,9 308.801 20,3
Licenza di scuola media 540.149 35,7 540.783 35,6 544.203 35,8
Secondario II grado 459.337 30,3 453.416 29,8 406.456 26,7
Terziario e superiore 185.460 12,2 185.746 12,2 152.593 10,0
Terziario I livello 47.328 3,1 45.340 3,0 30.646 2,0
Terziario II livello 132.852 8,8 134.830 8,9 117.793 7,7
Dottorato di ricerca/Alta formazione 5.280 0,3 5.576 0,4 4.154 0,3
Totale 1.514.382 100,0 1.520.617 100,0 1.521.069 100,0

Concentrando l’attenzione sui confronti regionali e nazionali delle variazioni intercorse tra il 2019 e il 2011 le tendenze più significative riguardano da una parte la riduzione della quota di analfabeti (in Sardegna di 5,1 punti percentuali oltre la media nazionale) e dall’altra l’aumento delle persone che raggiungono il titolo terziario di primo livello (7,1 punti percentuali in più in Sardegna). Da segnalare, per contro, la minore intensità nell’incremento nel titolo di studio Dottorati di ricerca e Alta formazione in cui lo scarto fra il dato regionale e dato nazionale è di 12 punti percentuali.

FIGURA 9. POPOLAZIONE DI 9 ANNI E PIÙ PER GRADO DI ISTRUZIONE. SARDEGNA E ITALIA. Variazione percentuale anni 2011-2019

I risultati del censimento permettono di cogliere le differenze territoriali nei livelli di istruzione, come uno degli elementi cardine per una migliore conoscenza dei contesti in cui le persone vivono. L’istruzione, in quanto elemento circolare tra persone e ambiente di riferimento, è fortemente condizionata dal contesto, a partire dalla presenza sul territorio di strutture scolastiche e universitarie fino alla disponibilità di infrastrutture di mobilità adeguate.

Nonostante l’istruzione isolana presenti alcune criticità rispetto alla situazione nazionale, all’interno della regione la distribuzione dei titoli di studio è piuttosto omogenea. Si registrano solo alcuni piccoli divari tra le cinque province: Cagliari è la provincia dove risiedono le persone con titoli di studio più alti: il 17,3% dei residenti ha un titolo terziario o superiore, di cui il 13,0% un titolo terziario di secondo livello. Anche la quota di persone con un titolo terziario di primo livello (3,6%) è, seppur di poco, superiore a quella presente nelle altre province della regione: Sud Sardegna (2,6%), Sassari ed Oristano (3,0%), Nuoro (3,3%).

Tra le altre province, Sassari, Nuoro e Oristano presentano anch’esse livelli di istruzione elevati, tutte e tre con oltre il 10% di residenti che possiedono un titolo universitario o superiore.

La percentuale di persone con il diploma di scuola secondaria di secondo grado o qualifica professionale è pari al 30,3% nella regione, leggermente più bassa della media nazionale (35,6%); in particolare si attesta a 31,3% a Sassari, a 33,0% a Cagliari e leggermente al di sotto nelle altre tre province, i cui valori oscillano tra 27,7% e 28,3%.

Dall’altra parte, il Sud Sardegna è la provincia con la situazione più svantaggiata, con una percentuale di persone che hanno al più un titolo fino alla scuola secondaria di primo grado pari a circa il 64% (contro il 49,8% di Cagliari, il 56,3% di Sassari e il 61,4% di Nuoro). Nel dettaglio, questa provincia è caratterizzata dall’alta presenza di persone con la licenza di scuola media (39,2% contro il 35,7% del livello regionale), che supera di quasi 10 punti il dato nazionale (29,5%).

Dalla distribuzione percentuale della popolazione per grado di istruzione nei diversi comuni si nota che l’istruzione terziaria è più diffusa nei centri di grandi dimensioni rispetto a quelli più piccoli. Tra i primi cinque comuni con la percentuale più elevata di istruzione terziaria, ben quattro sono capoluoghi di provincia: Cagliari (25,3%), Sassari (18,4%), Nuoro (17,8%) e Oristano (17,6%), dati supportati dalla presenza di strutture universitarie su questi territori; da notare però la presenza di due piccoli comuni dell’Oristanese in cui la percentuale di persone con il più elevato grado di istruzione si attesta intorno al 15%: Scano di Montiferro (15,1%) e Modolo (14,6%).

Viceversa, la percentuale di popolazione in possesso di un titolo al più di diploma di scuola secondaria di primo grado è maggiore nei piccoli centri: in 90 comuni su 377, è superiore al 70%. Il dato più alto (80,9%) si riscontra nel comune di Siris, in provincia di Oristano.

FIGURA 10. POPOLAZIONE DI 9 ANNI E PIÙ PER GRADO DI ISTRUZIONE E PROVINCIA. SARDEGNA E ITALIA. Anno 2019. Valori percentuali

Rispetto alla distribuzione dei titoli di istruzione per genere, la situazione della Sardegna si presenta sostanzialmente in linea con quella nazionale.

Nel 2019, su 100 persone residenti in Sardegna con titolo di istruzione terziario e superiore le donne sono 59 e rappresentano il 14,2% della popolazione femminile con oltre 9 anni di età (56 su 100 a livello nazionale, il 15,5% della popolazione di riferimento).

In particolare, in linea con la media nazionale, si evidenzia una prevalenza femminile nel complesso della formazione terziaria rispetto al dato nazionale (+3,6 punti percentuali). Più in dettaglio, invece, le donne sarde con il titolo di istruzione terziario di primo livello sono il 61,3% (+2,3 punti rispetto alla media italiana) e quelle con il titolo di secondo livello superano gli uomini di quasi 18 punti (+4,3 punti percentuali rispetto alla media nazionale). Tra i dottori di ricerca residenti in Sardegna, si denota un maggiore equilibrio di genere con uno scarto di 4,6 punti percentuali (52,3% contro 47,7%).

In leggera controtendenza rispetto al tradizionale equilibrio che si osserva a livello nazionale per le persone con titolo di studio di secondo grado, in Sardegna la percentuale dei diplomati si attesta al 48,7% (-1,6 punti percentuali sulla media nazionale).

Si rileva inoltre un forte squilibrio di genere nella distribuzione dei livelli di istruzione: se i titoli di istruzione secondaria di primo e secondo grado sono ancora equamente distribuiti tra uomini e donne (rispettivamente 50,9% e 49,1% per quanto riguarda i titoli fino all’istruzione secondaria di primo grado, 48,7% e 51,3% per i titoli di istruzione secondaria di secondo grado), i titoli di istruzione universitaria o superiore sono conseguiti prevalentemente dalle donne, che rappresentano il 59,4% dei titolati mentre la percentuale di laureati uomini si ferma al 40,6%.

La distribuzione dei livelli di istruzione tra i generi in Sardegna, dunque, è in linea con i dati nazionali, che vedono percentuali analoghe per tutti e tre i gradi di istruzione analizzati.

Si può osservare una traiettoria di recupero e avanzamento nei percorsi scolastici delle donne sarde, che, pur rappresentando la maggioranza nei titoli di studio più bassi (il 16,4% con la sola licenza elementare è composto da 8,8% donne e da 7,6% uomini), giungono a un equilibrio tra i diplomati e arrivano a superare la componente maschile nell’istruzione terziaria (7,3% contro 5,0%).

FIGURA 11. POPOLAZIONE DI 9 ANNI E PIÙ PER GRADO DI ISTRUZIONE E GENERE. SARDEGNA E ITALIA. Anno 2019. Composizione percentuale

La condizione professionale

Al 31 dicembre 2019, le forze di lavoro sono 731 mila, 12 mila più rispetto al 2011 (+1,7%). L’incremento delle persone attive sul mercato del lavoro è dovuto principalmente al contributo delle persone in cerca di occupazione (+7,9%), in particolare alla componente maschile, che nel 2019 conta 10 mila unità in più rispetto al precedente censimento (+14,0%). Aumentano lievemente anche gli occupati (+0,3%) soprattutto fra le donne (+5,7%). Tra le non forze di lavoro si rilevano 306 mila percettori di pensioni da lavoro o di rendite da capitali (-6,7% rispetto al 2011), 169 mila persone dedite alla cura della casa (-8,1%), 108 mila studenti (+0,8%) e 120 mila persone in altra condizione (+19,1%).

PROSPETTO 10. POPOLAZIONE RESIDENTE DI 15 ANNI E PIÙ PER CONDIZIONE PROFESSIONALE O NON PROFESSIONALE. Censimenti 2019, 2018 e 2011

CONDIZIONE PROFESSIONALE O NON PROFESSIONALE 2019 2018 2011
Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale
Forze di lavoro 414.870 316.159 731.029 425.875 325.116 750.991 417.006 301.813 718.819
Occupato/a 334.256 252.062 586.318 337.939 251.189 589.128 346.308 238.454 584.762
In cerca di occupazione 80.614 64.097 144.711 87.936 73.927 161.863 70.698 63.359 134.057
Non forze di lavoro 285.179 418.159 703.338 277.491 412.151 689.642 280.584 439.557 720.141
Percettore/rice di pensioni da lavoro o di redditi da capitale 164.922 141.199 306.121 160.810 141.539 302.349 169.718 158.474 328.192
Studente/essa 50.019 58.413 108.432 49.749 55.614 105.363 49.471 58.074 107.545
Casalinga/o 8.977 159.835 168.812 7.857 157.359 165.216 3.843 179.848 183.691
In altra condizione 61.261 58.712 119.973 59.075 57.639 116.714 57.552 43.161 100.713
TOTALE 700.049 734.318 1.434.367 703.366 737.267 1.440.633 697.590 741.370 1.438.960

L’aumento delle due componenti delle forze di lavoro, occupati e persone in cerca di occupazione, ha pressoché confermato l’allineamento degli indicatori del mercato del lavoro regionale rispetto ai valori assunti a livello nazionale.

Il tasso di attività si attesta al 51,0%, sotto il corrispondente valore dell’Italia di 1,5 punti percentuali; gli occupati sfiorano il 41% della popolazione di 15 anni e più contro il 45,6% della media nazionale. Sensibilmente più elevato, invece, il tasso di disoccupazione (19,8% Sardegna e 13,1% Italia).

Le differenze sono più marcate per la componente maschile, con un tasso di occupazione (47,7%) di 6,7 punti più basso della media nazionale e un tasso di disoccupazione (19,4%) che supera di quasi 8 punti il corrispondente valore italiano.

PROSPETTO 11. INDICATORI DEL MERCATO DEL LAVORO, SARDEGNA E ITALIA. Censimenti 2019, 2018 e 2011

2019 2018 2011
Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale
SARDEGNA                  
Tasso di attività 59,3 43,1 51,0 60,5 44,1 52,1 59,8 40,7 50,0
Tasso di occupazione 47,7 34,3 40,9 48,0 34,1 40,9 49,6 32,2 40,6
Tasso di disoccupazione 19,4 20,3 19,8 20,6 22,7 21,6 17,0 21,0 18,6
ITALIA
Tasso di attività 61,5 44,0 52,5 61,7 44,0 52,6 60,7 41,8 50,8
Tasso di occupazione 54,4 37,4 45,6 53,8 36,8 45,0 54,8 36,1 45,0
Tasso di disoccupazione 11,6 15,1 13,1 12,9 16,4 14,4 9,8 13,6 11,4

Nonostante la maggiore partecipazione al mercato del lavoro delle donne, testimoniata dall’aumento della quota di due punti percentuali delle occupate sarde, lo squilibrio di genere permane sebbene assuma valori meno marcati rispetto alla media nazionale. Nel 2019 il gap di genere del tasso di attività (43,1% per le donne e 59,3% per gli uomini) è di 16 punti, la distanza tra il tasso di occupazione delle donne (34,3%) e quello degli uomini (47,7%) è di oltre 13 punti, il tasso di disoccupazione delle donne (20,3%) è di circa un punto in più rispetto al corrispondente valore dei maschi (19,4%).

A livello nazionale lo scarto di genere è di 17 punti percentuali, sia per il tasso di attività sia per quello di occupazione e si ferma a quasi quattro punti in corrispondenza del tasso di disoccupazione.

FIGURA 12. DIFFERENZIALI DI GENERE NEL MERCATO DEL LAVORO, SARDEGNA E ITALIA. Censimento 20197

Le province di Cagliari e Sassari presentano valori del tasso di occupazione superiori alla media regionale, per entrambe le componenti di genere. Cagliari ha la percentuale di occupazione più elevata, sia per gli uomini (50,2%), sia per le donne (37,3%). La provincia del Sud Sardegna appare quella in cui gli indicatori del mercato del lavoro descrivono il quadro più fragile in quanto, oltre a registrare il primato nella perdita del numero degli occupati rispetto al 2011 (-2,4%), si conferma, anche nel 2019, l’area a più bassa incidenza di occupati per entrambi i generi (uomini 45,7% e donne 30,5%) e di partecipazione attiva al mercato del lavoro (tasso di attività 47,7%). Segue la provincia di Oristano caratterizzata da un tasso di attività del 48,5% e dalla minore incidenza delle persone in cerca di occupazione in totale (19,1%) e per gli uomini (18,4%).

PROSPETTO 12. INDICATORI DEL MERCATO DEL LAVORO PER PROVINCIA. Censimento 2019

Province Tasso di attività Tasso di occupazione Tasso di disoccupazione
Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale
Cagliari 62,3 46,2 53,9 50,2 37,3 43,5 19,3 19,2 19,3
Nuoro 58,0 42,8 50,3 46,7 33,8 40,1 19,5 21,2 20,2
Oristano 56,9 40,5 48,5 46,4 32,4 39,3 18,4 19,9 19,1
Sassari 59,9 44,1 51,9 48,0 35,2 41,5 19,9 20,2 20,1
Sud Sardegna 56,6 38,9 47,7 45,7 30,5 38,0 19,3 21,5 20,2
SARDEGNA 59,3 43,1 51,0 47,7 34,3 40,9 19,4 20,3 19,8

Rispetto all’ampiezza demografica territoriale, l’incidenza più elevata di occupati (43,1%) è presente nei comuni di maggiore dimensione demografica (popolazione con oltre 50 mila abitanti), seguiti da quelli appartenenti alla classe immediatamente precedente (42% nei comuni con popolazione da 20 mila a 50 mila abitanti). Nei centri più piccoli il tasso di occupazione risulta inferiore alla media regionale raggiungendo uno scarto di quasi 5 punti percentuali nei comuni fino a 1.000 abitanti.

Il comune con il tasso di occupazione più elevato è Arborea (49,9%), in provincia di Oristano, seguito dai comuni di Sestu (49,6%), in provincia di Cagliari, Olbia (47,4%) in provincia di Sassari, Villaspeciosa (47,4%) e Villasimius (47,3%) in provincia del Sud Sardegna. Da notare che tre di questi cinque comuni sono costieri mentre gli altri (Sestu e Villaspeciosa) sono comuni ad elevata tradizione agricola. Il comune di Arborea presenta entrambe le caratteristiche evidenziate.

Glossario

Alfabeti privi di titolo di studio: coloro che hanno dichiarato di sapere leggere e scrivere, pur non avendo conseguito la licenza di scuola elementare.

Analfabeti: coloro che hanno dichiarato di non sapere leggere o scrivere.

Cittadinanza: vincolo giuridico tra un individuo e lo Stato di appartenenza che garantisce il godimento di diritti e l’assoggettamento a particolari oneri. Viene acquisito per nascita o per naturalizzazione, mediante dichiarazione, opzione, matrimonio o altre modalità previste dalla legislazione nazionale. Ad una persona con cittadinanza doppia o multipla, nella rilevazione censuaria va assegnato un unico paese di cittadinanza, da determinare con il seguente ordine di precedenza:

  • paese dichiarante; o
  • se la persona non ha la cittadinanza del paese dichiarante: altro Stato membro dell’Ue; o
  • se la persona non ha la cittadinanza di un altro Stato membro dell’Ue: altro paese non membro dell’Unione europea.

Per “Stato membro dell’Ue” si intende un paese che è membro dell’Unione europea al tempo di riferimento dell’indagine. Nei casi di doppia cittadinanza, in cui entrambi i paesi sono Stati membri dell’Unione europea ma nessuno è il paese dichiarante, gli Stati membri determinano il paese di cittadinanza da assegnare.

Diploma di istruzione secondaria di I grado (licenza media o avviamento professionale): titolo di studio conseguito al completamento dei corsi di scuola secondaria di I grado e dopo il superamento dell’esame di stato conclusivo del primo ciclo d’istruzione.

Diploma di istruzione secondaria di II grado: comprende i diplomi di 4-5 anni (ex diploma di maturità) e i diplomi di qualifica professionale di 2-3 anni. I diplomi di 4-5 anni comprendono i titoli di studio conseguiti al termine di un percorso di studi secondari di II grado, attualmente della durata di 5 anni e dopo il superamento dell’esame di stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione. Il titolo permette l’iscrizione ad un corso di studi universitari. Per accedere ai corsi è richiesto il diploma di scuola secondaria di I grado. I diplomi di qualifica professionale di 2-3 anni comprendono i titoli di studio conseguiti al termine di un percorso di studi secondario di II grado di durata non superiore a 3 anni (istituti professionali, istituti d’arte, scuola magistrale), che non permette l’iscrizione ad un corso di studi universitario.

Dottorato di ricerca/diploma accademico di formazione alla ricerca: titolo di studio che si consegue dopo un corso di almeno 3 anni. Per accedere a tali corsi è necessario possedere una laurea magistrale/specialistica. Il diploma accademico di formazione alla ricerca si consegue dopo un corso di tre anni. Per accedere a tali corsi è necessario possedere il diploma accademico di II livello.

Età media della popolazione: l’età media della popolazione residente a una certa data, espressa in anni e decimi di anno. È ottenuta come media ponderata con pesi pari all’ammontare della popolazione in ciascuna classe di età.

Forze di lavoro: persone di 15 anni e più, occupate e disoccupate.

Inattivi: persone di 15 anni e più che non fanno parte delle forze di lavoro, cioè quelle non classificate come occupate o in cerca di occupazione (disoccupate). Rientrano nella categoria:

  • coloro che non hanno cercato lavoro nelle ultime quattro settimane e non sono disponibili a lavorare entro due settimane dall’intervista;
  • coloro che pur non avendo cercato un lavoro nelle ultime quattro settimane si sono dichiarati disponibili a iniziare un lavoro entro due settimane dall’intervista;
  • coloro che hanno cercato un lavoro nelle ultime quattro settimane, ma che non sono disponibili a iniziare un lavoro entro due settimane dall’intervista (forze lavoro potenziali).

Indice di dipendenza strutturale: rapporto tra la popolazione in età non attiva (0-14 anni e 65 anni e oltre) e la popolazione in età attiva (15-64 anni), moltiplicato per 100.

Indice di dipendenza strutturale degli anziani: rapporto tra la popolazione di 65 anni e oltre e la popolazione in età attiva (15-64 anni), moltiplicato per 100.

Indice di struttura della popolazione attiva: rapporto percentuale tra la popolazione in età 40-64 anni e la popolazione in età 15-39 anni

Indice di vecchiaia: rapporto tra la popolazione di 65 anni e oltre e la popolazione di età 0-14 anni, moltiplicato per 100.

Istruzione terziaria: comprende titoli di istruzione terziaria di I e II livello

Istruzione terziaria di I livello (titolo di): rientrano in questa modalità i seguenti titoli: diploma universitario, diploma rilasciato da una scuola diretta a fini speciali, altro diploma terziario non universitario del vecchio ordinamento, laurea di I livello e diploma accademico Afam di I livello.

Istruzione terziaria di II livello (titolo di): rientrano in questa modalità i seguenti titoli di studio: la laurea magistrale/specialistica (biennale, a ciclo unico, diploma di laurea di 4-6 anni), il diploma di accademia di belle arti, danza, arte drammatica, Isia, ecc., conservatorio (vecchio ordinamento) precedente la riforma del settore Afam (legge 508/99) e il diploma accademico di alta formazione artistica, musicale e coreutica (Afam) di II livello.

Istruzione terziaria e superiore: comprende l’istruzione terziaria, il dottorato di ricerca e il diploma accademico di formazione alla ricerca

Licenza di scuola elementare: titolo di studio che corrisponde al completamento del primo grado del sistema scolastico.

Licenza di scuola media inferiore o di avviamento professionale: titolo di studio che corrisponde al completamento del secondo grado del sistema scolastico e rappresenta la conclusione del primo ciclo di istruzione.

Popolazione residente: popolazione costituita dalle persone aventi dimora abituale in ciascun comune, anche se alla data del censimento sono assenti perché temporaneamente presenti in altro comune italiano o all’estero.

Rapporto di mascolinità: rapporto percentuale tra il numero di persone di sesso maschile e il numero di persone di sesso femminile.

Tasso di attività: rapporto percentuale tra le persone appartenenti alle forze di lavoro (occupati e disoccupati) in una determinata classe di età (in genere 15-64 anni) e la popolazione totale di quella stessa classe d’età.

Tasso di occupazione: rapporto percentuale tra gli occupati di una determinata classe d’età (in genere
15-64 anni) e la popolazione residente totale della stessa classe d’età.

Tasso di disoccupazione: rapporto percentuale tra i disoccupati in una determinata classe d’età (in genere 15 anni e più) e l’insieme di occupati e disoccupati (forze di lavoro) della stessa classe d’età.

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