Si spegneva il 5 Marzo del 1534 uno degli artisti che più ha caratterizzato un momento storico come il cinquecento italiano: Antonio Allegri detto il Correggio.
Disse di lui Giorgio Vasari nelle sue Vite: ”…il quale attese alla maniera moderna tanto perfettamente, che in pochi anni dotato dalla natura et esercitato dall’arte divenne raro e meraviglioso artefice”.
Artista erudito che, verso la fine del quattrocento, compì una formazione dapprima in ambito emiliano, annoverato tra gli altiri come allievo dello scultore Antonio Begarelli, poi a Mantova presso l’ormai anziano Andrea Mantegna ed infine, nel principio del cinquecento, verso la più libera interpretazione e studio dei motivi leonardeschi.
Assoluto protagonista della stagione rinascimentale, il suo stile permeò altre correnti culturali come il nascente Manierismo, al quale però non si lasciò mai andare completamente, mentre con l’incedere del tempo si allontanava delle rigide “regole” quattrocentesche per creare i presupposti per lo sviluppo della decorazione barocca.
Non solo raffinato pittore e artista innovatore, fu grande anche come maestro, dal momento che tra i suoi allievi annoveriamo quel Francesco Mazzola, detto il Parmigianino, assoluto protagonista della pittura manierista italiana.
Oggi, i visitatori, possono ammirare alcuni tra i capolavori dell’arte del Correggio come l’Assunzione nella cupola del Duomo di Parma, capolavoro pittorico dove la rappresentazione concepita come un tripudio di angeli che, in circolo, fluttuano roteando e assurgono verso il punto apicale della cupola. Qui, il pittore, per la prima volta segna una rottura nella storia dell’arte rompendo lo spazio reale creando un illusionismo di carattere barocco, anticipando di un secolo questa nuova corrente artistica.
Oggi, oltre a ricordare il grande artista, possiamo riconoscere il grande valore dell’arte nella nostra vita, unica in grande di attraversare le epoche senza invecchiare e veicolare un messaggio di bellezza imperituro verso le generazioni future.
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