ROMA – Domani, 8 febbraio, Mario Draghi inizierà il suo secondo giro di consultazioni. L’ultimo gruppo che il premier incaricato vedrà, sarà quello del Movimento 5 Stelle, martedì 9 febbraio alle ore 17,15. Proprio il M5s, in qualità di primo partito per quanto riguarda la maggioranza parlamentare, è da giorni sotto i riflettori: accetterà di sostenere Draghi? Non accetterà? E Giuseppe Conte rientrerà in qualche modo nel nuovo esecutivo, magari con un ministero? Lui di sicuro ha “giurato fedeltà” al Movimento quando, qualche giorno fa, ha tenuto quella conferenza stampa davanti Palazzo Chigi, con un tavolino che è sembrato un po’ improvvisato, ma dove forse a contare erano soprattutto le parole. E lui, quella frase, l’ha pronunciata forte e chiara: “Io ci sono e ci sarò”.
A proposito di tempo al futuro, ma quale sarà il domani dei grillini? Se non si va subito al voto si rischia che l’effetto iconico di Conte, al di là delle buone intenzioni, possa finire, con la conseguenza che il Movimento non riesca a risollevarsi e lo stesso ex presidente del consiglio subisca un calo di consensi, come già accaduto a un altro tecnico quale Mario Monti, la cui esperienza con ‘Scelta civica’ si esaurì nel giro di pochi mesi. Conte può sperare solo nelle elezioni immediate a capo dell’asse M5S-Pd-Leu, e la sua dichiarazione dell’altro giorno (la succitata “Io ci sono e ci sarò”) va letta quasi sicuramente in questo senso.
C’è addirittura chi non esclude nemmeno una fusione del Movimento con il Pd per dare vita a un nuovo partito, ma allo stato attuale tale ipotesi appare piuttosto improbabile. Al contrario, Conte potrebbe entrare in un partito o creare un proprio movimento politico. Ad ogni modo, non c’è tempo da perdere: se Draghi farà bene, il centrosinistra e il M5S potrebbero scendere ai minimi storici, a tutto beneficio del centrodestra. Staremo a vedere. Intanto domani i “giri di walzer” ricominciano.
Comment here