“I Giganti devono restare a Cabras, anche durante il restauro, che può anch’esso diventare, reso pubblico nelle sue varie fasi di attuazione, un’attrazione per i visitatori che si recheranno nei prossimi mesi a visitare il sito e il Museo”.
Anche il Presidente della Regione Christian Solinas sceglie l’opzione del restauro “in loco” per le due statue dei Giganti e per i modellini di nuraghe provenienti dalla collina di Mont’e Prama, per i quali la Sovrintendenza ha comunicato di voler procedere al trasferimento a Cagliari per effettuare urgenti lavori di restauro.
“Credo sia più opportuno – spiega il Presidente Solinas – che queste straordinarie testimonianze della civiltà sarda più antica rimangano nella loro sede, magari con l’allestimento di un apposito spazio per curare e rendere pubblici e visibili gli stessi interventi di restauro, come avviene in molti altri siti archeologici”.
Il Presidente Solinas ricorda anche l’urgenza di assicurare a Cabras e ai suoi preziosi reperti una sistemazione adeguata.
“Nella finanziaria del 2019 – precisa il Presidente – abbiamo stanziato 500mila euro destinati al Comune di Cabras per la valorizzazione e l’ampliamento del sito con l’acquisizione di nuovi terreni. Mont’e Prama non è solo uno scavo archeologico: deve diventare un attrattore turistico sempre più importante e per questo motivo stiamo completando un piano di valorizzazione per declinare il turismo archeologico su tutta l’Isola. La Sardegna – prosegue il Presidente – vanta il possesso di un quinto del patrimonio archeologico nazionale e ci sono importanti segmenti turistici che chiedono percorsi in grado di valorizzare l’unicità della civiltà nuragica. Per realizzare questo progetto investiremo buona parte delle risorse comunitarie previste per i prossimi anni. Abbiamo i resti di una civiltà in grado di realizzare edifici complessi secoli prima della nascita di Roma e di un popolo esempio di capacità artistiche, architettoniche e commerciali”.
“Mont’e Prama, – conclude il Presidente Solinas,- merita un futuro migliore e le sue ricchezze debbono restare nella loro sede”.
Fonte: comunicato Regione Sardegna
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