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Poca chiarezza e obbligatorietà nell’accettazione dei termini: è fuga da WhatsApp

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L’applicazione di messaggistica istantanea, Whatsapp, vede evaporare i propri utenti. I nuovi termini d’uso terrorizzano i possessori dell’applicazione più famosa al mondo.

Si arricchiscono di nuovi consumatori, come logico, sia Telegram che Signal. 

Negli ultimi giorni milioni di utenti sono fuggiti a gambe levate a causa dei nuovi termini di servizio. L’accettazione obbligatoria dei termini di condizione non é piaciuta. La comunicazione maldestra, unita alle informazioni quasi nulle, ha spinto così gli stessi utenti a trasferirsi su Signal (1,3 milioni in un giorno) e Telegram (25 milioni in tre giorni).

Il Garante italiano per la privacy ha avvisato i suoi omologhi europei e non esclude interventi d’urgenza: “La situazione è poco chiara e non idonea a consentire la manifestazione di una volontà libera e consapevole”. La risposta di un portavoce dell’app è stata immediata: “Questo aggiornamento fornisce ulteriore trasparenza e non influisce sulla privacy”.

Ma cosa cambierà in concreto? Dall’8 febbraio, per continuare a usare WhatsApp bisognerà accettare un nuovo blocco di condizioni. In Italia e in Europa, dove dal 2018 è in vigore il regolamento per la privacy – GDPR – che fra le altre cose impone la trasparenza totale, i cambiamenti sono minimi: Facebook continuerà a vedere «le informazioni sul dispositivo da cui viene utilizzata» senza poter utilizzare queste informazioni per «l’invio di pubblicità o contenuti targettizzati», come spiega l’avvocato Ernesto Belisario.

La novità principale riguarda le aziende che usano il software di WhatsApp per comunicare con i clienti e avranno accesso alle conversazioni per finalità di marketing. Questo è il fattore a cui prestare attenzione, perché l’intenzione di Mark Zuckerberg è portarci ad usufruire sempre di più del suo agglomerato di app, tra cui anche Instagram, per effettuare acquisti online di qualunque genere.

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