Un gruppo internazionale di attivisti in materia di climate change ed una organizzazione di magazzinieri di Amazon, ha dato il via alla campagna online “Make Amazon Pay” che ha lo scopo di spingere il colosso dell’e-commerce a realizzare milgiori condizioni di lavoro per i propri dipendenti e a ridurre il proprio impatto ambientale.
“Durante la pandemia COVID-19, Amazon è diventata una società da trilioni di dollari, e il CEO Jeff Bezos è diventato la prima persona nella storia ad accumulare 200 miliardi di dollari di ricchezza personale. Nel frattempo i magazzinieri di Amazon hanno rischiato la vita come lavoratori essenziali e hanno affrontato minacce e intimidazioni quando hanno fatto sentire la loro voce per il diritto di un salario equo” si legge sul sito web della campagna.
MakeAmazonPay: aumento dei salari ed impegno per l’ambiente e per la società
L’iniziativa è stata lanciata proprio nel giorno del Black Friday 2020 con la pubblicazione di un elenco di richieste per Amazon che comprendono l’aumento della retribuzione per i lavoratori dei magazzini Amazon, l’estensione del congedo retribuito per malattia e la possibilità per i lavoratori di organizzarsi in sindacati. Ma non si tratta solo di diritti dei lavoratori: la campagna spinge anche verso un impegno per emissioni zero entro il 2030, e invita la compagnia a “restituire alla società”, pagando per intero le tasse che deve nei Paesi in cui opera, terminando le collaborazioni con le forze di polizia e le autorità di immigrazione, porre fine alle pratiche anti-concorrenziali, garantire la trasparenza e la privacy con i dispositivi Alexa/Echo e i servizi di streaming e garantire privacy e riservatezza dei dispositivi IoT.
“La pandemia ha rivelato quanto Amazon colloca i profitti davanti ai lavoratori, alla società e al nostro pianeta. Amazon prende troppo e restituisce troppo poco. È il momento di far sì che Amazon paghi” si legge sul sito web.
La campagna è supportata da numerose associazioni internazionali come Progressive International, Amazon Workers International, 350.org, Greenpeace. L’iniziativa ha inoltre pianificato una serie di manifestazioni in vari paesi del mondo, la prima delle quali iniziata con uno sciopero a Sydney, in Australia. Altre manifestazioni nelle Filippine, in Bangladesh, in India, in Germania, Polonia, Spagna, Lussemburgo, Francia, Grecia, Regno Unito, USA e molti altri. Lo slogan “Make Amazon Pay” è stato proiettato sugli edifici Amazon a Londra, Berlino e Hyderabad. E’ stato poi creato l’hashtag #MakeAmazonPay, e coloro i quali supportano l’iniziativa possono firmare una petizione sul sito per “farlo sapere direttamente a Jeff Bezos”
In questo particolarissimo 2020 Amazon ha registrato risultati spumeggianti per via della maggior domanda per i servizi di shopping online catalizzata dalla pandemia e dalle relative misure di lockdown e distanziamento sociale. L’azienda ha ampliato singificativamente la sua forza lavoro (quasi 430 mila nuove assunzioni tra gennaio e ottobre) e adesso impiega oltre 1,2 milioni di dipendenti in tutto il mondo. Proprio nella giornata di ieri Amazon ha comunicato la volontà di erogare bonus ai dipendenti nel periodo natalizio, pari a 300 dollari per i lavoratori a tempo pieno e 150 dollari per i lavoratori part-time.
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