Il 23 novembre terminerá la fase per cercare di salvare il salvabile di Mercatone Uno vendendo immobili e negozi. I commissari in carica da giugno 2019 (Antonio Cattaneo, Luca Gratteri, Giuseppe Farchione) rivendicano di aver fatto tutto il possibile pur riconoscendo che “il risultato del processo di cessione è di certo inferiore alle aspettative ed all’impegno profuso“.
“Considerate le obiettive complessità dell’operazione e le difficoltà del contesto di mercato, aggravate dagli effetti dell’emergenza sanitaria“, il risultato deve essere ritenuto positivo, se non, a un certo punto, addirittura insperato”.
Grazie ad un articolo del decreto Rilancio che ha concesso altri sei mesi di tempo, si sono potute “coltivare alcune trattative interrotte nel corso della prima fase della crisi epidemiologica, nonché procedere alla cessione di ulteriori sei punti vendita“.
Nel dirlo, i commissari rimarcano “il costante e costruttivo dialogo” con i sindacati e “l’indispensabile supporto” dei sottosegretari allo Sviluppo economico e al Lavoro, Alessandra Todde e Francesca Puglisi: questi ‘canali’ hanno “consentito di tutelare i lavoratori“, assicurando prima l’integrazione della cigs per 2019 e 2020, sui livelli salariali precedenti la rinegoziazione con Shernon Holding, e poi l’accesso alla cassa integrazione per cessazione prevista dal decreto Genova, per 1.330 dipendenti, per altri 12 mesi dal 24 novembre.
La fase liquidatoria, che partirà appunto dal 24, serve ora “in primo luogo alla realizzazione degli attivi da destinare al soddisfacimento dei creditori“, ma “si cercherà di cogliere tutte le possibili opportunita’ di ricollocazione del personale, anche in occasione della liquidazione degli immobili già destinati a punti vendita di proprietà Mercatone (12 compendi immobiliari con circa 400 addetti)“, spiegano i commissari.
I commissari di Mercatone uno, inoltre, davanti alla “diffusione, da parte di terzi, di dati errati e fuorvianti sui crediti ammessi al passivo della procedura“, ritengono “opportuno fornire alcuni chiarimenti sulla effettiva consistenza del passivo e sulle prospettive di ricollocazione del personale e di realizzazione dell’attivo“, nella fase liquidatoria che partirá il 24 novembre.
Sulla base dei provvedimenti di ammissione assunti dal Tribunale di Bologna, i crediti vantati dai circa 1.700 fornitori -compresi artigiani, società agricole e somministratori di lavoro temporaneo- maturati dopo l’apertura della procedura, i cosiddetti crediti prededucibili, “ammontano a circa 48 milioni di euro; questo importo corrisponde all’8% circa dei pagamenti eseguiti in favore dei fornitori per prestazioni eseguite nel corso della procedura di amministrazione straordinaria (pari a 603,4 milioni di euro)“.
I crediti concorsuali, “ovvero maturati prima dell’apertura della procedura, dalle stesse categorie di fornitori ammessi al passivo delle societa’ di Mercatone uno, ammontano a 150 milioni di euro circa, a fronte di un complessivo importo dei crediti concorsuali di 912 milioni di euro circa, dei quali 310 milioni circa riferiti a crediti ‘intercompany’”.
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