Sono giorni di tensione e imbarazzo negli uffici Fifa. Il presidente Gianni Infantino è infatti oggetto di un’inchiesta penale a causa dei rapporti troppo ravvicinati con Michael Lauber (il procuratore generale della confederazione elvetica che guidava l’inchiesta sullo scandalo Fifa 2015). Le confederazioni continentali provano a rialzare la testa per riprendersi il potere eroso dagli scandali e dal centralismo dello stesso Infantino, e la riforma del regolamento sugli agenti ha scatenato un lavorio di lobbying molto complesso da districare. In un contesto così complicato l’ultima cosa di cui l’organizzazione avesse necessità era che venissero proiettate ombre su uno dei suoi fiori all’occhiello: il Transfer Matching System (TMS), il sistema di controllo dei trasferimenti internazionali di calciatori introdotto con deliberazione del Congresso Fifa 2009 e divenuto operativo dal 1° ottobre 2010.
Disegnato per combattere il potere delle terze parti nel controllo dei calciatori, il TMS è stato giudicato meccanismo affidabile, a prova di furbate. Negli ingranaggi di quel meccanismo si è depositato un sassolino che rischia di mandarlo definitivamente in tilt. Quel sassolino è costituito dal trasferimento di Nuno Miguel Pereira Reis, difensore con doppio passaporto svizzero e portoghese classe 1991, dal Vitória Setúbal al Levski Sofia. Un trasferimento realizzato durante la campagna trasferimenti dell’estate 2018, ma di cui soltanto adesso emergono alcuni retroscena che fanno scorrere sudori gelidi nella stanze della confederazione mondiale del calcio. Prima di spiegare i fatti nel dettaglio bisogna capire come mai la questione maturi soltanto adesso. Serve fare un passo indietro e guardare alle disavventure recenti del Vitória Setúbal.
Crollo improvviso
Il Vitória Setúbal è una storica società portoghese, con una tifoseria passionale e identitaria, fatto che nel Portogallo delle Tre Grandi è tutt’altro che scontato. Ha vinto tre Coppe nazionali e una Coppa di Lega. E ha fatto segnare una presenza quasi costante in Primera Liga. Ma nei mesi scorsi il club “sadino” ha subìto l’evento più traumatico di sempre.
Pochi giorni dopo avere conquistato sul campo una faticosa salvezza, la società biancoverde è stata retrocessa a tavolino nel Campeonato de Portugal (terza serie) per inadempienze amministrative . Una massa di debiti fuori controllo, governance poco trasparente, assenza di un piano economico finanziario credibile. Sono alcuni fra i motivi che hanno portato la federcalcio portoghese a prendere una decisione traumatica. E dopo la ripartenza dalla terza serie si è celebrata l’assemblea dei soci per eleggere un nuovo presidente. Il 19 ottobre è stato eletto l’agente Paulo Rodrigues, che da subito ha dovuto confrontarsi con un ambiente turbolento. Ma le situazioni peggiori, per il nuovo presidente, erano tutte da scoprire. E sono affiorate quando è stato il momento di mettere le mani sui conti del club.
Bonifici a Cipro?
La stranezza riguarda il trasferimento del citato Nuno Reis. Un trasferimento i cui lati oscuri sono stati illustrati per la prima volta nei giorni scorsi. Calciomercato.com ha potuto approfondire il dossier visionando ulteriori documenti e integrandoli con elementi emersi nei giorni successivi.
Dunque, la vecchia dirigenza del Vitória Setúbal cede il difensore in data 5 settembre 2018. La cifra della cessione è di 150mila euro, da versare in tre rate da 50mila euro. Ma di quei versamenti, al nuovo presidente Rodrigues, ne risulta pervenuto soltanto uno nel conto bancario del club biancoverde. Grande stranezza, cui se ne aggiunge un’altra. Da un controllo della documentazione inserita nel TMS risulta che il Levski, in date 15 febbraio 2019 e 21 marzo 2019, ha effettuato due bonifici da 50mila euro a una società con sede a Cipro denominata Sport Marketing EOOD. Rodrigues trova anche traccia di un “amendment”, stipulato il 20 novembre 2018, rispetto all’accordo stipulato fra il Vitória e il Levski. E scopre che il destinatario dei versamenti è Rodolfo Filipe Vaz, l’allora direttore sportivo del club biancoverde.
A quel punto Rodrigues avvia uno scambio di mail con l’attuale direttore generale del Levski Sofia, Pavel Kolev. Uno scambio che prende immediatamente toni tambureggianti poiché il presidente sadino pone la questione della violazione delle regole sulle terze parti e reclama il pagamento delle somme mai pervenute nelle casse del Vitória. Da Sofia giunge rapidamente una risposta altrettanto ferma. Kolev sostiene che il motivo dei versamenti a Cipro sta in quell’”amendment” del 20 novembre 2018, di cui viene svelato il contenuto: la vecchia dirigenza sadina ha chiesto di mutare le coordinate bancarie dei bonifici, spostandole dal conto ufficiale del club a quello cipriota. Inoltre Kolev afferma altre cose di un certo peso. Sostiene che il Levski non abbia mai fatto un primo versamento da 50 mila euro presso il conto bancario ufficiale del Vitória ma di averli fatti tutti e tre su Cipro; e di conseguenza, se mai il club portoghese ha incassato quei 50 mila euro, deve restituirli. E aggiunge che la Sport Marketing è una società sussidiaria di cui il Levski è proprietario, usata per effettuare pagamenti come quelli operati per acquisire i diritti economici di Nuno Reis. La mail di Kolev si chiude con l’affermazione che la vicenda si concluda lì. E invece è appena cominciata.
Disfatta TMS
Segue un ulteriore scambio di mail dai toni sempre più accesi, in cui fra l’altro viene messa al centro della disputa la figura dell’ex direttore sportivo Rodolfo Filipe Vaz. Quindi parte la denuncia alla Fifa. Con la confederazione mondiale che formalmente dovrebbe indagare sul trasferimento, ma di fatto si trova a indagare su se stessa. Perché dalla vicenda emergono tre interrogativi, tutti imbarazzanti. Due di essi mettono in posizione scomoda il Levski, mentre il terzo inchioda il TMS. Veniamo ai primi due: perché il versamento a Cipro? E perché il destinatario del denaro risulta l’ex direttore sportivo sadino Vaz? La risposta a entrambi gli interrogativi prova a darla lo stesso Vaz, rintracciato da Público. L’ex dirigente afferma che all’epoca il conto bancario del club sadino era bloccato, e che egli avesse messo a disposizione il proprio conto per far circolare la liquidità del club. Risposta sulla cui credibilità ciascuno potrà giudicare, e che comunque non dissipa uno degli interrogativi: perché versare il denaro a Cipro? Il terzo interrogativo, quello che grava sul TMS, è più pesante: come è possibile che il sistema abbia registrato, senza inviare la minima segnalazione, due (o tre?) versamenti a Cipro con destinatario ultimo una persona fisica anziché la società calcistica cedente? E da questo interrogativo ne sorge un altro: chi gestisce il TMS se n’è accorto e ha fatto finta di nulla, o non se n’è accorto per niente?
L’impressione è che l’ipotesi corretta sia la seconda. Sorge una prospettiva preoccupante: il TMS, questa megamacchina congegnata per controllate tutti i trasferimenti internazionali di calciatori, non riesce a reggere la gigantesca mole di lavoro. Con ulteriore retropensiero: chissà quanti casi simili a quello di Nuno Reis avranno bucato il sistema. Per questo si comprende come mai la Fifa abbia aperto l’indagine con prodigiosa velocità. Ma il pateracchio è fatto. E intanto che a Zurigo sudano freddo, a Setúbal continuano a tirare fuori dai cassetti le carte lasciate dalla vecchia dirigenza. L’attenzione è caduta sull’attaccante marocchino Khalid Hachadi, acquisito nell’estate 2019 per una cifra dichiarata di 800mila euro. Pagamento che risulterebbe mai avvenuto. Nel frattempo Hachadi è tornato in Marocco. E poi c’è Hedilberto Pereira, esterno classe 1996, ceduto al Kunshan, Serie B cinese. La cifra della cessione è 800mila euro. Quanti ne risultano giunti nelle casse del Vitória Setúbal?
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