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Lo strano caso di Elon Musk e dei quattro tamponi Covid

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Lo strano caso di Elon Musk e dei quattro tamponi Covid. Il Ceo di Tesla ha fatto sapere tramite Twitter di essersi sottoposto, nella giornata di ieri, giovedì 12 novembre, a quattro test per il Covid-19 e che due sono risultati positivi, mentre altri due si sono rivelati negativi. Il miliardario ha spiegato di avere i sintomi di un «tipico raffreddore. Finora niente di insolito».

Il magnate, che alcune volte ha espresso perplessità riguardo la reale pericolosità del coronavirus – qualcuno lo definirebbe «negazionista» – ha quindi messo in discussione l’accuratezza dei tamponi. «Sta succedendo qualcosa di estremamente fasullo», ha twittato commentando gli esiti, «stessa macchina, stesso test, stessa infermiera. Antigene rapido test da BD».

Secondo quanto si apprende dal tweet, i 4 test apparterrebbero alla categoria dei test antigeni rapidi, capaci di dare il risultato in pochi minuti. Questa tipologia è basata sulla ricerca, nei campioni respiratori, di proteine virali (antigeni). Un esame che si differenzia dal tampone molecolare (Prc), generalmente considerato il più accurato, da cui, in caso di positività, emerge la presenza di geni virali maggiormente espressi durante l’infezione. L’analisi può essere effettuata solo in laboratori altamente specializzati, individuati dalle autorità sanitarie, e richiede in media dalle 2 alle 6 ore dal momento in cui il campione viene avviato alla procedura di laboratorio.

Musk ha quindi fatto sapere di essersi sottoposto anche al test di reazione (Prc) in un altro laboratorio e di essere in attesa del risultato del tampone nelle prossime 24 ore. «Se capita a me può capitare anche agli altri. Sto facendo i test in laboratori diversi, i risultati arriveranno entro 24 ore», ha specificato.  Nel frattempo è scattata la polemica su Twitter, dove molti utenti hanno risposto polemicamente a Musk, accusandolo di essere un irresponsabile che semina dubbi sul coronavirus.

Facciamo chiarezza.

Il test molecolare è il cosiddetto “tampone” ed attualmente è il test più affidabile. Con un lungo bastoncino, simile a un cotton-fioc, viene prelevato un campione delle vie respiratorie del paziente che viene poi analizzato attraverso metodi molecolari molto accurati che amplificano i geni del virus. In questo modo si rileva la presenza del materiale genetico del virus nell’organismo del paziente. Il tampone può essere effettuato solo in laboratori altamente specializzati e formalmente individuati dalle autorità sanitarie, e richiede in media dalle due alle sei ore anche se, a causa della stragrande richiesta, il risultato viene dato al paziente in genere entro 24-72 ore.

L’antigenico è il test definito comunemente come “tampone rapido” (quello fatto da Elon Musk, per intenderci). La modalità di prelievo è la stessa del test molecolare ma non vengono cercati e individuati i geni del virus bensì le sue proteine (gli antigeni). I risultati del test si hanno in tempi molto brevi (circa 30 minuti) ma la sensibilità e specificità di questo test sono inferiori a quelle del test molecolare. Questo “tampone rapido” è stato recentemente introdotto per le situazioni dove è importante avere una risposta in tempi rapidi, per esempio nello screening dei passeggeri negli aeroporti.

Il test sierologico (o immunologico) rileva la presenza nel sangue degli anticorpi specifici che il sistema immunitario produce in risposta ad un’eventuale infezione da Sars-Cov-2, la loro tipologia (IgG, IgM, IgA), ed eventualmente la loro quantità. Il test richiede un prelievo di sangue venoso e viene effettuato presso laboratori specializzati. Il sierologico indica se si è entrati in contatto con il virus, ma non è adatto a diagnosticare un’infezione in atto.

I test sierologici rapidi si basano sullo stesso principio di quelli classici, ma sono semplificati e danno risposte solo di tipo qualitativo, dicono cioè soltanto se nell’organismo sono presenti gli anticorpi specifici per il virus.  Il prelievo di sangue capillare avviene attraverso il “pungidito”. I risultati del test si hanno in tempi molto brevi (circa 15-20 minuti) ma l’affidabilità di questo tipo di test è tuttavia molto variabile e l’Organizzazione Mondiale della Sanità attualmente non ne raccomanda l’utilizzo. Recentemente sono stati proposti test che utilizzano come campione da analizzare la saliva. Come per i tamponi, anche per i test salivari esistono test di tipo molecolare (che rilevano cioè la presenza nel campione dei geni del virus) e di tipo antigenico (che rilevano nel campione le proteine virali).

Il test salivare molecolare utilizza uno dei sistemi correntemente utilizzati per i tamponi naso-faringei. Si effettua mediante prelievo della saliva. Questa tipologia di test, sebbene più comoda per il paziente, non ha una processività elevata: si riescono cioè ad analizzare pochi campioni alla volta. Tuttavia i tempi di analisi dei campioni sono più brevi del tampone classico, ossia sono di circa un’ora. L’utilizzo di questo test è pertanto indicato soltanto in casi particolari, come per esempio la conferma urgente di positività riscontrate nel corso di test antigenici.

Il test salivare antigenico può avvenire in due soluzioni. La prima soluzione ha mostrato livelli di sensibilità simili a quelli dei tamponi antigenici rapidi, ma il test deve essere effettuato in laboratorio, quindi, a meno che non si attivino unità di laboratorio presso i punti dove viene effettuato il prelievo, non è utilizzabile in contesti di screening rapido (per esempio gli aeroporti). La seconda soluzione non richiede strumentazione di laboratorio e dà i risultati in pochi minuti, ma sembrerebbe risultare meno performante rispetto al test molecolare standard.

In conclusione:

• I test sierologici non possono essere utilizzati per la diagnosi di infezione in atto: a tal fine occorre utilizzare i metodi diagnostici che rilevano la presenza diretta del genoma del virus o delle sue proteine (antigeni);

• I test antigenici rapidi su tampone naso-faringeo possono essere utili in determinati contesti, come il tracciamento dei contatti di casi positivi o lo screening rapido di numerose persone, ma non hanno la stessa sensibilità e specificità del test molecolare;

• I test antigenici e molecolari su campioni di saliva al momento difficilmente si prestano allo screening rapido di numerose persone in quanto richiedono un laboratorio attrezzato;

• Il test molecolare rimane a tutt’oggi il gold standard per la diagnosi; gli altri metodi vanno utilizzati se non si dispone della possibilità di accedere al test molecolare classico, oppure per scopi diversi dal contesto diagnostico, quale la sorveglianza epidemiologica.

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