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Sulcis, elezioni: crollano Pd e i tradizionali apparati di potere, emerge sempre più l’amore degli elettori per le aggregazioni civiche.

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Non è passato inosservato ai più attenti osservatori delle dinamiche politiche territoriali del Sulcis Iglesiente, il vero e proprio cataclisma provocato dai risultati delle recentissime elezioni amministrative.

Di fatto, un consolidamento dello stravolgimento ormai in costante atto da parecchi anni negli storici equilibri politici del territorio. In particolare a Villamassargia e Giba, Paesi nei quali i candidati di coloro che un tempo erano i maggiorenti della politica locale sono stati letteralmente travolti dal punto di vista elettorale.

Nel Comune di Villamassargia la Sindaca uscente Debora Porrà, si è imposta sulla sfidante Rita Caboni, espressione diretta del Partito Democratico ma sostenuta anche dall’UDC e da altre forze partitiche, con oltre il 74% dei consensi, ottenendo un vero e proprio plebiscito.

Simil risultato si è palesato anche a Giba ove l’uscente Andrea Pisanu ha nuovamente sconfitto il già Sindaco del Paese, Learco Fois, storico esponente andrea pisanudell’UDC, con poco meno del 60% dei consensi in una sfida che come a Villamassargia ha sancito stavolta definitivamente il passaggio tra il vecchio e il nuovo.

Due risultati che segnano la continuità con le amministrazioni uscenti ma che ribadiscono però l’importante cambio di rotta già perseguito 5 anni fa dagli elettori rispetto agli, come sottolineato in precedenza, storici equilibri politici territoriali: sembrano infatti passati secoli da quando i partiti e i diversi big della politica locale riuscivano a determinare le elezioni a ogni livello e allargavano la propria sfera d’influenza e potere pressoché ovunque.

Oggi i rapporti di forza si sono letteralmente ribaltati e dappertutto le aggregazioni civiche e (nella propria capacità d’includere) variegate, nel senso di libere da schemi ideologici e partitici preconfezionati, incontrano sempre più -perlomeno in ambito locale- il favore degli elettori.

Ne sa certamente qualcosa il PD che alle ultime consultazioni amministrative nell’isola ha visto ridotto il proprio consenso ai minimi storici ed è stato estromesso dai ballottaggi nelle principali sfide di Nuoro e Quartu proprio da aggregazioni civiche che concorreranno per la sfida finale con i candidati del centrodestra-autonomista sardo.

Ma lo sanno da tempo però anche a destra, viste le scelte di allargamento del proprio perimetro politico, effettuate negli anni scorsi verso il mondo sardista e civico. Senza il quale, probabilmente, oggi il centrodestra non potrebbe nemmeno detenere la maggioranza nella massima assemblea sarda. Emblematica in tal senso anche l’esperienza di alcuni anni fa a Sassari dove un’aggregazione civica si era imposta col proprio candidato, l’attuale Sindaco Nanni Campus, su tutti i partiti tradizionali.

Ma tornando al Sulcis Iglesiente, le avvisaglie del mutamento genetico degli elettori, sempre meno propensi al compromesso o a votare sulla base di abitudini ideologiche e pacchetti elettorali preconfezionati, si erano già evidenziate anche alle scorse elezioni di Carbonia dove, dopo decenni di governi monocolore di centro-sinistra, si era imposto il M5S. Un’elezione che di fatto ha rappresentato un segnale fortissimo di cambiamento (ancorché oggi tradito nei fatti) da parte degli elettori in quello che era sempre stato uno dei principali feudi partitici del territorio.

Nondimeno si potrebbero fare ulteriori esempi di altre micro rivoluzioni elettorali locali, ma già quelle sopracitate sono sufficienti a farsi un’idea del cambio di paradigma in corso e a dimostrare come i maggiorenti della politica locale hanno sempre meno capacità di imporre la propria influenza verso i cittadini stanchi e disaffezionati.

Non a caso anche nella città di Carbonia, in vista delle prossime elezioni comunali del 2021, e rispetto all’incolore prova dell’amministrazione a matrice pentastellata, è da mesi in atto un dibattito sulla costruzione di una coalizione civica in grado di escludere i settarismi e di includere invece le migliori (e purtroppo sempre meno) energie positive della comunità per costruire un’offerta politica di ricostruzione cittadina in grado di andare oltre i tradizionali steccati ideologici.

Un modo semplice, hanno spesso voluto rimarcare i principali sostenitori, per coinvolgere il maggior numero di persone, associazioni e forze politico/sociali, su un progetto di rilancio della comunità basato su degli obiettivi chiari e che prima degli interessi degli apparati di partito o di coloro che un tempo venivano idolatrati come i “ras della politica locale”, scelga di mettere al primo posto quelli dei cittadini. E naturalmente promosso con l’ambizione di dare risposte alle esigenze e ai bisogni delle tantissime persone che ogni giorno vivono male la propria quotidianità perché obbligate a fare i conti con la crisi economica e con una città che non solo non offre opportunità ma è sempre meno vivibile e a dimensione di essere umano.

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