Nasce nel cuore di Quartu Sant’Elena il Museo Multimediale della Poesia Improvvisata. E’ stata infatti individuata e scelta Sa Domu ‘e Farra come nuova casa de is cantadoris: il primo percorso tecnologico e interattivo nel quale il visitatore potrà scoprire l’affascinante e complesso mondo della poesia orale campidanese e non solo.
Quartu Sant’Elena, terzo comune della Sardegna per numero di abitanti, vanta tra le sue peculiarità ed eccellenze anche l’aver dato i natali a numerosi e importanti poeti improvvisatori, is cantadoris. Una antica tradizione che negli anni ha dato vita a un fitto calendario di appuntamenti in città, nei quali is cantadoris hanno avuto, e hanno tutt’oggi, l’opportunità di esprimere il proprio talento sfidandosi in appassionanti gare poetiche estemporanee e dando sfoggio delle proprie abilità di fronte agli attenti ed esperti frequentatori degli agoni poetici. L’allestimento del Museo Multimediale della Poesia Improvvisata nasce come un tributo ai protagonisti di questo mondo culturale.
Fortemente voluto dalla assessora della Cultura e delle tradizioni popolari, Maria Lucia Baire, il Museo nasce con il contributo della Fondazione di Sardegna, la collaborazione scientifica del Laboratorio Interdisciplinare sulla Musica dell’Università di Cagliari, che ha affidato all’etnomusicologo Marco Lutzu la cura dei contenuti, e del Crs4 che ha realizzato il percorso espositivo esperienziale utilizzando le più moderne e innovative tecnologie.
Attraverso dei ritratti interattivi, il visitatore può incontrare virtualmente i poeti di oggi e di ieri, che si raccontano in prima persona. Apposite installazioni descrivono infatti le forme metriche utilizzate, le figure retoriche e le regole che governano la competizione tra i poeti.
In quella che è stata concepita come la casa della poesia improvvisata della Sardegna e delle culture del mondo, il visitatore, grazie a un grande planisfero interattivo può confrontare la sapiente arte poetica della Sardegna meridionale con le tradizioni di improvvisazione presenti nel resto del mondo.
Il Museo Multimediale della Poesia Improvvisata contiene inoltre un vasto archivio digitalecon centinaia di gare poetiche a disposizione di tutti i visitatori.
“Sono molto soddisfatto del lavoro – ha dichiarato il sindaco Stefano Delunas – che con pazienza e costanza è stato portato avanti per realizzare questo museo. Devo ringraziare per questo, in maniera particolare per l’ideazione, l’architetto Maria Lucia Baire, che è stata mia valida assessora della Cultura in questa legislatura, e tutte le persone che hanno lavorato a questo progetto che contribuisce a dare lustro alla città“.
Orgogliosa del lavoro fatto anche la promotrice del progetto, l’assessora della Cultura, Lucia Baire. “Con il confronto e il lavoro quotidiano siamo riusciti a far sparire i ponteggi che per anni l’hanno ingabbiata, abbiamo tolto la polvere e resuscitato questo bene disadorno. Timidamente si è iniziato ad abitarla e animarla e oggi abbiamo un luogo dove i più possono riconoscersi nella tradizione e nella cultura cittadina“.
“Il tema della poesia improvvisata merita grande attenzione per l’importante e viva tradizione, – ha specificato il responsabile scientifico Marco Lutzu – e ha necessità di avere una Casa, un luogo fisico che renda materiale qualcosa che di per sé è così sfuggente.”
Presente all’inaugurazione anche Luca Sarriu che si occupa della gestione dell’Archivio storico del comune e si è occupato della ricostruzione storica delle famiglie che hanno abitato, come proprietarie del bene, Sa Dom’e Farra. “In realtà l’archivio non parla di case ma parla di persone che in qualche modo hanno interagito con l’amministrazione raccontando le proprie esigenze rispetto alla casa dove si viveva e indagando abbiamo scoperto che il proprietario storico della casa (Sa Dom’e Farra ndr) è stato Franzischinu Lai ed era unu Cantadori, il padre dei Cantadori Campidanesi Quartesi. Il lavoro che abbiamo fatto è stato quello di recuperare il senso di abitare in questa casa, al centro di Quartu, essendo anche una famiglia che aveva una propria centralità in quella che era la vita sociale.”
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