Si chiama Maria Sole, è calasettana, ha pesato poco più di 3,5 kg ed è “lunga” 49 centimetri, la bimba nata questa mattina dentro la macchina dei propri genitori di fronte all’ospedale CTO di Iglesias.
Il padre e la madre, Roberto e Bernardetta, attendevano l’arrivo della piccola per il prossimo 11 agosto, scadenza naturale della gravidanza. Ma stamattina Maria Sole ha rotto gli indugi e ha iniziato a far capire da presto alla madre che era giunto il momento di venire al mondo: accusati i primi forti dolori intorno alle 5:30, Bernardetta ha subito chiesto aiuto al compagno e con lui si è avviata in macchina da Calasetta verso il reparto di ostetricia-ginecologia del CTO di Iglesias dove fin dall’inizio della gravidanza era stata assistita.
“Una volta arrivati all’altezza dell’incrocio per Cortoghiana, intorno alle 5:50, ha raccontato Roberto, a mia moglie si son rotte le acque e allora, senza nemmeno aspettare che scattasse il verde nel semaforo, ho accelerato fortemente l’andatura verso Iglesias”.
Nel frattempo i dolori sono aumentati fino all’arrivo in ospedale dove, nemmeno il tempo di espletare le procedure burocratiche per l’accettazione al pre-triage, la bimba è nata:
“A un certo punto, ha spiegato il padre della neonata, mia moglie ha iniziato a ripetere che la testa di nostra figlia stava fuoriuscendo. In men che non si dica, quasi inaspettatamente, Maria Sole è venuta al mondo ed è finita direttamente sul tappetino della nostra automobile con il cordone ombelicale ancora attaccato”.
Subito sono intervenuti i sanitari dell’ospedale che prima hanno avvolto la neonata in un lenzuolo, poi hanno provveduto a recidere il cordone e a soccorrerle entrambe, trasferendole in reparto per compiere i necessari accertamenti sul loro stato di salute. Dalle prime analisi per fortuna non ci sarebbero state conseguenze e tutt’e due starebbero bene.
“Il comportamento dei sanitari, hanno chiarito i genitori, è sempre stato esemplare: caratterizzato da grande gentilezza, professionalità e soprattutto forte umanità. Anche oggi in questa particolare circostanza, nonostante tutto, ci siamo trovati benissimo. Certo, ci avevano detto che il parto sarebbe stato molto veloce, ma non avremmo mai pensato che si sarebbe potuto verificare in questo modo”.
Tuttavia l’aver dovuto partorire in auto, seppur in circostanze fortuite, ha rappresentato non pochi pericoli per la piccola nascitura che letteralmente è sbalzata dal sedile dell’auto fino al tappetino in terra, con tutto ciò che ne sarebbe potuto conseguire per l’urto e altre implicazioni di carattere igienico-sanitarie.
Probabilmente, se ci fosse stata nel tragitto un’altra struttura adeguata ad affrontare emergenze di questo tipo, la bimba sarebbe potuta nascere in condizioni di maggiore tutela e sicurezza.
Allo stesso modo si è interrogato anche il padre della piccola Maria Sole, che per un attimo, nel viaggio, ha avuto la tentazione di fermarsi all’ospedale Sirai di Carbonia, ma ha poi optato per Iglesias visto che in quella struttura veniva da tempo seguita la moglie:
“per noi che arriviamo da Calasetta, ma credo che il ragionamento possa valere anche per chi arriva da realtà più distanti come Teulada, sarebbe molto meglio avere una struttura baricentrica nel territorio che non sia così lontana da raggiungere”.
Concetti noti e integranti un dibattito sempre acceso nel territorio fin da quando fu deciso di trasferire il reparto di ostetricia-ginecologia da Carbonia a Iglesias, ingenerando non poche polemiche e di fatto allontanando i servizi sanitari per le gravide e le puerpere del Sulcis.
E ancorché ultimamente si è registrata un’inversione di tendenza con la riconquista di una parte dei servizi persi nel passato, in ambito ginecologico (https://www.facebook.com/ajonoas/videos/276168246832296/), la vicenda odierna ricorda che tanto resta da fare e che le comunità del Sulcis necessiterebbero di maggiore attenzione.
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