L’appuntamento è quello di sempre, ritrovarsi il 2 di novembre per commemorare i nostri cari. Tutti i popoli della terra fanno memoria e pregano i defunti: è una consuetudine viva già dall’XI secolo ma si pensi che duecento anni prima era presente nei monasteri. La storia ci porta nel 928 con l’Abate benedettino Odilone che invitò i suoi monaci dell’Ordine dei Cluniacensi a commemorare i defunti. La data del 2 di novembre venne in seguito resa ufficiale nel 1311 dalla Chiesa di Roma.
Pregare per i defunti significa credere che esiste una vita oltre a questa, che vedremo il Signore, che esiste un sentimento, un’unione tra la terra e il cielo. Pregare è per sentire vicine le persone che abbiamo amato, per esprimere gratitudine, per imparare dal ricordo della loro esistenza. La memoria più efficace, carico di contenuto è l’attesa di ritrovarci insieme in quel mistero di amore che non comprendiamo, ma che sappiamo essere vero perché è la parola data da Gesù.
E con questa forza e con questo spirito la Comunità cristiana di Portoscuso si è riunita presso la Cappella del Cimitero. Don Antonio Mura ha fatto memoria del Cammino di Abramo che non aveva capito che il Signore non donava la discendenza ma anche la vita eterna. “Abramo, – commenta nell’Omelia don Antonio, – non lo aveva capito. Lui muore senza avere la coscienza che ci fosse poi la vita eterna. Ecco perché era importante avere la discendenza: il prolungamento nella storia. Giobbe invece, nel testo che abbiamo letto nella prima lettura, secoli dopo, è come se avesse fatto un passo in più nella sua consapevolezza e lo dice dopo una lunga riflessione e un cammino faticoso capisce che Dio dona la Vita Eterna. L’ha capito! Ma dice una cosa che è contento perché ci sarà la resurrezione dell’anima. Ecco, è un altro passo che Giobbe ha fatto e quindi la Storia della Salvezza fa un passo in più ma poi invece il terzo passo, quello fondamentale, è della nostra fede: Gesù ci fa comprendere con la sua morte e la sua resurrezione, che non solo l’anima va in cielo ma tutta la persona… e che tutto attraverso Lui ritorna al Padre. Quindi la resurrezione alla fine dei tempi non sarà solo la nostra anima ma tutta la nostra persona come Cristo risorge in anima e corpo. La tomba è vuota e anche noi siamo chiamati a risorgere alla fine dei tempi con l’anima e il corpo saranno una sola persona. Ciò che Dio ha creato, anche la creazione viene riassunto nella sua gloria. Ecco questa è la promessa che il Signore ci fa… Siamo qui per pregare per i nostri defunti perché possano già ora godere della visione beatifica della Sua bellezza”.
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