Gruppi di ragazzi e ragazze pronte ad affrontare le sfide del presente per trasmetterle alle future generazioni
“Si! Rifaremo nuovamente questo viaggio tutti insieme”
È questa la frase con la quale chiudono la chiacchierata i quattro giovani domusnovesi che dal 2 al 7 febbraio 2024 hanno preso parte al viaggio a Cracovia, in Polonia, tappa del lungo Progetto Promemoria Auschwitz che li vede coinvolti in questo periodo nella fase di restituzione: “ancora dopo tre mesi non riusciamo a renderci conto della possibilità avuta nell’affrontare un viaggio che sicuramente porteremo nei nostri ricordi per tutta la vita” ci dicono contemporaneamente.
Promosso dall’associazione nazionale Deina e organizzato in Sardegna grazie all’impegno dell’Arci regionale (l’Arci Sardegna APS, associazione di promozione culturale di promozione sociale), Promemoria Auschwitz è un progetto di carattere sociale che ha come obiettivo educare una nuova generazione di giovani europei in grado di cogliere attraverso la storia della Shoah il senso profondo e complesso delle sfide del presente, attraverso una partecipazione libera, critica e consapevole attraverso linguaggi, strumenti e metodologie di carattere storico e educativo.
Costruire una memoria pubblica è un altro degli obiettivi del progetto: i ragazzi e le ragazze provano a portare avanti, con forte senso di cittadinanza, per trasmettere questo importante valore alle future generazioni di giovani europei.
Fare questo prevede un impegno formativo non indifferente, lavoro questo svolto dai tutor, figure chiave all’interno di Promemoria Auschwitz, ragazzi volontari con già alle spalle l’esperienza del progetto, che sono chiamati a formare le giovani leve che saranno poi protagoniste per la futura costruzione di una società più attenta a determinati valori.
Per capire l’importanza di Promemoria Auschwitz basta osservare la lunga lista delle istituzioni, degli enti e delle fondazioni che hanno deciso di patrocinare il progetto, sostenuto dalla Camera dei deputati e dal Senato della Repubblica, da varie università di alcune importanti italiane: Piemonte Orientale, le Università degli Studi di Torino, Milano e Trieste, la Bicocca di Milano, la Fondazione CRT (Cassa di Risparmio di Torino) e il Memoriale della Shoah di Milano.
L’arrivo di Promemoria Auschwitz a Domusnovas
“Il progetto è stato attivato dal Comune che ha dato disponibilità per quattro posti” ci spiega Simone Murru, consigliere di maggioranza nell’attuale giunta comunale e promotore di questa iniziativa per Domusnovas: “insieme alla sindaca Isangela Mascia, con delega dell’assessorato alla Cultura e all’Istruzione, ci siamo subito attivati a settembre dell’anno scorso per censire i ragazzi e le ragazze nel paese tra 18 e 25 anni, requisito per poter partecipare al progetto, cominciando così la prima fase del lavoro” a cui successivamente è seguita la distribuzione delle lettere di candidatura che sono state 380: “consegnate a mano, un lavoro svolto interamente porta a porta” ci racconta Simone.
“Alla prima fase delle selezioni per i quattro posti assegnati dal Comune si sono presentati in trenta” continua a raccontarci Simone che ha proseguito spiegandoci le dinamiche di selezione avvenute grazie al lavoro di una commissione esterna composta dai tutor di Promemoria Auschwitz che hanno svolto i colloqui con i vari candidati comunicando successivamente, nel mese di novembre, dopo un’attenta valutazione, i ragazzi e le ragazze idonee a partecipare al Progetto.
I quattro giovani domusnovesi
Foto concessa da Davide Manis, Enrica Mocci, Francesca Paolucci e Nicoletta Cocco che autorizzano all’uso.
Nicoletta Cocco, Davide Manis, Enrica Mocci e Francesca Paolucci, sono i quattro domusnovesi che hanno preso parte a Promemoria Auschwitz; si portano dentro i ricordi e le emozioni del viaggio affrontato insieme a tanti loro coetanei sardi (181, di cui 141 partiti con l’Arci Sud Sardegna) e di altre regioni d’Italia per un totale di 875 persone.
I quattro, giovanissimi, attenti e impegnati nel sociale, possiedono un carico di parole pronte a trasformarsi in discorsi e ragionamenti che si spingono ben oltre la loro età se pensiamo che Nicoletta, la più piccola tra loro è all’ultimo anno delle Superiori e mostra una maturità spiccata per la sua età nel raccontare il suo punto di vista sull’esperienza.
“È stato davvero un lungo percorso” ci dice Francesca: “cominciato l’ultimo anno delle superiori, quando per la prima volta ho sentito parlare di Promemoria Auschwitz. Da quel momento ho iniziato ad informarmi sulla possibilità di svolgere questa esperienza e grazie alla giunta comunale, a Simone Murru, che ha consegnato tutte le 380 lettere a mano, all’Arci Sud Sardegna che ha promosso l’iniziativa noi giovani domusnovesi siamo riusciti a partecipare al progetto”, sempre secondo Francesca:” Domusnovas ha risposto in massa con quasi trenta candidature, mostrando interesse e curiosità, il paese grazie alla messa in atto del progetto darà la possibilità a tanti ragazzi e ragazze di crescere socialmente e culturalmente ”.
Davide ci racconta invece il suo punto di vista:”all’inizio non ero tanto convinto di riuscire a compiere questo percorso ma il gruppo è stata la forza che mi ha permesso di continuare questo cammino”.
Un progetto che, come ci descrive lo stesso Davide, è partito a dicembre attraverso incontri di formazione obbligatoria (pena l’esclusione dal progetto) in cui i vari partecipanti attraverso varie attività e laboratori hanno cominciato a conoscersi, cementando così il gruppo: “la cosa che mi ha colpito immediatamente è stata la grande dimostrazione di rispetto e la mancanza di pregiudizi da parte dei tutor e dei ragazzi stessi”.
Enrica ci racconta invece il momento in cui ha scoperto di essere stata selezionata per partecipare al progetto:”dopo il colloquio attendevo e speravo tanto nella chiamata, era l’ultima occasione per partecipare a questo progetto, ho scoperto tramite un altro partecipante di essere stata scelta tra i vari candidati, non ci credevo”.
Nicoletta è la più piccola della comitiva domusnovese, sembra timida ma ciò non deve trarre in inganno, ha avuto una forza e un coraggio non comuni per la sua età che le hanno permesso di affrontare il viaggio.
Il viaggio a Cracovia e nei luoghi della Memoria
“Dopo un’ora e mezzo di volo Cagliari-Linate abbiamo affrontato diciotto ore di pullman da Milano fino a Cracovia, un viaggio interminabile” ci racconta Enrica, a cui è seguita la sistemazione nelle camere dell’ostello: “non erano molto spaziose” ci dice Francesca, ma:” ci hanno permesso di condividere lo stesso spazio con tanti altri ragazzi sardi con cui è nato un rapporto di amicizia speciale, soprattutto con il gruppo di Nuoro”.
I giorni in Polonia, sono trascorsi molto tranquilli, tantissima socializzazione, voglia di scoprire e conoscere, tipica dell’età giovanile: ”Cracovia è una bellissima città, fredda, climaticamente ma meno cupa di come immaginavamo” ci illustra Francesca: “grazie a questa esperienza fatta con i ragazzi, ho apprezzato maggiormente il valore dei musei, in particolare mi sono soffermato tantissimo durante la visita ai luoghi dedicati alle vittime della Shoah, ho vissuto in maniera molto coinvolgente la visite alla Fabbrica di Schindler, diventata museo e al Ghetto degli Ebrei” ci dice Davide, mentre per quanto riguarda l’accoglienza da parte dei Polacchi, tutti concordano con la poca apertura da parte di una nazione (che ancora si porta alle spalle gli anni duri della dittatura sovietica) e sulla evidente rigidità e severità del controllo e del rispetto delle regole da parte delle autorità locali.
La visita ad Auschwitz
Fulcro centrale del viaggio in Polonia è stata la visita al campo di concentramento di Auschwitz: “una giornata vissuta veramente in maniera totale” ci spiega Enrica, partiti prestissimo (intorno alle 5 del mattino) da Cracovia in pullman i ragazzi e le ragazze hanno raggiunto il luogo in mattinata: “fino a quando non lo vedi, non credi minimamente a ciò, anche se lo osservi e visiti non riesci a concepire fino in fondo il posto che hai davanti, non riesci a distinguere la finzione dalla realtà” ci spiega Francesca: “hai presente i set cinematografici, ecco, all’inizio pensi sia una cosa del genere”
Improvvisamente poi comincia tra i ragazzi ad abbassarsi il tono della voce nel racconto dentro il quale c’è un rispetto reciproco nel descrivere ciò che hanno visto: “a un certo punto, non riuscivo a vedere la fine” ci dice Davide parlando di Birkenau: “faticavo a pensare quante persone avevano calpestato la terra di quei luoghi”.
“Quando si è all’interno del campo si entra in una bolla personale” per Nicoletta: “la visita di Auschwitz è qualcosa di inspiegabile, ogni persona vive in maniera molto personale questa esperienza e nessuno la può e deve giudicare, è impattante perché quanto documentato dai programmi non è paragonabile a ciò che vedi con i tuoi occhi, fino a quando non si visita realmente questo posto non riusciremo a renderci conto di cosa è stato il male”.
Dopo la visita al campo, e il rientro a Cracovia, la serata è trascorsa in maniera tranquilla: “sono stati gli stessi tutor a chiederci di mettere da una parte quanto visto e lasciare libera la mente, siamo così usciti e abbiamo trascorso una normale serata tra amici” ci spiegano quasi contemporaneamente Davide, Enrica, Francesca e Nicoletta.
Solamente la mattina successiva, in un confronto faccia a faccia tra ragazzi e ragazze del gruppo hanno metabolizzato quanto visto il giorno prima e un insieme di lacrime ed emozioni diverse si sono susseguite tra loro: “condividere queste emozioni fortifica un gruppo” secondo Francesca.
I sogni, le emozioni, i desideri e la voglia di crescere tipiche di questi ragazzi sono usciti fuori piano piano: “ho ancora in mente il pomeriggio in cui noi partecipanti del progetto ci siamo ritrovati nell’enorme sala dell’Auditorium Maximum of the Jagiellonian dell’Università di Cracovia in cui a parlare di questa esperienza eravamo tantissimi” prosegue Davide: “tutti, sentivamo il bisogno di esprimere quello che avevamo provato”.
Un’esperienza che, ancora, a distanza di tre mesi fa brillare gli occhi di questi ragazzi.
La restituzione al paese
Promemoria Auschwitz non si è conclusa con il viaggio in Polonia, al rientro i ragazzi sono stati chiamati a raccontare questa esperienza nei comuni che hanno aderito all’iniziativa, tra cui Domusnovas, dove nella giornata del 24 aprile alla Biblioteca Comunale in Piazza Leccis c’è stata una delle prime tappe di Restituzione dove ci racconta Simone Murru c’era grande attesa per questo momento: “la restituzione è stata coinvolgente, tante persone presenti nella sala Auditorium della biblioteca hanno ascoltato e partecipato attivamente all’incontro, avevamo ben chiare da subito le potenzialità che il progetto Promemoria Auschwitz poteva trasmettere”
I ragazzi coinvolti nel progetto (domusnovesi e di altri paesi, in tutto tredici) davanti a circa una cinquantina di persone hanno parlato delle emozioni e delle lezioni trasmesse e imparate grazie a questa esperienza.
Restituzione che si è svolta anche nel Plesso della Scuola Secondaria dell’I.C “F.Meloni” dove i ragazzi della scuola hanno ascoltato attentamente i racconti dei giovani partecipanti al progetto.
La fase di Restituzione proseguirà in tutti i comuni finanziatori del progetto e oltre a Domusnovas anche Iglesias e Villamassargia hanno già ospitato questa tappa del percorso.
Bilancio finale e note positive
Per Francesca: “la forza del gruppo ha fatto la differenza, a distanza di mesi è presente ancora un legame forte tra tanti di noi, ci incontriamo spesso e ci capita di uscire tante volte insieme ai ragazzi e alle ragazze con le quali abbiamo condiviso questo bel progetto, ogni tanto ricordiamo questa bell’esperienza, credo che al di là del futuro, delle nostre scelte e delle strade che decideremo di percorrere Promemoria Auschwitz sarà quella cosa che continuerà a legarci per sempre”.
Enrica invece si porta dentro una lezione importante che rafforza la sua idea di educazione:
”non dire mai posso immaginarlo ma… Ti credo! Mi hanno colpito tanto le storie lette su un libro, acquistato durante questa esperienza, parlava di favole inventate da dei genitori deportati, nate per rendere meno duro il male che erano costretti a patire con i loro figli, innocenti vittime senza colpa. Una di queste favole aveva per protagonista un leprotto e nel momento in cui la stavo leggendo, in pullman durante il viaggio di rientro a Cracovia, insieme a Francesca ci è ritornato in mente un piccolo episodio” a questo punto e Francesca che prende nuovamente parola:”la stanchezza sicuramente era tanta, le gambe provate dalla camminata mi reggevano, dopo la visita guardando l’immensa landa di Birkenau ho visto correre un leprotto, avvisando gli altri ragazzi, nessuno mi credeva… con Enrica poi nel negozio dei souvenir ci siamo imbattute in questo bel libro di favole e la seconda tra queste aveva come protagonista un leprotto… ci siamo commosse” a secondo Enrica:“Immaginare questa realtà non è per niente facile, credere a ciò è qualcosa di difficile ma abbiamo il compito di trasmettere quanto accaduto alle future generazioni”.
Nicoletta invece dopo questa esperienza ha trovato maggiore forza per continuare a studiare e conoscere il sociale: “prima del viaggio parlando con vari amici e compagni di classe, molti tra loro non comprendevano a pieno la motivazione della mia scelta, al rientro invece c’è stata maggiore attenzione e curiosità. Questo mi ha permesso di trovare la forza per continuare a seguire la mia strada”.
Per Davide invece il progetto svolto nella sua completezza è ormai una parte di lui, che si accende soltanto in presenza di altri ragazzi con alle spalle Promemoria Auschwitz:”non avrei mai immaginato di riuscire a parlare davanti a una platea di gente, non c’è stato obbligo, nessuno di noi era tenuto a farlo, è venuto però tutto così naturale, condividere tutte le sensazioni e le emozioni con persone a me estranee. È stato bello conoscere e ritrovare persone con cui non interagivo da tempo, ad esempio con Enrica, nonostante siamo coetanei, abbiamo frequentato nella stessa classe elementari e medie, non ci sentivamo da almeno dieci anni, è nato nuovamente un rapporto di amicizia e adesso siamo qua insieme a raccontare questo viaggio. Molto spesso mi trovo in difficoltà quando i miei genitori, i parenti e gli amici mi chiedono di raccontare Promemoria Auschwitz, non vedo in loro la stessa emozione presente in me quando parlo con i compagni di viaggio… Forse è meglio così, se non vivi una determinata esperienza non la puoi comprendere a pieno; questo viaggio è il motivo che tiene fortemente legato e unito il gruppo”.
Ne vale davvero la pena investire sui nostri giovani e quando a trovare la forza di investire su loro sono altri giovani, il futuro fa ben sperare.
Foto concessa da Simone Murru che autorizza all’uso.
Gianmatteo Puggioni
Foto di copertina articolo concessa da Viviana Perghem che autorizza all’uso.
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