Potere di una voce magica che ha fatto saltare sulla poltrona rossa fin dalle blind audition il giudice Gigi D’Alessio che l’ha voluta nel suo team e che ha saputo guidarla con scelte sapienti capaci di esaltarne le preziose versatili vocalità.
E’ Diana Puddu la vincitrice della quarta edizione di The Voice Senior, il talent show di Rai Uno condotto da Antonella Clerici – 3.679.121 spettatori e il 23,45% di share per la finale: al secondo posto Mario Rosini e al terzo Sonia Zanzi.
Diana si è imposta fin da subito, nella squadra di Gigi D’Alessio, per l’incredibile estensione vocale, che le ha permesso di cantare senza “steccare” brani come ‘Ti sento’ dei Matia Bazar, ‘Un’emozione da poco’ e ‘È tutto un attimo’ di Anna Oxa. Accanto a lei, nel pubblico del talent, il marito Paride, musicista di professione, e il figlio 29enne, responsabile marketing per il Cagliari Calcio.
“Sul palco mi sento a mio agio – racconta Diana -. Anche a The Voice Senior non ho mai avuto né paura, né imbarazzo. Mi sentivo al mio posto, mi sono divertita tanto”.
Da bambina cantava le canzoni di Sanremo davanti allo specchio, con la scopa come microfono e un filo di rossetto e sognavo di essere sul palco di Sanremo. “I miei lavoravano, noi eravamo cinque fratelli: in casa c’era da fare, ma la mia testa era sempre là. Alla musica”.
Oggi, che di anni ne ha 61, la cagliaritana Diana Puddu, donna forte e solare, è a un passo dal realizzare il sogno di una vita, ovvero smettere di fare la casalinga per diventare ‘cantante a tempo pieno’. “Non ho mai pensato davvero alla carriera e non mi sono mai affacciata fuori dalla mia isola”.
“Sono nata il 20 febbraio 1963 a Cagliari – parla di sé -. Ora vivo a Quartu Sant’Elena, città dei miei genitori. Mio marito è brianzolo, ci siamo conosciuti in Sardegna. Mio figlio Corrado, di 29 anni, mi ha dato tante soddisfazioni. Siamo una bella famiglia unita. Ho vissuto una vita felice e ho sempre cantato. Da oggi spero di cantare un po’ di più”.
“Mi sto risvegliando adesso dal sogno, ma la vita mi è già cambiata”, racconta a passo spedito. “Di solito il lunedì mattina pulisco casa. Il primo lunedì dopo la vittoria invece era a Roma, ospite di Caterina Balivo (a La volta Buona, su Rai1, ndr). Ora vorrei metter su una band, con mio marito alla batteria, e cantare i più bei brani delle musiciste italiane dagli anni Sessanta a oggi. Sogno un progetto dedicato alle donne italiane. Vorrei proporre un brano per ogni cantante italiana. Forse adesso potrò realizzarlo”.
E dunque l’amata Anna Oxa, ma anche “Fiorella Mannoia e quella meraviglia di Angelina Mango: ero una fan del padre”.
Ad attenderla, in Sardegna, anche i suoi genitori ultraottantenni, che per seguirla hanno persino provato per la prima volta TikTok: “La voce l’ho presa da mio padre, che era pittore edile col fratello. Cantavano mentre dipingevano: la voce bella l’hanno ereditata dalla loro mamma”.
“Fin da piccolina cantavo sopra il tavolo, e da adolescente i primi concorsi nelle feste paesane. Poi da ragazza il primo complesso, come si chiamavano allora – la parola band non si usava – e sono cominciate le seratine dove interpretavo le canzoni del momento. La svolta nel 1986 con il liscio, dove nel 1989 ho conosciuto mio marito Paride. Sono entrata in un’orchestra, poi si è formato un trio che dura ancora oggi, da 35 anni”.
La “voce bella”, dono di famiglia, Diana l’ha coltivata da autodidatta: “La prima volta sul palco è stata a una festa dell’Unità, poi a 15 anni sono entrata in un complessino con altri cinque ragazzi. Facevamo le serate nell’hinterland di Cagliari”.
“I miei familiari sono stati la mia roccia, sostenendomi e incoraggiandomi sempre. Paride mi ha iscritta al talent, a mia insaputa. Sapeva che era il mio sogno. Noi sardi non ci pensiamo mai a far qualcosa fuori, per noi la Sardegna è tutto. Ci accontentiamo, forse perché qui non ci manca niente”.
Con il marito e la sassofonista Esmeralda Pola, per ora, continuerà a esibirsi con il trio di liscio New Karalis, (“nuova Cagliari”), si esibisce nelle feste e nelle serate in piazza d’estate. In inverno si occupa della casa e dei familiari, in attesa del grande passo. “Sanremo? Ma magari. Mi piacerebbe che lo conducesse di nuovo Clerici. Con quei vestiti vaporosi, sul palco dell’Ariston, era una meravigliosa nuvola”.
di Massimiliano Perlato
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