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Domusnovas: Il lungo itinerario del filo delle emozioni

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Un filo che si srotola e decide di prendere una delle tante vie, ognuna delle quali diventa un itinerario da percorrere.

È così che uno di questi fili ci ha portato ad incontrare Alma Piscedda, insegnante di ricamo domusnovese che lo scorso sabato pomeriggio nella Casa Pirinu a Domusnovas ha inaugurato la mostra Socio-Culturale di Ricamo “i Fili Emozionali di Alma”, un lungo viaggio fatto di tappe che raccontano il tragitto percorso dall’artista, costellato di importanti e attuali tematiche che la accompagnano ogni giorno nel suo operato quotidiano.

La mostra, patrocinata dal comune di Domusnovas, ha visto protagonisti temi importanti come il volontariato, le tradizioni, il riciclo creativo, la sinergia delle donne, l’inclusione e l’uguaglianza e ha potuto contare sulla presenza di importanti personalità, esperte delle tematiche trattate a partire da Maria Grazia Caligaris presidente dell’associazione Socialismo, Diritti, Riforme, Flavia Corda giornalista e vicecaporedattrice del TG3 Sardegna, Monica Mameli, medico psichiatra, consigliera e responsabile del progetto “Mens Sana in Corpore Sano” e Salute Mentale del Rotary Club di Iglesias, Carmina Conte presidente di Coordinamento 3 Donne di Sardegna e Maurizio Ciotola, direttore responsabile del Telegiornale UNO4 TV.

La passione per il ricamo e l’impegno nel sociale

Il filo di Alma è arancione, ed è un simbolo di forza, gioia ed energia, caratteristiche che l’artista e insegnante domusnovese porta sempre con sé nel suo operato quotidiano.

Una scoperta a casa di una zia di un corredo ricamato all’interno di un mobile ha fatto nascere in lei una passione forte per quest’arte che non aveva mai coltivato prima di allora e mai più abbandonata.

Chiusa la sua precedente esperienza lavorativa nella lavanderia a conduzione familiare, ha deciso di dedicare il suo tempo formandosi come ricamatrice, realizzando così i suoi primi corredi per familiari e amici e seguendo numerosi corsi di perfezionamento fino a quando è riuscita ad avere la possibilità di trasmettere il suo sapere attraverso un canale che negli anni ha sempre mostrato avere dentro sé stessa: aiutare le persone più fragili.

Grazie al volontariato Alma oggi riesce a portare l’arte del ricamo nei luoghi e tra le persone più bisognose di aiuto attraverso i numerosi progetti che svolge da più di dieci anni e che ha visto protagoniste tantissime donne con alle spalle storie difficili di immigrazione, tossicodipendenza, violenza e dura vita all’interno del carcere.

Da Casa Emmaus alla Casa Circondariale “Ettore Scalas” di Uta all’interno del carcere femminile scorre l’impegno quotidiano di Alma che grazie alla sua caparbietà e forza d’animo inarrestabile è riuscita a dare la possibilità a tante donne di riscattarsi, crearsi delle prospettive future e manifestare le proprie emozioni attraverso l’arte del ricamo: “non tutti conoscono realmente la realtà delle carceri, ancora invasa da tantissimi pregiudizi”.

Il ricamo, quest’ultimo, diventato un mezzo di unione anche per i ragazzi dell’ASP, l’Associazione dei Sofferenti Psichici di Carbonia con la quale Alma porta avanti ormai da qualche anno un progetto legato all’inclusione, coinvolgendo tantissimi ragazzi e insegnando loro a ricamare: “attraverso le varie tonalità di colore utilizzato, i ragazzi riescono gradualmente a esprimere un loro stato d’animo e a comunicarci ciò che loro provano”, colori che sono all’origine del progetto perché Fili Emozionali di Alma nasce proprio dalla capacità che le diverse tonalità hanno di generare in noi differenti stati d’animo.

Seguendo il lungo filo della mostra

L’inaugurazione della mostra, che ha visto la presenza di circa centoventi persone, tra cui la sindaca Isangela Mascia è stata la narrazione interattiva di una storia rappresentata dal filo che, come tutte, ha un inizio e una lunga trama che si è svolta in diverse tappe che hanno permesso ai visitatori di conoscere i lavori realizzati negli anni dagli allievi e dalle allieve di Alma e dalla stessa artista attraverso la sua opera di volontariato.

È qui che si sono intrecciati i racconti e i messaggi dei vari ospiti che hanno parlato insieme ad Alma delle varie tematiche: volontariato (Maria Grazia Caligaris), tradizioni (Flavia Corda), la tematica della donna (Maurizio Ciotola), i benefici del ricamo nelle persone con disabilità (Monica Mameli), uguaglianza e inclusione (Carmina Conte) guidando i visitatori lungo l’itinerario del lungo filo arancione, omaggio a Maria Lai, artista di tante opere legate al mondo della tessitura,  che ha portato loro a lasciare un loro punto di ricamo sul mondo (lavoro di ricamo cominciato dall’artista) simbolo di unione e fratellanza dei vari colori e alla visione di un filmato sul progetto portato avanti da Alma con i ragazzi dell’ASP.

Tematiche, queste che seguendo il filo conduttore della mostra hanno trovato il loro punto di incontro nell’arte del ricamo: dal recupero dei materiali di scarto riproposti nella realizzazione di centrini, corredi, quadri e scialli rivisitati attraverso la figura della donna come simbolo di lotta ed emancipazione, seguendo la tradizione del ricamo sardo, antico e nobile sapere portato avanti nel corso della storia dalle sapienti mani di queste artiste, un lavoro che come risultato finale si propone di dare un importante messaggio ovvero quello che nel mondo c’è spazio e possibilità per tutte le persone e che ognuna di loro ha un proprio ruolo dato dalla propria capacità creativa.

La mostra, apprezzata anche da alcune scolaresche dei plessi locali, si potrà visitare fino al 6 dicembre dalle 10 alle 12, con uno spazio pomeridiano nella giornata di martedì dalle 17 alle 20.

Gli impegni futuri di Alma

Come un vulcano di energia, Alma non si rende conto del grande lavoro realizzato con la mostra, pensa già a progetti futuri come quello di creare un’associazione dedicata alle donne, dando alla comunità uno spazio dove potersi riunire per trascorrere del tempo insieme, mettendo a disposizione un sapere o un arte da insegnare alle future socie, un piccolo modo per emanciparsi e prendere in mano il proprio futuro in un periodo dove tantissime notizie parlano di violenza di genere, questa idea vuole diventare una risposta forte per far capire l’importanza di essere unite e non stare sole.

È andato veramente tutto bene, non potevo immaginare un riscontro migliore”, Alma in un miscuglio generato dalle emozioni, si definisce una donna felice: “sono una donna fortunata e grata alla vita, ho un marito che mi sostiene tantissimo nei miei progetti e due figli che sono riusciti a seguire la propria strada” e riguardo alle nuove generazioni esprime la sua opinione: “la persona che diventiamo è frutto dell’insegnamento che questa riceve. Nel mondo, anche vicino a noi, si sentono tante di quelle brutte storie che mi fanno pensare che non ci sono più modelli e esempi in cui questi ragazzi possono rifugiarsi, c’è un’umanità che non ha più la capacità di emozionarsi e provare sensazioni” e riguardo il futuro dell’arte del ricamo ci dice “da poco ho seguito un corso sul ricamo digitale tramite l’ausilio dei computer e delle stampanti 3D e nonostante l’interesse mostrato per questa esperienza, non sento questo modo di ricamare mio, perché ho bisogno di sentire e toccare con mano i miei lavori, c’è bisogno di non perdere la tradizione dei vecchi mestieri, e di insegnanti capaci di trasmettere la passione per questi saperi ai ragazzi”.

Alma non riesce ancora a nascondere l’emozione: “c’è bisogno di ritornare ai rapporti umani, so di essere molto sensibile, piango molto facilmente, soprattutto quando parlo del mio percorso e quando incontro persone che sono riuscite a risollevarsi dopo che la vita le ha messe davanti a degli ostacoli, grazie al ricamo ho potuto incontrare tante persone fragili, con i fili stanno riuscendo gradualmente a trovare un loro ruolo nella vita di tutti i giorni, sono veramente felice di questo e non lo cambierei con nulla al mondo”.

Un impegno verso gli altri, quello di Alma che è inciso nel suo nome, di origine latina e che significa anima, che con la sua forza, gioia e passione non ti lascia sola nel suo filo.

di Gianmatteo Puggioni

 

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