MILANO – Metà degli italiani ritiene importante proteggersi dall’influenza, anche se solo un terzo teme di esserne colpito in prima persona. Del resto l’83% degli connazionali conosce il vaccino antinfluenzale, ma il 72% non lo ha mai ricevuto. Sono questi i principali risultati dell’indagine “Il vaccino antinfluenzale: consapevolezza, credenze, comportamenti degli italiani” condotta da Iqvia e sostenuta da Viatris, presentata in un evento a Milano.
La survey – spiega una nota – si è svolta nei mesi scorsi su un campione di 1.000 persone tra i 18 e 59 anni, per fotografare la percezione, il livello di consapevolezza e i comportamenti in materia di vaccinazione antinfluenzale della popolazione adulta, fascia d’età che decide per la somministrazione in bimbi e fragili. L’influenza è una malattia che colpisce circa 1 miliardo di persone al mondo ogni anno. Non sorprende che il 93% degli intervistati dichiari di averla contratta almeno una volta nella vita riconoscendone un impatto significativo su diversi aspetti: stato fisico (51%), gli impegni di tutti i giorni (47%), lavorativi e di studio (45%), interazioni sociali e il tempo libero (44%).
“Le informazioni che costruiscono l’opinione in merito all’influenza sono la punta di un iceberg – afferma Giovanni Gabutti, coordinatore del Gruppo di Lavoro ‘Vaccini e politiche vaccinali‘ della Società italiana di Igiene, medicina preventiva e sanità pubblica (Siti) – mentre il reale ‘burden’ medico, sociale, economico di questo virus e tutte quelle che sono le sue conseguenze è fortemente sottostimato. L’influenza colpisce tra i 40 e i 50 milioni di individui in Europa ogni anno, causando anche conseguenze gravi fino ad arrivare alla morte per 15.000/70.000 cittadini. Sebbene il 90% dei decessi si verifichi in over 65 – continua Gabutti – risulta fondamentale aumentare la conoscenza su questo virus fra i giovani e gli adulti, e rendere noti gli strumenti che abbiamo a disposizione per prevenire, prima che curare, la malattia, riconoscendo il valore che assume la prevenzione in questo contesto”.
Sulle fonti di informazione, medici e farmacisti restano il riferimento. Il medico, in 1 caso su 2 è anche la persona da cui si effettua la prenotazione del vaccino e per il 56% anche la vaccinazione. Il ruolo del pediatra è riconosciuto dal 17% dei genitori di figli fra gli 0 e i 6 anni, mentre diminuisce (10%) tra i genitori di figli tra 7 e 14 anni. Il 16% di genitori con figli con meno di 6 anni ha vaccinato i propri bambini così come il 14% di genitori con figli dai 7 ai 14 anni. “Gli adulti consapevoli di oggi sono gli anziani consapevoli di domani – osserva Valeria Fava, responsabile del coordinamento delle politiche sanitarie di Cittadinanzattiva – Come associazione, siamo attivi, collaborando e promuovendo iniziative con realtà del territorio e nazionali, al fine di facilitare l’accesso alle informazioni utili e corrette per una cultura attenta alla prevenzione”.
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