Tornare a scuola in presenza, ma anche e soprattutto in piena sicurezza. È questo l’obiettivo del Governo e del Ministero dell’Istruzione, che ha ricevuto oggi dal Comitato tecnico-scientifico istituito per l’emergenza coronavirus il documento con le misure per il rientro a settembre.
“A settembre riporteremo studenti e studentesse tra i banchi.”
Una frase semplice che diventa una speranza per molti genitori e insegnanti. A dirlo è la Ministra Azzolina sul suo profilo fb dove riporta i punti salienti del documento stilato dal Comitato tecnico-scientifico.
“Lo faremo anche seguendo le indicazioni del documento del Comitato tecnico-scientifico del Ministero della Salute che individua regole di buon senso e chiare fra cui:
• Distanza interpersonale di un metro.
• Mascherina per tutti i maggiori di 6 anni di età
• Scaglionamento degli ingressi
• Nessuna prova delle febbre per entrare a scuola, ma se si hanno 37.5 gradi di temperatura si deve restare a casa
• Valorizzazione degli spazi esterni per lo svolgimento della ricreazione, delle attività motorie o per programmate attività didattiche
• Prima della riapertura della scuola sarà prevista una pulizia approfondita di tutti gli spazi
Questo lavoro è la cornice in cui inserire il piano complessivo di riapertura delle scuole.
Girano come sempre informazioni parziali e non ufficiali – prosegue la Ministra – che a volte possono mandare in confusione le famiglie, gli studenti e il personale scolastico.
Per tutti quelli che me lo stanno chiedendo: – conclude la Azzolina – il piano definitivo per gli aspetti didattici sarà pubblicato il prima possibile sul sito del Ministero. Così come abbiamo fatto con quello sanitario.
L’obiettivo di tutti è tornare a scuola in presenza e in piena sicurezza. Grazie al lavoro Comitato tecnico-scientifico del Ministero della Salute, del Governo con le importanti risorse economiche stanziate, e di tutto il mondo della scuola lo raggiungeremo.”
Le domande sorgono spontanee: “Ma il Comitato tecnico-scientifico è riuscito a farsi un giro nelle scuole italiane prime di prendere queste decisioni? Hanno sentito i docenti che ben conoscono spazi scolastici, arredamenti, abitudini e soprattutto i bambini?”.
Il dubbio permane.
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