“E’ in costante aumento il numero dei detenuti nella Casa Circondariale “Ettore Scalas” di Cagliari-Uta. Ogni mese infatti si registra nell’Istituto una crescita delle persone private della libertà oltre il limite regolamentare. Un segnale preoccupante a cui non corrisponde un adeguamento del personale amministrativo, di quello della Polizia penitenziaria e degli educatori. Senza contare che il Direttore riveste un doppio incarico essendo reggente a Sassari-Bancali e non c’è un vice direttore”. Lo sostiene Maria Grazia Caligaris, dell’associazione Socialismo Diritti Riforme ODV, prendendo in esame i dati diffusi dal Ministero della Giustizia aggiornati al 30 settembre. Attualmente nelle 10 carceri isolane sono ristrette 2.117 persone (erano 2070 il 31 luglio).
“Dietro le sbarre della principale struttura detentiva dell’isola – sottolinea – sono presenti 589 ristretti (tra cui 111 stranieri e 24 donne) per 561 posti regolamentari (quasi il 105%). Erano 536 il 31 gennaio scorso. Si tratta di una popolazione privata della libertà di difficile gestione per la consistente presenza di tossicodipendenti e persone con disturbi psichici. Spesso le celle vengono distrutte da atti inconsulti e continuano a stare in isolamento persone che sono incompatibili con la detenzione. Lo scarso personale inoltre riduce la possibilità di attuare progetti riabilitativi anche a chi potrebbe farli con il costante esito di ridurre la permanenza in carcere a una pena fine a se stessa“.
“La situazione è al limite anche a Sassari-Bancali dove – osserva l’esponente di SDR – ci sono 456 detenuti rispetto a 454 posti letto (tra cui 116 stranieri e 17 donne. Sono invece 90 i ristretti in regime di massima sicurezza (41bis). Resta difficile la situazione al ‘Paolo Pittalis’ di Tempio-Nuchis con 178 reclusi, tutti in alta sicurezza (per 170 posti). E’ migliorata invece numericamente a Oristano-Massama 242 (per 266) e a Lanusei dove 28 detenuti convivono in 33 posti.
Regolamentare risulta la presenza di cittadini privati della libertà nella Casa di reclusione di Alghero che ha 110 ristretti per 156 posti (25 stranieri) e Badu ‘e Carros con 192 reclusi per 378 posti (anche se ci sono due sezioni chiuse). Resta paradossale la situazione nelle Colonie all’aperto di Is Arenas (79 presenze per 176), Isili (81 per 130) e Mamone (162 su 292 – in realtà è chiuso un padiglione di altri 100 posti) dove appare ancora molto difficile colmare qualche vuoto. Nonostante l’annuncio di iniziative di valorizzazione lasciano ancora a desiderare il lavoro costante dei detenuti e le produzioni agricole. Come sanno i responsabili del Dap e del Ministero, in Sardegna è necessaria una svolta. Nei prossimi giorni dovrebbero essere rese note gli esiti le assegnazioni degli incarichi ai nuovi direttori in modo da superare le difficoltà di sopperire in tre alla gestione di 10 Istituti. Il dubbio però resta anche perché la Sardegna non ha neppure un Provveditore regionale assegnato in modo esclusivo”.
Fonte: comunicato stampa
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