“La letteratura è un viaggio che compiamo dentro di noi per capire chi siamo davvero”, è questa la frase a cui Stefano Curreli tiene maggiormente: lui che nei libri ha trovato e trova tutt’ora un rifugio e la chiave per poter affrontare la quotidianità.
I libri sono il canale che Stefano utilizza per dialogare con gli autori, per conoscerli e per comprenderli, ma sono anche una passione che ormai da due anni condivide nei suoi social, luogo dove ha dato vita al contenitore di “Spazio Letteratura”, progetto diventato in pochissimo tempo la più ampia community sulla letteratura in Italia.
Stefano, sulcitano, insegnante di lettere e scrittore, quasi per gioco ha intrapreso la via della divulgazione letteraria, provando a spiegare e a far appassionare tantissimi ragazzi alla letteratura utilizzando quei mezzi social a loro più vicini.
A chi ancora sostiene che con la letteratura non ci si può mantenere economicamente, il giovane prof risponde che non si può pensare di svolgere al meglio un lavoro che non sentiamo nostro, solamente per il fattore economico perché equivarrebbe a svolgere una vita che non ci appartiene e che non sentiamo nostra, motivo per cui ci sono davvero pochissimi insegnanti all’interno della scuola che riescono ad avvicinare i ragazzi e le ragazze alla letteratura: “manca quel sacro fuoco che non permette un interesse puro per la letteratura prima che per l’insegnamento, non c’è amore e desiderio nel conoscere e chiacchierare con gli autori stessi, ponendo loro le giuste domande, che permettono di trovare quelle risposte utili a soddisfare la curiosità di chi si avvicina per la prima volta alle lettere”.
Alle origini della passione letteraria
Stefano, amante del dandy, non sfida il caldo e in questa occasione veste molto casual: t-shirt e bermuda, con occhiali da sole in viso, quasi a nascondere un velo di malinconia e solitudine, tratti caratteriali molto presenti nei suoi scritti e che contraddistinguono da sempre il giovane prof.
Malinconia e solitudine che sono all’origine della passione per la letteratura che Stefano ha scoperto in tenerissima età, sentimenti che grazie alle parole e alla scrittura il giovane prof ha cercato di rendere testi sui fogli di carta, grazie anche all’ascolto della musica rap, il primo mezzo con il quale ha scoperto la letteratura: “arrivavo a scrivere anche tre/quattro testi al giorno riempendo pile di quaderni” e alle strade dell’iglesiente di fine anni 90, durante l’esplosione dell’hip hop sardo, luoghi in Stefano ha cominciato a buttar giù le prime rime e i primi graffiti.
proprio in strada dialogando con i compagni, conosce i primi autori, avvicinandosi alla letteratura: “quei personaggi che la scuola mi presentava vecchi e imbruttiti diventavano a poco a poco i miei compagni di strada, veri e propri idoli, ragazzi che anche se vissuti a distanza di uno o più secoli, covavano pulsioni e stati d’animo simili a quelli che vivevamo noi nella nostra adolescenza, così ho cominciato a sentirli molto vicino”.
Cent’anni di solitudine di Gabriel Garcia Marquez e Baudelaire sono state le scintille che hanno spinto Stefano a proseguire gli studi, dopo gli anni pieni e tumultuosi delle Superiori, prima in Lettere Moderne e poi in Filologia e Critica Letteraria nell’ateneo cagliaritano, concludendo positivamente il percorso universitario.
“Gli amici mi dicevano sempre che scrivevo tantissimo, tanto da avere un archivio ricco di materiale mai reso pubblico”, una passione quella della scrittura che Stefano ha sempre portato avanti attraverso la musica rap dagli anni dell’adolescenza, proseguendo nel periodo universitario, accantonata poi per dedicarsi completamente alla produzione letteraria e alla carriera da insegnante, professione svolta all’interno della Scuola Secondaria di I Grado, “se ci pensiamo la musica rap è poesia, vista la presenza di versi e strofe”, in mezzo anche un’esperienza come organizzatore di eventi e vocalist nelle principale discoteche del sud ovest sardo: “un lato quello organizzativo e imprenditoriale che mi ha sempre incuriosito e appassionato”.
Il progetto di Spazio Letteratura
Il percorso e le esperienze fin qui raccontate descrivono un ragazzo molto attivo negli anni scolastici e universitari, ed è proprio nelle aule universitarie che ha avuto inizio, circa dieci anni fa la sua idea di comunità letteraria, con la creazione insieme ad alcuni amici di una rivista letteraria intitolata Bestemmia, omaggio alla raccolta degli scritti e dei frammenti di Pier Paolo Pasolini: la rivista ebbe un discreto seguito all’inizio e riuscì a uscire per quattro numeri prima di cessare le pubblicazioni.
Circa sette anni dopo dalle ceneri di quella rivista, quasi per scommessa Stefano sfruttando la potenzialità dei social ha fondato Spazio Letteratura, riscuotendo un successo fuori programma “quasi per gioco, volevo creare uno spazio di dialogo e confronto sui temi riguardanti la letteratura, provando a divulgare notizie, curiosità creando contenuti sugli autori e le loro opere, non mi ero posto obiettivi particolare se non quello di coinvolgere un buon numero di appassionati”, il progetto poi ha preso una strada inaspettata, crescendo in termini di seguaci sui vari social, ottenendo migliaia di ricondivisioni e apprezzamenti grazie ai suoi post (alcune dei quali importanti, come quelle del noto regista Ferzan Ozpetek e della cantautrice Madame) e coinvolgendo tantissimi altre persone, tra cui moltissimi giovani che seguono costantemente il progetto, ricondividendo spesso i contenuti di quella che ad oggi è diventata la community letteraria più ampia d’Italia.
Proprio grazie ai social, il giovane prof è riuscito a portare avanti diversi progetti, tra cui la pubblicazione lo scorso anno, del suo primo libro, una raccolta di poesie intitolata “Atlante non illustrato delle cose perdute” ma quello di cui va più orgoglioso è l’apprezzamento incondizionato del suo lavoro da parte dei ragazzi e delle ragazze (tantissimi dei suoi followers sono adolescenti) con i quali Stefano è in continuo contatto grazie al suo lavoro di insegnante di Lettere e a cui dedica parte del suo tempo.
Spazio Letteratura è infatti un modo innovativo e originale di avvicinare gli adolescenti alla lettura: “i ragazzi hanno bisogno di persone che li facciano appassionare, presentando gli autori e i loro lavori in relazione al periodo che viviamo oggi, per saperlo fare non basta solo sapere la letteratura, bisogna conoscere personalmente gli autori, dialogarci continuamente, ponendo loro domande utili a trovare quelle risposte in grado di soddisfare l’interesse dei più giovani”, un approccio che secondo Stefano ormai va perdendosi.
Partendo da dei semplici aneddoti riguardanti la vita degli scrittori e dalla presentazione di alcune lettere e frammenti riguardanti le loro sensazioni e i loro stati d’animo contestualizzati nell’arte, nel cinema e nella musica di oggi, Stefano comincia le sue spiegazioni: un esempio calzante è il reel che il prof ha pubblicato qualche tempo fa sulla pagina Instagram di Spazio Letteratura dove ha spiegato i Malavoglia di Verga partendo da una strofa del rapper Marracash.
Proprio i rappers, i trappers e i cantautori raccontano e descrivono come i poeti e gli autori del passato quelli stati d’animo personali e della società della loro epoca che alla fine rispecchiano tantissimo le esperienze e i vissuti dei ragazzi di oggi: “quello che cerco di trasmettere ai miei alunni è proprio questo, gli autori che proviamo a conoscere, sono più vicini a noi di quello che pensiamo”.
Ed è così che nelle classi frequentate: “per rompere la monotonia dei programmi ministeriali ho proposto la lettura di un libro al mese alla classe, l’idea preceduta da un’introduzione utile a conoscere ciò che dovranno poi leggere, è stata accolta positivamente dalla classe”, l’affetto degli alunni per Stefano cresce continuamente, accompagnato da un dialogo costante e dalla stima dei suoi colleghi, grazie al suo lavoro a scuola e quello mandato avanti sui social, missione che il giovane prof porta avanti con attenzione e passione: “la differenza di età non grandissima, aiuta tanto i ragazzi, mi percepiscono più vicino a loro, è però altrettanto importante riuscire a scindere la sfera lavorativa da quella privata”, un aspetto da non trascurare.
Tra progetti e obiettivi futuri
Insegnamento e divulgazione via social non sono le uniche attività svolte da Stefano che durante questi anni è stato ospite all’interno di alcuni corsi della facoltà di Lettere dell’Università di Cagliari, dove ha tenuto delle lezioni sul genere letterario horror e ha condotto attività di ricerca indirettamente in ambito accademico pubblicando alcuni lavori nella prestigiosa rivista critico-letteraria Oblio.
Nonostante le grosse soddisfazioni ottenute nell’ambito dell’insegnamento, nei progetti futuri del giovane domusnovese ci sono altri sogni, come quello di dedicarsi completamente alla scrittura e di trasferirsi a Parigi, una città che negli ultimi anni Stefano ha frequentato tantissimo e in cui ha notato delle enormi differenze per quanto riguarda il panorama letterario e l’approccio che i francesi (e più in generale molte altre nazioni) hanno con la lettura rispetto agli italiani.
In Francia e in altre nazioni come il Regno Unito e gli Stati Uniti le riviste letterarie e le copie cartacee dei quotidiani vivono ancora un buon stato di salute rispetto all’Italia e in più sono tantissimi gli appassionati lettori: “basta guardare l’interno di una metro parigina e notare come quasi tutti i frequentatori durante gli spostamenti leggono romanzi o libri di vario genere”, un problema che invece in Italia è quello contrario ovvero quello del sempre più basso numero di lettori, questione che secondo il prof ha radici culturali e in questo le scuole, non sono di grande aiuto nella risoluzione del problema soprattutto all’interno degli Istituti Superiori è più evidente, per la presenza sempre più bassa di insegnanti appassionati del proprio mestiere, anche se naturalmente anche la scuola stessa da sola non può farsi carico di un problema di dimensioni più grandi.
Nonostante questo, Stefano consiglierebbe vivamente a tutti i ragazzi e alle ragazze che volessero proseguire gli studi in Lettere di farlo, perché è molto importante secondo lui vivere la propria di vita e non quella di qualcun altro e che non rispecchierebbe a pieno le nostre passioni, questo vale per tutti i campi del sapere, perché se un percorso svolto con impegno e passione, facendo ciò che porta spesso ai risultati sperati.
E Stefano, partito da un piccolo paese e dalle strade dell’Iglesiente ci sta cominciando a raccoglierne i frutti.
di Gianmatteo Puggioni
Foto: Stefano Curreli
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