“Italia Nostra Sardegna ha presentato motivate osservazioni chiedendo che la Commissione Tecnica del Ministero dell’Ambiente rilasci parere negativo al progetto industriale per la produzione di energia elettrica da fonte eolica presentato dalla società Sorgenia Renewables srl da installare nei comuni di Seneghe e Narbolia, ma che interesserà anche i comuni di San Vero Milis, Zeddiani, Siamaggiore e Solarussa per quanto riguarda le opere di collegamento e di trasformazione, oltre alla modifica sostanziale della viabilità dei loro territori.”
“ L’impianto industriale è costituito da 9 aerogeneratori, altezza di 210 mt, in grado di spazzare una superficie aerea di 2,7 ettari ciascuno. – prosegue la nota – La realizzazione di un impianto di notevoli dimensioni come quello in progetto comporta una sottrazione significativa di risorse al territorio. Risorse materiali, quali la manomissione e distruzione dei segni dell’organizzazione agraria come i percorsi di penetrazione, muretti a secco, tracce dell’edificato storico etc., e risorse immateriali, direttamente collegabili al consumo del suolo e ad un suo sfruttamento svincolato da una strategia di sviluppo locale partecipato e sostenibile. Nel caso specifico, il primo e maggiore fattore di criticità̀ riguarda l’estensione e la dimensione dell’opera, nonché́ la sua “durata”. Inoltre l’improponibile, per quei luoghi, altezza delle pale innesca un gigantismo sproporzionato che scardina i rapporti percettivi del vasto compendio caratterizzato dalle colline e montagne del Montiferru e del Sinis, aree già gravate peraltro dalla presenza di numerosi altri parchi eolici e fotovoltaici.”
“ La nostra Associazione ritiene che l’attuazione della transizione energetica in Sardegna richieda una politica in grado di valorizzare e supportare le iniziative delle comunità e dei cittadini autoproduttori, accompagnare e sostenere la loro azione di prosumers e di imprenditori responsabili, favorendo lo sviluppo di un ecosistema dell’innovazione rispettoso delle comunità locali. Impianti industriali come quello proposto rappresentano un freno a tale auspicato percorso. La vocazione agricola, nella sua ricaduta paesaggistica, – termina la nota – sociale e culturale costituisce il carattere peculiare dell’area oggetto di intervento, e ne definisce anche la prospettiva di sviluppo in riferimento alle produzioni eno-agro alimentari di pregio e alle attività che da tale settore deriverebbero come indotto diretto o indiretto: servizi, produzione alimentare, turismo etc…”
Fonte: comunicato stampa
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